𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 𝟏𝟕

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Dopo pochi secondi, anche se a lui parve una eternità, Lyon avvertì la velocità del vortice rallentare e il suo corpo cadde con un tonfo contro il terreno.

Era stato un teletrasporto molto diverso rispetto da quelli che usava per andare nel mondo fantastico della Failcraft e nel mondo corrotto di SCP, o anche nella dimensione del Nether. Non era stato per niente fluido e indolore - forse perché era stato colto alla sprovvista o forse perché la meta gli era ignota o molto più lontana nel tempo e nello spazio di quanto potesse immaginare -.

Quando quel forte giramento di testa si affievolí abbastanza poté alzare la schiena e mettersi seduto.

La prima cosa di cui si accorse fu di avere la vista appannata e di vedere tutto di azzurro. Aveva qualcosa attaccato agli occhi, che gli pesava ed era gelido a contatto con la pelle. Si tastò la faccia con un po' di paranoia fino a che non riuscì a levarselo.

«Ma che roba è??» esclamò sorpreso, osservando quel bizzarro oggetto.

Era una visiera dall'aspetto steampunk, composta da una lastra metallica di colore dorato, che gli copriva tutta la zona della faccia dal naso in su, e con delle lenti sporgenti azzurre sproporzionate - una più grande dell'altra -.

Non riusciva a concepire come quella roba gli fosse finita sulla faccia durante un teletrasporto, era certo che non facesse parte del suo guardaroba. La lasciò a terra, incurante di perderla, e si mise in piedi.

Badò di trovarsi in una struttura chiusa, dalle pareti di un bianco sporco e priva di finestre. Era esattamente in mezzo ad un lungo corridoio poco illuminato con porte e condotti di ventilazione ad intervalli su entrambe le pareti.
Sembrava un labirinto al coperto.

Dentro di sé, Lyon provava una strana sensazione, come se stesse vivendo un deja-vù nonostante fosse convinto al 100% di non esser mai stato in un posto simile.

Prese a camminare lungo quel corridoio, chiedendosi mentalmente dove fossero finiti Strecatto e Cico - certo che anche loro fossero stati risucchiati dal portale -.

Muovendo il corpo si accorse che gli occhiali che si era ritrovato addosso non erano l'unica anomalia.
Avvertiva le maniche della giacca più aderenti del solito e i pantaloni calzavano stretti di fianchi e larghi di gamba, diversamente dai suoi soliti jeans scuri.

«Ma che diavolo...?»

Fece finalmente caso che tutto il suo outfit era cambiato e approfittò di una superficie riflettente di una porta a vetri per osservarsi meglio.
Indossava un completo di giacca e pantalone a righe viola, una camicia bordeaux appena visibile, cinturone scuro con un teschio, stivali marroncini, guanti neri e un copricapo composto da ingranaggi ai lati della testa.

Già da prima, dopo essersi svegliato, aveva avvertito una sensazione strana su di sé ma mai avrebbe immaginato una cosa simile. Non riusciva a riconoscersi seppur il riflesso seguisse ogni suo movimento e ciò lo scosse parecchio.

All'improvviso, il suo riflesso nel vetro venne sovrastato da una figura in avvicinamento rapido. Stava arrivando qualcuno dall'altra parte.
Lyon fece per scansarsi ma quella figura spalancò la porta e gli piombò lo stesso addosso, facendolo cadere di schiena a terra.

«MA CHE DIAVOLO FAII?!?» urlò la figura misteriosa, incespicando per rialzarsi velocemente.

«IO?!? CASO MAI TU!!! DOVE CAZZO GUARDAVI???» urlò rabbioso Lyon.

Lo sconosciuto si mise a fissarlo con la bocca aperta.
Lyon lo squadrò al volo: aveva una pelle cadaverica, indossava una maglia celeste con il disegno di una chitarra, una giacca di pelle, un jeans verdastro e scarpe da ginnastica nere. Sulla testa portava un cappello nero con una striscia rossa e indossava un paio di occhiali da sole con le lenti viola - che erano quasi caduti nell'impatto -.

𝑾𝒆 𝒂𝒓𝒆 𝒕𝒉𝒆 𝒃𝒓𝒂𝒗𝒆 ❬𝚆𝙶𝙵 𝙵𝚊𝚗𝙵𝚒𝚌𝚝𝚒𝚘𝚗❭Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora