Capitolo 11 - Bridget

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Aver convinto l'infima a lavarsi i capelli e usare la spazzola era stata la vittoria più grande di quei giorni. Era appena più presentabile in quel modo, con i capelli che si erano raccolti in boccoli più o meno ordinati. Uno le ricadeva sulla fronte, di tanto in tanto lo arricciava sul dito e poi lo lasciava andare nello stesso momento in cui sbuffava e girava pagina.

Sbatté le palpebre e distolse lo sguardo. Non poteva passare il tempo a fissarla, se alzava gli occhi dal libro l'avrebbe vista e non aveva alcuna scusa da darle.
Non si era mai distratta così tanto.

Non voleva arrivare a pensare che tra loro ci fosse quel tipo di legame, ma per come si sentiva vicino a lei, non trovava altra spiegazione. Avrebbe dovuto ingoiare l'orgoglio e andare a chiedere se era stato lo stesso per gli altri. Non aveva senso, era successo troppo in fretta: i casi che conosceva si erano sviluppati su anni. Non voleva aggiungere un altro problema e poteva illudersi quanto voleva, ma se ci fosse stato qualcuno di un'altra gens, non si sarebbe fatta troppi dubbi.

Si appoggiò allo schienale, serrò le labbra e incrociò le braccia.

Avrebbe riso per sempre se era finita in quel modo. Tutta la gente che aveva sedotto e che da cui si era lasciata sedurre a Scaldenn... inutile. Era sempre stata convinta che sarebbe stata lì, non qualcuno di Ragac Point arrivata per caso nella propria vita. Odiava quanto fosse ironica la vita.

Spostò appena la sedia e l'infima alzò lo sguardo, richiamata dal rumore.

«C'è qualche problema?»

«No» le rispose alzandosi. «Ho solo bisogno di trovare un altro libro.»

«Oh, okay.»

Aspettò che tornasse a guardare quello che aveva tra le mani prima di spostarsi. Avrebbe dovuto spulciare tutti i possibili libri sull'argomento, ogni singola pagina poteva portare ad avere una mezza risposta. Ingoiò a vuoto, senza sapere a chi avrebbe potuto chiedere: non c'era nessuno a cui potesse rivolgersi per una questione del genere. Non voleva interferire con le indagini, ma il proprio bisogno di cercare altre informazioni sulle fiamme sacre era difficile da mettere a tacere. Si infilò in uno scaffale a caso, scorrendo i titoli. Non era nemmeno nella sezione giusta, delle ricette tipiche se ne faceva ben poco. Incredibile anche come riuscissero a occupare un intero scaffale e metà di quello sottostante. La parte successiva riguardava l'agricoltura e l'allevamento. Aveva proprio scelto la sezione giusta.

O forse il pensiero le era venuto solo perché gli ultimi giorni erano stati passati in compagnia quasi esclusiva dell'infima. Poteva contare sulle dita le persone che aveva visto: il padre, qualche cameriere, i soliti quattro soldati di guardia e Clelia che non le aveva più rivolto la parola.

Passò le dita sul dorso di alcuni libri.

Fiamme sacre, non sapeva nemmeno il suo nome. Anche chiedere consiglio in forma anonima era inutile: era l'unica che era tornata con una della quinta gens.

Aggrottò la fronte. Fino a quel momento non ci aveva fatto caso, ma se le creature umbre erano più deboli per la mancanza delle fiamme sacre, perché erano tornate solo in due?

Ritornò nel corridoio, i pugni stretti lungo i fianchi. Doveva affrontare Clelia e chiarire quella situazione. Non poteva essere una coincidenza che quando il Consiglio si piegava verso le richieste di qualcuno di particolare, negli ardenti agri si verificavano strane cose. Non aveva mai immaginato un futuro senza le fiamme sacre e ora che ci si trovava nel mezzo non sapeva dove fare il passo successivo. Le era crollata la vita addosso. Ogni goccia di sudore spesa era stata inutile. Le notti passate a studiare non sarebbero servite a niente. Le creature umbre erano state le prime a sparire, poi? La propria energia? Senza il fuoco, la prima gens non era più niente. Nella scala sociale sarebbero finiti ancora più sotto della quinta.

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