𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 𝟖

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Di mattina presto, Mario e Stefano si diressero a casa di Lyon.

La prima volta che non suonavano il campanello a ripetizione per farsi venire ad aprire.
La prima volta che non venivano accolti con gentilezza da Anna e cacciati a calci nel sedere da Lyon. Poi fatti rientrare, sì, ma senza un caffè offerto.
Un tipico scenario che sembrava un ricordo così lontano.

Entrarono senza fare troppo rumore, come se ci fosse qualcuno da disturbare, e si diressero in camera da letto.
Lo strato di polvere sui mobili iniziava ad essere fin troppo spesso e il colore del legno della superficie non si riusciva più a distinguere.
Lyon era sempre immobile seduto sul letto. La sacca della flebo si era svuotata nel corso della giornata precedente e Mario la sostituì.

Come gli scorsi giorni, sarebbero dovuti uscire subito dopo aver sostituito la flebo e riunirsi agli altri per continuare le loro ricerche ma nessuno dei due avventurieri si mosse.

Quel silenzio era devastante.

In quel gruppo mai era stato possibile mantenere il silenzio per più di due secondi e la maggior parte delle volte proprio a causa di Lyon, con il suo tono di voce sempre di per sé alto o perché si infuriava contro qualcuno.

Era una situazione così surreale che ancora facevano fatica a crederci.
Speravano in cuor loro che niente di tutto quello fosse reale, che avessero preso una botta in testa e durante la perdita di coscienza le loro menti si fossero studiate uno scenario da incubo.

Stefano non riusciva a stare fermo. Prese a passeggiare per la stanza senza uno scopo preciso e sotto i suoi piedi le assi di legno scricchiolavano rumorosamente. Fosse stato tutto normale, Lyon l'avrebbe buttato fuori dalla finestra.
Mario invece si era seduto sul letto, proprio affianco all'amico incosciente.

«Lo sai, Lyon... Forse siamo vicini.» disse Stefano all'improvviso, mentre si appoggiava al mobile di fronte al letto.

Si tolse un po' di polvere che gli si era appiccicata sul palmo della mano che aveva appoggiato sul comò.

«È davvero assurdo quello che abbiamo combinato! Quando sentirai come ci stiamo muovendo per far tornare te ed Anna rimarrai senza parole.»

Ritornò il silenzio.
Non che Stefano si immaginasse di ricevere una risposta ma si sentì lo stesso un completo idiota. Lyon non aveva parole da troppo tempo.
Buttò un sospiro triste mentre con lentezza continuava a cercare di pulirsi la mano dai grumi di polvere.
Mario vide la tristezza prendere il sopravvento sul suo amico e decise di fare qualcosa.

«Abbiamo lasciato il comando a Strecatto.» prese anche lui a raccontare a Lyon «Non che ti abbia rimpiazziato, ovviamente, ma abbiamo seguito ogni sua idea. In effetti ci hanno portato a qualcosa... Ma ancora non siamo certi se questo qualcosa possa davvero aiutarci.»

Stefano sospirò ancora, incrociando le braccia al petto «Io voglio crederci, proprio come fa Stre. Se perdo quella poca positività che mi è rimasta penso che impazzirò.»

Mario si alzò dal letto per avvicinarsi a lui e posargli una mano sulla spalla.

Era terribile vedere un amico in una condizione così grave e sentirsi completamente inutili, sentirsi impotenti davanti al fato.
Non potevano negare a loro stessi che non erano riusciti a gestire il panico e di conseguenza non erano stati molto di aiuto nella ricerca di una una soluzione.

Si stavano affidando alle idee che proponeva Strecatto, che era praticamente l'ultimo arrivato nei WGF. Non che volessero sminuirlo o denigrarlo per ciò ma se prima loro potevano ritenersi i membri più affidabili per Lyon - compagni di una vita, di temerarie avventure verso entità superiori di Minecraft - in quei giorni si stavano sentendo soltanto delle palle al piede per il lavoro degli altri.
Sentivano di non star facendo abbastanza per Lyon e neanche per Anna.
E per quanto riguardava lei, erano tutti quanti sopraffatti dallo stesso dubbio: dov'era finita? Da qualche altra parte in quello stesso mondo o in un altro? O era davvero sparita per sempre?

𝑟𝒆 𝒂𝒓𝒆 𝒕𝒉𝒆 𝒃𝒓𝒂𝒗𝒆 ❬𝚆𝙶𝙵 𝙵𝚊𝚗𝙵𝚒𝚌𝚝𝚒𝚘𝚗❭Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora