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Passarono alcuni giorni.
Stefano e Mario, purtroppo, non incontrarono la Ragazza Cyborg nel mondo della Failcraft. Neanche esplorare un po' i dintorni dei territori a loro conosciuti portò a nulla di utile.
Già dovevano ritenersi fortunati sul fatto che l'Intruso non si fosse fatto vedere; date le precedenti reazioni riguardo quella assurda complicità tra l'alchimista e il nemico dagli occhi gialli, Stefano sarebbe sicuramente andato fuori di testa.
In quella situazione dovevano a tutti i costi evitare i dissapori e restare uniti.Fortunatamente, a bilanciare il loro totale fiasco, c'era la scoperta di Strecatto: una persona in materia di arti magiche alla quale chiedere informazioni sulla maledizione che aveva colpito i loro amici.
Il piano per trovarla non li convinceva molto ma dopotutto non avevano idee migliori.Come da accordi, aiutavano Cico a piazzarsi su vari alberi durante il corso delle giornate e lui, con i suoi "attrezzi del mestiere", si occupava di osservare scrupolosamente qualsiasi movimento nel cielo.
Fecero qualche buco nell'acqua, finendo per seguire veramente qualsiasi cosa si muovesse per aria, come aeroplanini di carta o palloncini di bambini - che Alex bucò per non avere altri falsi allarme -.
Finirono per seguire anche delle persone in deltaplano, arrivando in piena città - e Alex bucò pure quelli -.«Cico, ma come puoi scambiare un deltaplano per un piccione???» lo rimproverò Giorgio, mentre lo aiutava insieme ad Alex a salire sull'ennesimo albero.
«Pare che gli unici uccelli che viaggiavano li abbia uccisi tu, Giorgio!» ribattè il rosso.
Sfoltì un po' la fronda dell'albero, poi si sfilò dalla tasca del camice u binocolo e con quello iniziò a scandagliare i cieli.
«Comunque fai schifo anche nel birdwatching!» affermò Alex, guardandolo da sotto l'albero «Sono passati 5 giorni e non hai ancora avvisato neanche un uccello!»
«Non è mica colpa mia se non volano da queste parti!»
Nel loro piccolo, anche gli altri salivano su degli alberi vicini e osservavano il cielo.
Si sentivano come se dovessero cercare un ago in un pagliaio e l'agitazione cresceva inesorabilmente ogni giorno che passava.
Per quel che sapevano quella misteriosa negoziante avrebbe potuto risolvere la loro situazione e perciò non potevano lasciare nulla al caso, né dare per scontato che sarebbe stato inutile prima del tempo. Non avevano di certo alternative migliori, quindi tanto valeva perseguire quella strada.Strecatto ogni tanto tornava nei pressi dell'albero dove avevano lasciato Cico, in quanto da solo non sarebbe potuto scendere.
I suoi grandi occhi gialli vennero attirati dallo zaino del rosso appoggiato al tronco della quercia, dal quale prima lui vi aveva tirato fuori il binocolo. Doveva essere lo zaino per il suo attuale passatempo.
Si approfittò della sua distrazione per darci un'occhiata. Cico era estremamente geloso delle sue proprietà, figurarsi riguardo a delle cose di un hobby che voleva tenere nascosto.Frugò un po' nello zaino e si stupì nel constatare quanta roba contenesse, più di quella che si poteva immaginare con uno sguardo dall'esterno.
C'erano dei fischietti, forse per interpretare dei richiami, piccole buste trasparenti con vari semi, un cappello mimetico con delle foglie attaccate - l'ideale per celarsi meglio tra le chiome degli alberi -, una felpa anch'essa mimetica, un piccolo manuale intitolato "Birdwatching facile", una macchina fotografica alquanto usurata, delle bottigliette di acqua, di succo, dei panini e il suo adorato mandolino - quest'ultimo probabilmente per tenerselo sempre vicino ed evitare che Lyon glielo facesse sparire -.
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