Capitolo 11

212 6 0
                                    

Isabelle

Entro nella sala musica, lasciando lo zaino in un angolino.
Sospiro, sfilandomi la giacca e raggiungendo il pianoforte. Ne accarezzo la superficie, ricordando di quando all'orfanotrofio non facevo altro che suonarlo con mia nonna.
Quando era ancora viva.
Alzo il coperchio, mettendomi seduta.
Forse mi ricordo ancora come si fa.
Inizio a muovere le dita, ornate da alcuni anelli, in modo leggero e morbido sui tasti bianchi e neri.
Solas-Jamie Duff. L'ho sempre adorata. Ha un modo di trasmettervi pace e calma, anche quando sarebbe impossibile, strabiliante.

Dopo quello che è successo poche ore fa, non faccio che pensare ad altro. Solo la musica, è la mia alleata.
Harper entra in sala. Riesco a percepire il suo inconfondibile profumo di Dior, da miglia e miglia.
Con la magia, prende a sè una sedia e la mette al mio fianco. Continuo a suonare, senza fermarmi.
Silenziosa, si siede e mi osserva con in mano una bottiglia di vodka e due bicchieri.
<<Ti va di parlarne?>>-domanda.
Mi fermo, raddrizzando la schiena. Osservo la bottiglia che ha poggiato sulla superficie del pianoforte.
<<Non di certo davanti a una bottiglia di Vodka>>-le dico, disgustata. Come con qualsiasi forma di alcol.
<<Che ha di male?>>-domanda, leggendone l'etichetta.
<<Sono astemia>>

Ride, scuotendo la testa. Sembra che l'abbia divertita la mia risposta. Mi dà una gomitata amichevole.
<<È quello che vuoi farci credere. Andiamo, ti ho vista bere di nascosto. Non lo dirò a nessuno>>-dice, riempiendomi il bicchiere e porgendomelo. Sospiro.
Mi ha scoperto. Ma, dopotutto, cosa vuoi che succeda?
Afferro il bicchiere, aspettando prima di bere.
<<Se inizio a parlare di sproposito, la colpa sarà solo tua>>-le dico, emettendo una risatina.
Alza le spalle, tranquilla. Si versa della vodka nel bicchiere, portandoselo alla bocca per un sorso.
<<Non ti giudico. Nessuno qui lo fa, apparte gli stronzi che ti vogliono morta>>-dice, poi sorseggiando di nuovo.
<<Già. Immagino che da oggi, debba tenere gli occhi aperti>>-sorseggio, strizzando gli occhi per l'improvvisa amarezza in bocca.
Scuoto la testa, tossendo leggermente.
<<E io con te...>>
Dal modo in cui l'ha detto, sembra preoccupata. Guarda davanti a sè, pensierosa.

Mi sento immediatamente in colpa. Lei non avrebbe dovuto parlarmi quel primo giorno di college, perché porto solo guai.
<<Mi dispiace. Io...non so cosa mi sia preso. Ero con Adam e l'attimo dopo>>-le dico, poggiando il bicchiere sul pianoforte. <<Ero in un mare di ricordi brutti>>-continuo.
Annuisce, versandosi altra vodka poichè l'ha finita.
<<Posso solo immaginarlo. Una volta, a mia nonna successe di perdere il controllo che per una spilletta che le era caduta dalle mani. Rischiò di fare una strage>>-racconta, versandola anche a me.
Oh cavolo. Mi sono appena accorta di aver bevuto tutto il contenuto del bicchiere. Come è successo?
<<Riuscì a controllarsi?>>-domando, curiosa.
Annuisce, sorseggiando.
<<Proprio come Adam ha fatto con te>>-fa una pausa. Con la sua magia, sollevando una mano davanti a sè e muovendola in modo leggiadro, parte un ologramma dell'evento. Una signora e un signore anziani, avvinghiati in un mare di mobilia sparsa qua e là. Come se si stessero proteggendo, ma in realtà è lui a proteggere lei. Osservo, con stupore e un sorriso dolce. Sembra un quadro. <<Fu mio nonno, a riportarla indietro. Ricordo ancora quando le disse 내 곁에 있어줘>>-finisce, abbassando la mano.
<<Che significa?>>
<<Resta con me>>-risponde. Improvvisamente, si apre un sorrisetto sul suo viso. Mi scosta i capelli da un lato, per osservare il piccolo tatuaggio che ho sul collo. Un cuore avvolto da filo spinato, di solito mi vergognerei a farlo vedere a qualcuno. <<Che cosa c'è tra te e il biondino sexy?>>-continua, rischiando di farmi affogare con la vodka.

Sgrano gli occhi, arrossendo di botto.
<<Cosa?>>
<<Ti si forma un sorriso quando ti parlo di lui>> -dice. Resto in silenzio, percependo il cuore che mi batte forte nelle orecchie. Quello che è successo con Adam oggi, riparte in loop nella mia testa. Il bacio che mi ha dato. La sensazione di essere rinata. Come se avesse acceso una fiamma in me, che non riesco a spegnere. <<Vi state frequentando?>>-continua, curiosa.
Scuoto la testa, leggermente confusa.
Non so cosa siamo. Perchè, ovunque mi giri o vada, lui è con me. E io, ovviamente, non rifiuto di stare con lui.
È come un'inconsapevole attrazione reciproca.
<<No. Siamo...amici>>-rispondo.
Ridacchia.
<<Amici amici...>>-dice, facendo una pausa per bere tutto d'un sorso. <<Anche io e Leon eravamo così. Poi, le cose sono andate diversamente>>-continua, poggiando il bicchiere sul piano con la delicatezza di un ippopotamo.

The Morningstar Witch- Vinnie HackerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora