Capitolo 15

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Adam

Gattono, debolmente, cercando di raggiungere la maniglia del bagno su cui posso tirarmi in piedi.
Allungo il braccio, ma l'uomo mascherato che mi ha appena aggredito mette violentemente un suo piede su di esso.
Me lo spezza, costringendomi a urlare dal dolore. Ride.
<<Ho sempre desiderato di vederti soffrire>>-mi prende a calci nello stomaco, così forte che per un po' ci vedo doppio.
Dolore. Tanto ma tanto...dolore.
Gemo, resistendo per quanto mi è possibile. Ma è tutto così violento, insopportabile. È come se tutte le ossa mi si stessero spezzando, mi tremano le gambe.
Sento il cuore venire meno, respiro dopo respiro.

Non riesco a difendermi. Nè tantomeno riesco a guarire.
E ora cosa faccio?
Tossisco sangue, spargendolo per terra.
Quando ha smesso di prendermi a calci, fa una pausa per prendere qualcosa dalle tasche.
Ne approfitto per riprendere fiato, voltarmi in pancia in su e guardare il soffitto.
Devo fare qualcosa.
Devo reagire.
Prende un coltellino tascabile.
<<Ora vediamo come ci si sente ad essere brutti>>-Si china sul mio corpo ma, prima che possa sfigurare il mio viso, gli dò una testata così forte da destabilizzarlo.

Trattengo il dolore, facendomi forza.
Non morirò sconfitto. Morirò provandoci.
Si rimette in piedi, barcollando. Con tutta la forza che ho, sebbene ogni respiro sia una tortura dal dolore lancinante, mi rimetto in piedi strisciando contro un muro.
Inizio a prenderlo a pugni in faccia. A ginocchiate nello stomaco.
Gli rompo il labbro, ma sono troppo debole per metterlo a terra. Mi afferra dalle spalle, sollevandomi quanto basta per lanciarmi dietro di lui con una rovesciata in aria.
Sbatto violentemente la schiena per terra, gemendo dal dolore.
Sono esausto.

Una lacrima riga il mio viso, ma non mi arrendo.
Prima che possa infilzarmi di nuovo con la spada, nel petto, rotolo a destra.
Mi rimetto in piedi, barcollando. Con un pugno, rompo il vetro dell'estintore al mio fianco.
Velocemente afferro il tubo e lo attorciglio strettamente attorno al suo collo. Boccheggia, cercando di liberarsi. Gli dò un calcio dietro le ginocchia, costringendolo a cadere.
Mi avvicino al suo orecchio, non prima di aver sputato del sangue per terra.
<<Ripetimi chi diavolo sei.>>-dico, a fiato corto.
Io non dimentico. È quello che ha detto, ma non capisco perché.

Invece di rispondermi, ringhia e mi dà una serie di coltellate nel petto.
Indietreggio di scatto, andando a sbattere contro un muro.
Cazzo.
Non mi arrendo, ancora. Gli corro incontro, dandogli una testata nello stomaco. Lo atterro. Mi metto sopra il suo bacino, gli tengo i polsi saldamente fermi nonostante si dimeni.
Gli dò un pugno sul naso, stordendolo.
Gli prendo il coltello dalle mani, puntandoglielo alla gola.
Non voglio ucciderlo.
Ma è più forte di me. Invece di tagliargli la gola, lo conficco nella spalla, scavando a fondo.
Urla dal dolore.
Serro la mascella, fermandomi solo quando raggiungo l'osso.
<<Perchè cerchi di uccidermi?>>
Non risponde. Come immaginavo.
Scavo ancora più a fondo.
<<Ok okay, te lo dico ma ti prego smettila>>-mi fermo, credendogli sulla parola.

Preso alla sprovvista, riesce a darmi un calcio nello stomaco. Rotolo all'indietro, con una capriola, sdraiandomi a pancia in giù sul pavimento.
Ecco. Sono arrivato al capolinea.
Stanco, alzo debolmente la testa e metà corpo per vederlo mettersi in piedi. Pronto a fuggire, mentre si tiene la spalla.
Non così in fretta.
Afferro il coltello che ancora ho, lanciandolo dritto nel bersaglio: la gamba.
Si inginocchia, urlando dal dolore. Ma riesce a rimettersi in piedi e zoppicando, se ne va via.
Mi accascio, sfinito e in fin di vita.
Non pensavo che sarei morto, prima di dire a Isabelle che la amo.

Harper

Corro nel corridoio dove ho sentito le urla, inconfondibili.
Credevo fosse Leon, ma solo dopo pochi secondi ho capito che si trattasse di Adam.
Infatti, è lì disteso per terra davanti a me.
Dio, sembra morto.
Spero, anzi prego, che non sia così.
<<Adam!>>-esclamo, col cuore che mi esplode nel petto. Mi inginocchio al suo fianco, mettendoci forza per ribaltarlo a pancia in su.
Gli osservo il corpo, a occhi sgranati per il terrore. Non si sveglia.
È ferito a morte...

The Morningstar Witch- Vinnie HackerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora