Capitolo 13 - Bridget

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Il tempo che aveva dato a Theo era stato fin troppo: l'infima – o Eleanor, stando a quei pochi discorsi tra loro che aveva ascoltato – non era riuscita a combinare niente di buono. Le era sembrato di morire dentro ogni volta che l'aveva guardata mentre cercava di evocare l'energia. Alla lunga, gli aveva lasciati da soli. Era uno spettacolo che non riusciva a reggere, quasi peggio dei bambini di quattro, cinque anni che cantavano nelle occasioni speciali.

Aveva qualche scintilla in più tra i capelli, le aveva dato la scossa nel passarle una coperta, ma oltre a quello non aveva combinato niente di buono. Quei passi in avanti erano troppo piccoli per considerarli importanti: non le chiedeva troppo, ma almeno un fulmine. Uno. Qualcosa che potesse riaccenderle la speranza.

Più i giorni passavano e meno si sentiva sicura: gli ardenti agri le avevano distrutto le certezze, ogni rintocco delle lancette le portava via quei pochi granelli che le erano rimasti addosso.
Si strinse nelle braccia. Era una fortuna che fosse da sola, che nessuno potesse vederla tentennare.

Come si cambiava obiettivo nella vita? Come si poteva prendere una direzione diversa quando tutto quello che conosceva, tutto quello che sapeva fare era legato a un evento ben specifico?

Non c'era nessuno a cui avrebbe potuto chiedere aiuto. Conosceva già le risposte: per i genitori si sarebbe tutto risolto, le fiamme sacre non sarebbero state spente per sempre. La vita sarebbe tornata a essere quella che conoscevano. Non ne era così sicura, e la lentezza del Consiglio di fare qualcosa per la suddetta questione era difficile da digerire. Non sarebbe stato ignorando il problema che tutto si sarebbe risolto.

Alzò una mano davanti al volto. Il calore si allargò dai polpastrelli verso il polso quando una fiammella la circondò. La propria energia era sempre lì, anche se la fonte era sparita. Una preoccupazione in meno, per il momento. Ingoiò a vuoto, scosse la mano per farla sparire e poi fece un passo avanti. Non si era mai fatta distrarre da niente e da nessuno, ogni volta aveva puntato al massimo e in quel momento si trattava solo di dare le migliori possibilità di riuscita all'infima.

Si morse un labbro, si stropicciò la fronte, poi portò i capelli indietro. Non ricordava nemmeno l'ultima volta in cui era salita in soffitta e non aveva idea di dove partire, cosa che, aggiunta al terrore di dimenticarsi la disposizione del contenuto all'intero dei bauli la spingeva a voler restare lì a fissarli. Come se l'oggetto della sua ricerca potesse uscire da uno di essi e arrivare da lei.

Inspirò a fondo e l'odore di polvere le riempì il naso, prima di costringerla a starnutire.
Asciugò la goccia di muco con il dorso della mano, poi si guardò intorno: non c'erano targhette che identificano il contenuto dei vari bauli, avrebbe dovuto partire da uno e controllarli tutti o aspettare che i genitori tornassero dall'ennesimo pranzo a cui erano stati invitati. Spostò il peso da un piede all'altro. In entrambi i casi, il tempo sarebbe stato lo stesso.

Doveva trovare la ruota di Riggs. Quell'oggetto che aveva tormentato i suoi sogni per settimane era il modo perfetto per farla arrabbiare. Era sul punto di rinunciarsi a farlo di persona: qualunque cosa le dicesse, era pronta a rispondere a tono. Sembrava si fosse allenata per tutta la vita e che non avesse altro obiettivo nelle giornate se non tenerle testa..
Non avrebbe mai detto che avrebbe trovato qualcuno peggiore di Clelia nella quinta gens. Era feccia, per altri motivi. O forse condividevano qualche antenato, visto che il modo con cui le dava fastidio a pelle era molto simile.

Scosse la testa, come se le fosse stato possibile scacciare i pensieri che la stavano solo distraendo. Non era il momento di pensare, era il momento di agire.

Si avvicinò al primo baule sulla sinistra e girò la chiave infilata nella chiusura. Sollevò il coperto con un grugnito, dando un'occhiata all'interno: impilati in modo ordinato, c'erano solo i vecchi vestiti suoi e del fratello, tenuti da parte solo per passarli a futuri eredi. Lo abbassò di colpo. Forse quello successivo, se riguardava ancora le cose di quando era piccola. Doveva avere sui dieci, dodici anni l'ultima volta che l'aveva vista.

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