La realizzazione di essere stata lasciata di nuovo sola arrivò quando le lancette dell'orologio batterono la nuova ora. Uno scocco secco che la fece sobbalzare.
Quanto tempo era rimasta a fissare quell'automa? E soprattutto da quanto Testa Rossa se n'era andata? Da quando erano tornate – due giorni prima? Possibile che a Scaldenn il tempo scorresse in modo diverso? – aveva perso il conto delle riunioni in cui era stata trascinata.
Si stropicciò gli occhi, cercando di rimanere sveglia. Era la prima volta che si sentiva abbastanza libera. Si avvicinò alla finestra: da lì di certo non poteva fuggire. A occhio e croce, il volo che l'aspettava era di almeno due piani e non aveva il potere del volo della tertia. Mettere il naso fuori dalla porta forse era peggio degli ardenti agri: senza una mappa non sarebbe riuscita a tornare a Ragac Point. Maledizione, nemmeno sapeva in che punto si trovava di Scaldenn e quali strade prendere per evitare le ronde.
Strinse le braccia al corpo. almeno era viva. La sparizione delle fiamme sacre, per quanto evento preoccupante per la prima gens, non avrebbe impattato troppo la propria vita. Avere un'opportunità di tornare a casa, invece, era una benedizione che non si aspettava. Lì intorno poteva intascare qualche piccolo oggetto per rifarsi una vita. Testa Rossa non se la sarebbe presa, visto che era stata lei a rovinarla per prima.
Eleanor si avvicinò all'orologio alla parete: non aveva mai visto una cosa simile. C'erano due quadranti, uno con le ventisei divisioni della giornata e l'altro, disposto sotto e spostato dalla verticale, che indicava qualcosa. Aveva una lancetta più spessa che era fissa all'inizio della tonalità di rosso più chiara. Andando in senso orario, si scuriva nelle altre tre fette. Forse indicava le stagioni.
Era diventato ovvio che le piacesse quel colore: ovunque guardasse, se non era oro, era rosso.
Spostò lo sguardo sulla libreria alla parete: i volumi erano ordinati per dimensione, quelli più alti sulla sinistra, fino a discendere ai volumetti sull'altro lato. In qua e là erano disposti oggetti, all'apparenza privi di senso. Avrebbe odiato spolverarli, con tutte quelle piccole parti meccaniche. Si spostò lungo il mobile con la testa piegata per leggere i titoli. Non c'era niente che sembrasse interessante, tutti in una lingua strana e dall'aria di essere noiosi. Allungò una mano per dare la spinta a un uccello appoggiato su un pendolo e proseguì. Non era sicura che potesse mettere le mani nelle cose di Testa Rossa, ma non c'era niente di meglio da fare.
Voltò le spalle alla scrivania per osservare meglio la stanza. Il letto era opposto alla finestra, al centro si trovava un divanetto e un tavolino. La cesta di frutta appoggiata sopra l'attirava come i moscerini sulla verdura ammuffita. La libreria proseguiva su tutte le pareti, arrivando alla porta di un'altra area.
Nel corridoio non sembrava passare nessuno. Poteva ancora guardare in qua e là.
Proseguì lungo la libreria, la mano che sfiorava appena la mensola. Così tante cose in un solo posto non le aveva mai viste. Era difficile da credere, anche se lo stava toccando. E poi, il solo ricordo della stanza che le era sempre sembrata grande, in confronto a quella di Testa Rossa, le dava un senso di stretto. A ripensarci, forse era più grande la cella in cui l'avevano tenuta la prima notte.
Si avvicinò al divano e si lasciò cadere tra i cuscini. Ci affondava da quanto erano morbidi.
Allungò un braccio per afferrare un'altra arancia. Ne erano rimaste altre due, sormontate da grappoli d'uva e altra frutta che non aveva mai visto.
Si appoggiò allo schienale, iniziando a sbucciare il frutto. In un angolo del tavolo erano disposte quattro cornici. Testa Rossa e la famiglia, a una prima occhiata.
Ricordi felici degli stessi anni in cui a Ragac Point si cercava di sopravvivere e basta. Quello che si era immaginata sempre dalla prima gens, una vita felice che non avrebbe mai potuto avere.
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Fiori di fuoco
FantasyEleanor non ha mai conosciuto altro a Scaldenn che non fosse l'odio e il disinteresse: segnata dall'appartenere alla quinta gens, non può fare altro che cercare di sopravvivere e sperare che non arrivi una condanna ingiusta anche per lei. Bridget J...