6. «Sei sicuro di poterti fidare di lui?»

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>Taehyung<




Jungkook era al lavoro, Areum e Jongdae a scuola, Joshua e Felix all'asilo. Non potevo contattare Jimin perché era di turno alla Guardia, Hoseok era quasi sicuramente con Jeonghan ed io mi sentivo soffocare in casa da solo. Non riuscivo a smettere di pensare al fatto che Jungkook era rimasto da solo con Junhyuk, avevano parlato, lui gli aveva raccontato qualcosa della sua ex e Jungkook gli aveva parlato di me e dei nostri cuccioli. Quello poteva essere l'inizio di una meravigliosa storia o l'inizio di una catastrofe. Erano passati due giorni e mezzo dall'arrivo di Junhyuk e il mio lupo era perennemente agitato, mi ripeteva che qualcosa non andava, che non dovevo perdere di vista Areum e Jongdae, come se loro fossero la chiave per scacciare qualsiasi cosa ci stesse minacciando. Avevo fatto fatica a lasciarli entrare a scuola quella mattina, li avevo tenuti stretti per mano mentre la seconda campanella suonava ed ero riuscito a convincermi solo quando Jongdae si era alzato in punta di piedi e mi aveva baciato la guancia, facendomi percepire nei suoi feromoni che andava tutto bene. Avevo detto loro di stare attenti e che sarei andato a prenderli io. Non mi ero mosso da lì finchè non li avevo visti scomparire su per le scale della scuola.

A casa ci ero rimasto ben poco, avevo sistemato un paio di cose, avevo rifatto i letti dei miei figli e poi avevo iniziato a percepire nuovamente quella strana agitazione. Da solo non ci volevo stare, non potevo ed ero uscito in fretta e furia per dirigermi alla reggia. Se c'era una persona che sarebbe stata in grado di tranquillizzarmi, quella era sicuramente mia madre.

La raggiunsi in una zona del giardino che l'Alpha Superiore le aveva donato. Era un piccolo giardinetto recintato di pochi metri quadrati, era stato installato un piccolo ripostiglio in cui riporre alcuni strumenti da giardino ed insieme, io, lei e Hoseok, avevamo costruito una sorta di panchina con dei vecchi bancali di legno. L'avevamo decorata insieme con i colori preferiti di mio padre. Lei e Hoseok erano tutto ciò che mi rimaneva della mia vecchia vita tra i Red Shadow, la mia famiglia d'origine e avevamo trasformato quel piccolo angolo di giardino nel nostro posto speciale di conforto.

Su quel terreno mia mamma aveva piantato fiori che ogni primavera sbocciavano rigogliosi. I primi erano sempre le primule e i tulipani ed io adoravo osservarla mentre se ne prendeva cura, li accarezzava, li annaffiava, aggiungeva del terriccio. Ogni tanto ne potava alcuni per metterli in un vaso e portarseli in camera.

Quel giorno non fu da meno, era una bellissima giornata di sole ed io mi diressi direttamente lì perché sapevo che era dove l'avrei trovata.

«Taehyungie, tesoro! Ho sentito il tuo profumo.» Mi venne incontro e mi abbracciò forte. Era la donna della mia vita.

«Buongiorno, mamma. Come procede la fioritura?»

«Molto bene.» Mi lasciò andare sorridendomi e indicandomi il giardino. «Sono nati più tulipani gialli che rossi quest'anno.» Disse. Io annuii senza rispondere. «Ma tu non sei qui per parlare di fiori, vero?» Scossi la testa e sospirai. Lei si tolse i guanti da giardino e mi prese per mano, portandomi con sé a sederci sulla panchina che avevamo costruito e dipinto insieme. «Parla con la tua mamma, hai molte cose per la testa, vero?»

«Jungkook è andato a trovare Junhyuk.» Esordii e lei prese un respiro profondo, sedendosi meglio, pronta ad ascoltare qualsiasi mio problema.

«E per te è un bene o un male?» Chiese.

«Non lo so.» Ammisi. «Da un lato capisco Jungkook perché teme che Junhyuk si senta solo e abbandonato, ha perso la madre, è stato maltrattato da un alpha e non poteva fare altro se non correre dal suo padre biologico però dall'altra parte mi chiedo se sia davvero necessario prendersi cura di lui. Ha diciassette anni, non è più un cucciolo.»

Our red eyes shine brighter | kooktaeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora