11. Sink in

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But if you didn't ever touch me that way just know

I know I wouldn't be the same

If you never put your love in my brain, just know

I know that I'm weighted by your beautiful

Collapsing underneath your perfect

Drowning in your wonderful

[Amy Shark]

***

La ruota panoramica, poiché era considerata l'attrazione principale, malgrado il progresso volesse propendere per altre giostre meno svenevoli, stazionava nel mezzo del parco divertimenti e adombrava le immediate vicinanze con i neon luminosi di cui disponeva, in tonalità di azzurro pastello, rosso fiamma, rosa shocking...

Camila arrestò il passo e puntò le mani sui fianchi, ammirandola con malcelato spasimo. S'immaginava seduta in una delle anguste cabine cigolanti, e poi pigiata contro il metallo freddo del suo scheletro; la bocca arroventata dai baci, le palme tremanti, le gambe svigorite; soltanto una palpitazione dopo l'altra, come uno sparo di cacciatore, a donarle la sensazione di essere assai più che viva.

- Dimmi un po': – esordì, incrociando lo sguardo interrogativo di Lauren, lasciandosi risucchiare dal vortice d'acqua che lo animava e intorbidiva – dov'è che porteresti una delle tue conquiste? -.

- Ho forse l'aria di una che rimorchia una ragazza diversa ogni sera? -.

- A San Juan certo l'avevi -.

La corvina scosse la testa, aprendosi in un piccolo sorriso, il primo scevro di tensione. A volo d'uccello, passò in rapida rassegna le attrazioni del parco: il carosello, i seggiolini volanti, l'autoscontro, il bruco ottovolante, il punch-ball, il tiro a segno...

- Allora mi hai giudicato male - sentenziò. Abilmente, confidando nel fatto che non fosse una mossa equivoca, nel buio sommario che ne sfumava bene i contorni, allacciò un braccio attorno alle sue spalle. Sino a che avevano placidamente camminato l'una accanto all'altra, dal Torreón al piazzale in cui erano state installate le giostre, qualche giorno addietro, si erano limitate a rasentarsi reciprocamente. Così parevano quasi una coppia di fatto. – Ti va un giro sulla ruota? -.

Annuendo, Camila si aggrappò saldamente al suo fianco. Premette il polpastrello del pollice sulla prominenza della dodicesima costa e uncinò le altre dita di conseguenza. S'approssimò con il corpo, mentre avanzavano a passo cadenzato e sincrono. Quasi si appoggiò, in un woolfiano moto di conforto, e si accoccolò contro il deltoide su cui sperava di aver riposato, l'estate passata.

Lo spazio invero, si rivelò più scarso del previsto. Evidentemente, coloro che l'avevano progettato dovevano essersi ispirati al preludio di un'atmosfera intima che tra loro crepitava appena.

Presero a salire con una lentezza esasperante, che soffiava loro in faccia con un venticello fresco, e cuciva con fretta poco sartoria un omero all'altro, una coscia a un inguine, un dorso a un palmo.

- Sei comoda così? – motteggiò Lauren, mentre la compagna le si spalmava addosso, come vischiosa marmellata su una fetta di pane nero. Beandosi dei goffi colpi che riceveva, sull'anca e sulle coste, si rilassò contro lo schienale, quindi ne approfittò per attingere un respiro dai suoi riccioli vaporosi (mango, cannella e arancia) e stendere un arto lungo il margine superiore della panca.

- Non ti fingere che ti dispiaccia -.

- No, infatti: lo adoro -.

A quell'altezza da terra, gli schiamazzi vivaci e dei bambini che si rincorrevano per il parco e quelli capricciosi di coloro che invece si incaponivano su una giostra, nella speranza di tardare il rientro a casa, giungevano ovattati alle loro orecchie ronzanti, mescolati furiosamente alla musica energica che scuoteva le viscere della terra e al chiacchiericcio insetticida degli adulti.

White Dress or AllelopathyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora