Capitolo 33

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Isabelle

L'aria è tesa come la corda di un violino.
La preside e il professor Allen, mi hanno portato nell'ufficio della prima per discutere circa la gravità dell'aver mentito riguardo cosa mi è successo.
C'è un silenzio tombale, dopo che mi hanno urlato contro che sono un'incosciente e tutte queste cose inutili.
Sapete cosa? Sono stanca di sentirmi dire di stare al mio posto.
Io voglio combattere, insieme ad Adam. Quindi poco mi importa di quello che dicono.
<<Per oggi è tutto>>-sentenzia, la preside, dopo il mio silenzio in cui non ho detto una parola. Ho semplicemente annuito per quasi tutto il tempo. <<Puoi andare>>-continua.
La bella notizia? È che mi ha permesso di rimanere all'istituto, a patto che non usi più la mia magia.
Mi alzo, salutando educatamente entrambi. Appena esco, ritrovo Adam seduto su una sedia.

Ha le mani tra i capelli e lo sguardo teso. Appena mi vede, tira un sospiro di sollievo e si alza per venirmi incontro.
<<Ehy, che cosa ti hanno detto?>>-domanda, abbracciandomi. Gli dò delle pacche sulla schiena e sospiro.
<<Non molto. Hanno urlato, più che altro>>-inizio, staccandomi per guardarlo negli occhi. <<La buona notizia è che sei ancora tra noi>>-continuo, facendo sparire sul suo viso quell'espressione spaventata. Lo so, so che non vuole finire espulso. Che non vuole tornare a casa.
Mi premeva più questo, che subire chissà quale punizione.
Ride, portandosi una mano sul petto.
<<Menomale>>-dice, prendendomi poi per mano. La stringe alla sua, come se ne sentisse il bisogno. <<E tu? Ti ha permesso di restare?>>
Annuisco. Non so quale santo mi abbia aiutato, però.
<<A patto che non usi la mia magia>>-gli rispondo.
<<Beh, almeno è già qualcosa>>-dice, mettendomi un braccio sulle spalle e passeggiando per il corridoio.
<<Già. Proteggersi è un optional in quest'istituto>>-dico, con sarcasmo.
Prima che possa dire altro, il professor Allen esce dall'ufficio.

<<Adam, posso parlarti un attimo?>>-domanda, facendoci fermare sul posto.
Ci voltiamo verso di lui.
<<Certo>>-risponde Adam, poi voltandosi verso di me. Mi prende il viso a coppa, dandomiun bacio sul naso. <<Resta qui. Torno subito>>-annuisco, osservandolo mentre fa una corsetta per raggiungere il professore.
Entra nell'ufficio e si chiude la porta alle spalle. Chissà che cosa avrà da dirgli.

Adam

<<Che cosa devi dirmi?>>-domando, osservando l'arredamento nuovo dell'ufficio.
Che cambi radicali ultimamente...quasi come stesse cercando di traslocare. Da un arredamento sfarzoso, ad avere quasi solo la scrivania.
Ah però, qualcosa non quadra.
<<Ho saputo che vuoi prenderti una pausa>>
Forse sono rimasto così scioccato dalla notizia, che credo di stare impazzendo. Non sono l'uomo più felice del mondo anzi, sono in guai seri.
<<Adam?>>-il professore mi richiama, schioccando due dita davanti al mio viso. Scuoto la testa, tornando alla realtà.
Vero, gli avevo spiegato il fatto di volermi prendere una pausa dagli allenamenti. Qualche giorno fa.
<<Sì?>>-domando.
<<Ti ho chiesto perché lo vuoi fare>>-ribadisce, serio. <<È abbastanza rischioso perdere un soldato. Se venissimo attaccati->>-continua, ma lo precedo.
<<Lo so, perderemmo la battaglia e moriremmo tutti. So come funziona>>-è quello che dice sempre. Il problema è che ho seriamente bisogno di una pausa, prima di crollare.
Allen poggia due mani sulle mie spalle, stringendole leggermente. Mi guarda dritto negli occhi, quasi come a implorarmi di cambiare idea.
Si è affezionato a me, lo conosco da anni ormai. Da quando ero piccolo.
<<Sei il guerriero più forte che io abbia, Adam. Perchè ti stai abbattendo così?>>-domanda, preoccupato.

Distolgo lo sguardo, cacciando indietro le lacrime. Forza, Adam, forza. Fai l'uomo. <<C'entra una ragazza?>>-continua.
Colpito e affondato. Mi asciugo velocemente una lacrima, raddrizzando la schiena.
<<Non ha importanza chi centra>>-rispondo, voltandomi per andare via.
Non posso dirgli che ho il destino segnato. Che ho paura.
Paura. Con la p maiuscola.
<<Invece sì, perchè stai mettendo a rischio le vite dei tuoi amici. Di tutti qui all'istituto>>-dice, ma cammino senza ascoltarlo. <<Di Isabelle>>-continua, costringendomi a fermarmi di scatto.
Mi volto, serrando la mascella.
<<Cosa sai tu di Isabelle?>>-gli domando, così serio da spaventarmi da solo.
Non gli ho mai parlato di Isabelle. Perchè adesso sa che lei c'entra qualcosa?
<<Non darmi del tu qui dentro, te l'ho già detto>>

The Morningstar Witch- Vinnie HackerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora