Capitolo 46

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DRACO POV'S
Mi sveglio all'improvviso durante la notte, rimango qualche secondo fermo a pensare e, in seguito, giro la testa verso la sveglia sul comodino, la quale segna le 5:10 del mattino. Martina sta dormendo abbracciata a me, non si è mossa da questa posizione da quando ha preso sonno, è così bello vederla tranquilla, non vorrei farle passare tutto questo tra qualche mese, ma sarà così.
Ultimamente il sonno mi manca, ormai, quasi ogni notte, mi sveglio ad un orario diverso e rimango sveglio per un'oretta. Le preoccupazioni sono troppe, e più cerco di mandarle via ed ignorarle, più loro mi si ripresentano davanti. Dopotutto, sono coinvolto in prima persona, no?
Non vorrei disturbare il sonno della ragazza mora accanto a me, ma ho bisogno di fare due passi e prendere aria. Così sollevo il braccio di Martina dalla mia pancia il più delicatamente possibile, mi siedo sul bordo del letto e mi giro a controllare che dormi ancora. Per fortuna si, ha solo fatto qualche smorfia con le labbra ed emesso qualche lamento di fastidio. Sorrido spontaneamente, è così semplice, amo ogni cosa che fa.
Infilo le ciabatte, esco dalla camera e mi dirigo verso la cucina per preparare del latte caldo. La stanchezza c'è eccome, peccato che il sonno no. Per questo mi strofino gli occhi mentre cammino e...
<<Draco!>> afferma improvvisamente una voce femminile, un colpo al cuore.
<<Mamma! Sei pazza?>> esclamo, forse alzando un po' troppo la voce, alzando istintivamente lo sguardo verso lei. È seduta al bancone della cucina a bere qualcosa di caldo, presumo.
<<Ti ho spaventato con la mia vestaglia da notte bianca e i capelli scompigliati?>> dice ridendo, mentre ha tra le mani la tazza.
<<Esattamente>> le rispondo, facendo a mia volta una leggera risata e avvicinandomi a lei.
<<C'è ancora del latte caldo nel pentolino, se ne vuoi un po'>> mi offre indicando i fornelli con un dito.
<<Sono sceso apposta per questo>> affermo, per poi prendere una tazza dallo scolapiatti, versare il latte al suo interno, e dopo sedermi anch'io per fare compagnia a mia mamma.
Spero tanto che non mi parli di Martina, devo ancora realizzare che i nostri genitori sanno della nostra relazione, e in più, so già che inizierà a parlare della guerra magica e tutto il resto che già conosco alla perfezione.
<<Stavi dormendo con Martina?>> mi domanda dopo un paio di minuti di silenzio.
Come non detto.
<<Si>> rispondo semplicemente, un po' imbarazzato, senza alzare lo sguardo.
<<Siete così belli, Draco, e poi lei è così, pura>> dice sinceramente parlando, sottolineando l'ultima parola con tanto amore, con tutto l'affetto che prova verso lei, nonostante non sia sua figlia.
<<Hai così ragione, mamma, è speciale, e unica>> parlo ad un tono di voce molto basso e calmo, e finalmente mi decido ad alzare lo sguardo.
<<Hai gli occhi innamorati, mio bambino che prima non conosceva l'amore>> mi prende la mano con delicatezza, e la stringe di poco, mentre esplora i miei occhi azzurri, palesemente invaghiti da quella ragazza.
<<L'amore è così difficile mamma, sai quanto poco ne ho ricevuto, solo da te, e lei adesso sta colmando il vuoto che sento dentro da tutta la vita per colpa di papà, sta riparando un cuore che non ha spezzato lei. E io cosa le dò in cambio? Tanta sofferenza che non si merita>> sputo fuori sfogandomi, bevendo sorso dopo sorso il latte.
<<Draco>> inizia a dire passandomi una mano tra i capelli <<non posso immaginare quanto sia difficile per te, ti senti come se ti stessero strappando via dall'anima quella pace ricevuta dopo tanti anni di dolore, e non c'è cosa più brutta>> resto in silenzio, guardando negli occhi mia mamma, dalla quale ho ereditato i miei.
<<Con gli anni hai capito che il mio unico desiderio era vederti felice con Martina, ho sempre sperato in quell'annuncio fatto ieri sera, l'ho richiesto così tanto dentro me stessa. Non perchè ì Silente li conosciamo da una vita, e allora tu dovevi obbligatoriamente stare con lei, sia chiaro. Bensì perchè la conosco, è genuina, sincera, bella, mette passione in ogni cosa che fa, e sapevo che sarebbe stata l'unica a donarti l'amore di cui avevi tanto bisogno. Dopo aver sentito le tue parole a cena, una parte del mio cuore è esplosa di gioia, l'altra si è annebbiata>> conclude.
Dai miei occhi scende qualche lacrima, non riuscivo più a trattenermi, e io non piango mai.
<<La salveremo, ci salveremo dalle grinfie di quel mostro>> mi dice con sicurezza, per poi stringermi in un abbraccio.

MARTINA POV'S
Sono in una casa, una casa nuova ai miei occhi, non riesco a riconoscerla, dove mi trovo? Attraverso le stanze di essa, toccando le sue mura, annusandone l'odore, esplorandola con gli occhi, cercando di ricordare qualcosa, di sentire qualcosa che mi faccia venire in mente un minimo di questa casa. Camminando, mi ritrovo in una camera, probabilmente di una bambina. Le sue mura sono rosa, rosa molto chiaro, con delle farfalle azzurre disegnate su una delle quattro pareti. C'è una scrivania con sopra dei quaderni colorati, dei mobili di prima qualità, sembrano costosi. Tutta questa struttura sembra costosa, i proprietari saranno molto ricchi. Il mio sguardo continua a passare su tutta la stanza, è così bella, la camera che ho sempre desiderato sin da bambina. Dalla finestra entra una luce radiante e che ti mette gioia, e i suoi raggi seguono una direzione ben precisa: una culla bianca di legno pregiato, la quale presenta un velo delicato rosa che la copre in parte, proprio come i letti a baldacchino. Essa attira la mia curiosità, così mi avvicino lentamente ad essa, e quando mi ci trovo perfettamente vicina, ci appoggio le mani sopra e guardo al suo interno. Non è vuota, c'è una bambina vestita di rosa, infatti si abbina perfettamente al colore delle pareti. È uno spettacolo: i suoi occhi sono marrone scuro, i capelli altrettanti scuri, neri, e il suo sorriso sembra essere la causa di questa bella giornata di sole. Ride, ride contenta e nel frattempo con il dito indica qualcosa in alto, che mi fa spostare lo sguardo da lei: si tratta di un quadro appeso al muro. Ci sono una mamma, un papà e, proprio lei, la bimba, i tre protagonisti sorridono spensierati. Appena dopo aver visto quella foto, sento una stranissima sensazione dentro me, come se quella foto fosse un mio ricordo passato, e mentre le emozioni in me si accendono, sento delle urla. La piccola creatura davanti a me inizia a piangere, il suo visino gioioso perde la sua lucentezza, e il mio cuore batte, batte troppo forte. La prendo in braccio, cercando di calmarla, ma le urla sono sempre più alte e spaventose. Mi dirigo verso il salotto, il luogo da dove sembrino provenire queste grida, e vedo proprio i genitori raffigurati nel quadro. La mamma strilla con le mani nei capelli, e il marito possiede tra le sue mani tremanti una bacchetta magica, puntata verso la finestra. Mi giro verso quest'ultima e vedo una figura, o meglio un'ombra nera, che mi lascia i brividi su tutto il corpo. Di essa si vedono solo gli occhi rossi, è come se avesse una maschera che lascia vedere solo le pupille, rosse come sangue, le quali ti ipnotizzano. Tutto un tratto, quest'ombra si gira verso me, e sorride maliziosamente, mi fulmina con lo sguardo e lancia verso la casa un'incantesimo mai sentito prima. I vetri della finestra si spezzano, e tutta la stanza perde i propri decori, quadri a terra rotti, mobili caduti che emettono un rumore spaventoso. Mi giro di spalle appena tutto intorno a me inizia a crollare, avvolgo la bimba tra le mie braccia per proteggerla, ma l'incantesimo sembra colpire tutti i presenti, facendoci cadere sul suolo, svenuti e privi di sensi. I miei occhi si chiudono lentamente, e l'ultima cosa che vedono sono quella donna e quell'uomo sdraiati a terra feriti, una lacrima scende sulla mia guancia, e anch'io perdo conoscenza.
Ed è così, che mi sveglio da questo terribile incubo, completamente sudata e con il fiato corto.

SPAZIO AUTRICE
Eccomi! Sono sicura che questo capitolo spiazzerà tutti voi, è proprio da qui che si inizia a capire qualcosa. Detto ciò, vi auguro una buona lettura e, mi raccomando, ditemi le vostre teorie nei commenti.
- Marti 🌙

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