𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 𝟗

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Si fecero strada tra la cortina di perline ed entrarono nel tendone.
La Villager era già lì, dall'altra parte della barriera creata dai tavolini ad annaffiare con cura dei fiori in dei vasi di terracotta.

«Quanto ci scommetti che diventerà la migliore amica di Strecatto?» borbottò Giorgio ad Alex, approfittandosi del fatto che loro due facevano da coda al gruppo.

«Se succederà, io lo disconoscerò!» rispose a bassa voce l'azzurro.

Si ammutolirono all'istante quando gli altri presero a parlare con la Villager, prestando attenzione a tutta la discussione.

«Oooooh bentornati!» li salutò lei con voce stridula e festante, per poi fare il giro per tavolo e andare di fronte a loro «Cosa posso fare per voi, oggi?»

«Abbiamo portato con noi il nostro amico.» le disse Strecatto indicando Lyon sulla schiena di Cico «È in questo stato da quando quel demone ha fatto sparire la nostra amica.»

La Villager si avvicinò a Cico per scrutare da più vicino gli occhi sbarrati e immobili di Lyon. Senza chiedere né dire niente, prese ad agitare le mani, coperte dalle lunghe maniche della veste, sopra la sua testa e a fare versi strani e striduli.

«Yaaaaaaaaminikikuricipaaaaaacikuniiiiiii....»

«Che è, una malattia araba???» disse la voce di Alex in fondo al gruppo. Ricevette una occhiataccia da Strecatto.

Dopo aver pronunciato un miscuglio di lettere a caso, col dubbio che in realtà stesse avendo un attacco epilettico, la Villager ritornò a formare delle parole, non perdendo il suo tono spiritato «Percepisco... Percepiscooooo...»

«Cosa? Cosa??? Un'aura tenebrosa? Un'entità maligna gli si è attaccata allo spirito??? È diventato uno zombieee???» domandò a raffica Stefano con una nota di panico.

«Assolutamente niente di tutto quello che hai blaterato!»

«Che???» chiesero tutti perplessi.

La Villager fece spallucce «Già. Non percepisco alcuna forma di attività demoniaca su di lui. Non ha subito nessuna maledizione.»

«Oh...allora è davvero solo una condizione psicologica?» chiese Strecatto.

Lei annuì, continuando ad agitare le mani sopra la testa di Lyon, tenendo gli occhi chiusi.

«Però... percepisco un profondo cambiamento, un'anima strappata da una disgrazia, dei flebili lamenti in un spazio vuoto che prima era colmo di idee e sogni... E vedo in quel buio senza fine solo una piccola, debole fiammella violacea...»

Potevano anche solo essere farneticazioni di una pazza ma a tutti loro vennero i brividi.
Ecco cosa si trovava nella testa di Lyon: nulla, a parte una fiammella che probabilmente rappresentava il ricordo della sua amata Anna. Doveva essersi bloccato in quello stato solo per poter impedire che quella fiamma si spegnesse.

«Può fare qualcosa per farlo riprendere?» le chiese Mario spezzando il silenzio.

La Villager tentennò un po' troppo per i loro gusti. Il timore di aver fatto tutta quella strada per niente, di non esser riusciti a concludere nulla di importante, attanagliava i loro cuori.
Videro la donna picchiettare con il pugno nascosto dalla lunga manica la fronte di Lyon, come se stesse bussando.

«Oh, sì, penso di sapere di cosa ha bisogno!» rispose poi con un sorrisetto.

Tutti buttarono un sospiro di sollievo. Però l'attimo di leggerezza venne interrotto dalla tosse di circostanza di lei, segno che non sarebbe andata oltre se non avessero preso prima un altro discorso.

𝑾𝒆 𝒂𝒓𝒆 𝒕𝒉𝒆 𝒃𝒓𝒂𝒗𝒆 ❬𝚆𝙶𝙵 𝙵𝚊𝚗𝙵𝚒𝚌𝚝𝚒𝚘𝚗❭Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora