𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 𝟐𝟖

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Lyon spalancò gli occhi.

I suoi polmoni iniziarono subito a pretendere un sacco di aria e prima di poter fare una qualsiasi cosa prese a respirare profondamente per regolarizzarsi il fiato.

Di certo non il migliore dei risvegli; curiosamente, gli sembrava di star vivendo un deja vu.

Si sentiva debole, disorientato e gli girava la testa.
Inoltre aveva ripreso conoscenza in maniera del tutto insolita in posizione eretta, in piedi sulle sue gambe, e tra il giramento di testa e l'intorpidimento dei muscoli non riuscì ad evitare di cadere all'indietro.

Nonostante la botta dolorosa al fondoschiena prese a massaggiarsi la testa nella speranza di farsi passare al più presto quella fastidiosa emicrania. Era davvero difficile far lavorare il cervello in quelle condizioni, talmente annebbiato che sforzarsi di ricordare aumentava soltanto il dolore; poteva ipotizzare ad un post sbornia della sera prima ma allo stesso tempo sapeva che la verità era molto più lontana da quella comoda motivazione.

Solo dopo che la nebbia nella sua testa si dissipò, con una lentezza esasperante, ogni ricordo inerente alla terribile esperienza vissuta tornò vivido.
Il cuore prese a scalpitare e gli salì in gola mentre il suo sguardo prese a scandagliare il circondario.

Si trovava al centro della strada che correva in mezzo al quartiere WGF, integro e illumanto dai raggi del sole, esattamente come doveva essere.
Dopo averlo visto sgretolarsi davanti ai suoi occhi come nel peggiore degli scenari apocalittici, vederlo nella sua normalità gli diede una sensazione di sollievo. Gli sembrò addirittura di trovarlo più bello di come se lo ricordava - quando in realtà lo andava spesso criticando volendo aggiornarlo ogni volta con qualcosa di innovativo -.
Ciò placò in buona parte la palpitazioni del suo cuore.

Poi udì delle voci familiari, parlare e ridere. Erano alte, a tratti soffocate e neanche troppo lontane da lui.
Quella sensazione di sollievo venne presto sovrastata da un impellente bisogno di avere prove concrete di ciò che stava sentendo.

Ignorando il fatto di dover ancora recuperare le forze, si alzò in piedi, barcollò un po' in avanti e seguì le voci fino ad arrivare ad un corridoio esterno fatto di cemento bianco che dava sugli ingressi della casa con mattonelle rosse e della casa con mattonelle gialle. Sulle soglie di questi, i proprietari, nonché i suoi due migliori amici, si stavano abbracciando.

«S-Sei vivo, Ste... Sei vivo!» mugolava il corvino, facendo fatica a parlare, per il pianto liberatorio o perché l'altro lo stava soffocando tra le sue braccia?

«E tu... Stai bene!»

Era una prova sufficiente per capire di non essere vittima di una illusione: i suoi amici si ricordavano cosa avevano vissuto... E cosa era successo loro.

Sentì un calore confortante espandersi dal suo cuore e per tutto il suo corpo. Era pura gioia.
Li raggiunse a grandi passi e saltò in mezzo a loro per unirsi all'abbraccio.

«RAGAZZI! STATE BENE!!!»

«LYON!!!» esclamarono insieme i due con gioia, stritolandolo con le braccia.

Sentire tutto quel calore, tutto quell'affetto e quella nostalgia continuava a dimostrare a Lyon di non star sognando.
I suoi amici stavano bene, non erano feriti... Non erano morti per mano di un demone. Erano lì con lui, sani e salvi.

"Quindi, se loro sono qui, allora anche..."

Neanche fece in tempo a finire di pensarlo che udì dei passi veloci vicino a loro, poi si sentì spintonato. Qualcun'altro si era unito all'abbraccio di gruppo.

𝑟𝒆 𝒂𝒓𝒆 𝒕𝒉𝒆 𝒃𝒓𝒂𝒗𝒆 ❬𝚆𝙶𝙵 𝙵𝚊𝚗𝙵𝚒𝚌𝚝𝚒𝚘𝚗❭Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora