Capitolo 14

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Isabelle

Sono confusa.
Molto, anzi. Ho parlato ore con Adam della sua vita e non ha mai accennato al fatto di avere un fratello.
Alzo lo sguardo verso il suo.
<<Adam non mi hai detto di avere un fratello>>-gli dico. Si capisce lontano un miglio che è teso. Non mi guarda neanche in faccia, guarda il fratello.
Col tipico sguardo di uno che non se l'aspettava e, al tempo stesso, vorrebbe ucciderlo seduta stante. Percepisco la rabbia nel modo in cui stringe i pugni.
<<Maggiore, sì. Agente Murphy, delle forze armate americane>>-risponde, il fratello, mostrandomi il distintivo con un sorriso cordiale.
<<Piacere di conoscerla, signor Murphy>>
Ride, scuotendo la testa. Per un attimo, mi è sembrato di vedere Adam.
Sembrano così simili.
<<Puoi darmi del tu>>-dice, afferrandomi la mano e baciandone il dorso con galanteria.
Ok...
Arrossisco lievemente, annuendo.
<<Lavori sulla terra?>>-domando, curiosa.
Annuisce, portandosi le mani in tasca e drizzando la schiena.
<<Se così vuoi chiamarla, sì>>-accenna un sorriso, poi i suoi occhi passano in rassegna su Adam. <<Fratello, sembra che il gatto ti abbia mangiato la lingua. Dì qualcosa>> -gli dice, emettendo una risatina, spingendolo scherzosamente da una spalla.

Adam serra la mascella. Corruccio le sopracciglia.
Mi chiedo perché questa reazione.
<<Non pensavo di vederti qui>>-risponde, un tantino freddo.
<<Beh, quando sei il figlio del re che ha contribuito a tutto questo un pensierino a farti entrare te lo fanno>>-Frank sorride. Ma c'è qualcosa, nel suo sorriso strano, che mi fa rabbrividire.
Ma non so dire esattamente cosa.
<<Scusatemi un secondo, devo andare in bagno>>-Adam fugge nella direzione opposta alla nostra, incamminandosi tra la folla di persone.

Ci resto visibilmente perplessa. Perchè all'improvviso è così freddo e distaccato? Spero di non aver detto qualcosa di sbagliato.
<<Sai che gli prende?>>-domando, a Frank. Alza le spalle, afferrando un bicchiere che un gentile barista gli ha appena poggiato sul tavolo.
Lo ringrazia con la mano e lo osserva andar via, mentre sorseggia.
<<Di solito, avvampa quando vede una bella ragazza come te. Ma stavolta, non so proprio cosa dire>>-spiega, portando i suoi occhi su di me. Sembra curioso. O forse, sta cercando qualcosa di particolare in me da suscitargli interesse. <<Piuttosto, parliamo di te. Mi è stato detto, che ti sei appena trasferita al Morningstar. Come ti stai trovando?>>-continua.

Sospiro. Non so cosa rispondere a questa domanda. Vorrei dire tante cose, ma la mia mente si rifiuta di ricordare.
<<Abbastanza bene. Hai detto di essere un marines? Sei andato in guerra?>>-domando, deviando il discorso.
Annuisce, con un sorriso. Come se ricordarlo, gli facesse bene al cuore.
<<Tante volte. Con mio padre, soprattutto. Lui adora fare a pezzi la gente che se lo merita>>
<<Inquietante>>-scherzo, emettendo una risatina.
Anche se ne sono davvero inquietata.
Annuisce, ridendo.
<<Okay scusa, forse ho un po' esagerato. Colpa dell'alcol>>-dice, strizzando gli occhi.
Lo osservo, nel suo modo di fare. Tutto sommato, sembra un ragazzo per bene.
<<Anche mio nonno ha servito per gli Stati Uniti >>-gli rivelo, spezzando il silenzio che si era creato. Alza la testa, stupito.
<<Tenente anche lui?>>-domanda.
Scuoto la testa. Il marito della donna che mi ha cresciuta in orfanotrofio, era un sottotenente dell'esercito. Lei mi raccontava sempre storie su di lui, su come si erano conosciuti in Vietnam.
Purtroppo, però, lui venne a mancare qualche anno fa. Proiettile dritto alla testa, che riposi in pace.
<<Sottotenente, secondo battaglione>>-gli rispondo.
<<Il mio>>-rimango spiazzata. Spero di averci sentito male. Come fa un uomo di 25 anni o poco più, ad essere il capo di un battaglione di più di 70 anni fa? Appena vede la mia espressione confusa, ride. <<Oh scusa, già devi perdonarmi. Noi siamo->>-sta per dire qualcosa, ma Adam fa il suo ritorno.

Mi mette una mano sul braccio.
<<Scusate se vi interrompo, ma dobbiamo andare>>-dice, velocemente, incamminandosi con me.
<<Un attimo, fratello. Non vedi che sto intrattenendo un'interessante conversazione con un'altrettanto interessante ragazza?>>-Frank ci costringe a fermarci.
Adam abbassa lo sguardo su di me, in cerca di un consenso. Immagino che debba dargli una risposta.
Porto il mio su Frank.
Magari può dirmi di più su quello che sto cercando di scoprire.
Che Adam non deve sapere, ovvio.
<<Dacci due minuti>>-gli dico, stringendogli dolcemente la mano. Adam non sembra tanto convinto, ma annuisce. Mi lascia andare la mano e mi incammino verso Frank.

Che mi prende in disparte, mentre passeggiamo per la stanza e arriviamo in un corridoio stretto e rosso.
<<Senti, sarò sincero con te ora che Adam ci tiene d'occhio. Lui non lo sa, mi raccomando acqua in bocca>>-dice, riferendosi al fratello.
Sembra strano. Perchè non deve saperlo?
<<Dimmi>>-gli dico, comunque. Si accerta che nessuno ci stia guardando.
<<Sono un agente della CIA, sottocopertura. Devi aiutarmi a trovare una persona, accusata di omicidio>>-dice, poi.
<<Perché proprio io?>>-domando, non capendo.
Si avvicina pericolosamente a me. Finge di accarezzarmi i capelli, appena passano due uomini in giacca e cravatta dallo sguardo minaccioso.
Appena se ne vanno, si allontana.
<<Pare che questa persona, stia uccidendo inmocenti per arrivare a te>>-risponde.
Ecco quello che cercavo di sapere. Deve sicuramente trattarsi degli incubi che faccio. Non lo rivelo neanche a me stessa, ma c'è una donna che vedo. Una, che mi dice vuole uccidermi.
<<Va bene...allora...>>-deglutisco, tesa. <<Portami da lei>>-continuo, nonostante ciò, decisa.
Annuisce, prendendomi sottobraccio. Apre la porta del bagno delle donne.
<<Fingi di non essere agitata. Schiena dritta, non guardare mai a lungo qualcuno o penseranno che lo stiamo pedinando>>-mi spiega e lo faccio.
<<D'accordo>>

Appena mettiamo piede nel bagno, succede qualcosa che non avrei mai pensato.
Frank afferra la sua pistola e mi dà un colpo così forte dietro la nuca, che svengo seduta stante.

Adam

Chiamo Isabelle, per l'ennesima volta, fermandomi davanti alla porta del bagno delle ragazze.
Ho visto lei e Frank venire qui, mezz'ora fa. Ma non sono più tornati.
Ho un'ansia pazzesca.
Il mio istinto le dice che le è successo qualcosa. Una parte di me, invece, sa che quella ragazza ha fegato e non si farà intimorire con poco.
Sperando sia così.
~Ciao, sono Isabelle. Al momento, non posso rispondere. Però puoi sempre lasciare un messaggio dopo il bip~

Riattacco, teso. Non c'è quasi nessuno in questo corridoio, il che mi mette i brividi. 
Improvvisamente, qualcuno apre la porta del bagno. Con una mano, mi afferra dal fianco.
Mi attira a se.
La sua spada, mi trafigge lo stomaco. Sgrano gli occhi, iniziando a sentirmi improvvisamente privo di aria.
C4zzo.
<<Io non dimentico>>-mi sussurra all'orecchio, prima di estrarla con violenza e spingermi contro il pavimento.
Cado a quattro zampe, tenendomi la pancia insanguinata tra le mani. Boccheggio, a malapena.

The Morningstar Witch- Vinnie HackerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora