17. «Che cosa gli stanno facendo...»

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>Hoseok<





Ci eravamo spartiti i compiti, avevamo dovuto farlo. Namjoon aveva dato ordini precisi.

La reggia era totalmente chiusa, nessuno poteva entrare o uscire dai cancelli del giardino di fronte ai quali erano stati messi di Guardia più membri dell'esercito. Erano state organizzate cinque squadre della Guardia per scandagliare i boschi e la foresta da nord a sud, da est a ovest e in ogni altro angolo dei confini del branco dei Full Moon. Gli arcieri erano pronti e armati sulle torri. L'ordine era stato di catturare Junhyuk vivo, di uccidere sul posto invece qualsiasi persona lo avesse aiutato. Altre due squadre erano state mandate in città, avevano il compito di bussare ad ogni porta, entrare nelle case e assicurarsi che nessuno lo stesse ospitando e nascondendo. Se fosse stato ancora all'interno dei territori dei Full Moon, lo avrebbero sicuramente trovato.

Dopo di che Namjoon ci aveva fatti riunire tutti nel suo studio e aveva impartito degli ordini anche a noi. Lui e Seokjin avrebbero interrogato il medico che si era occupato di falsificare il test del DNA e che aveva sicuramente fornito a Junhyuk informazioni su Jungkook, su Taehyung, su tutto il branco. Jungkook e Jimin sarebbero rimasti con Areum. Jimin perché faceva parte della Guardia e poteva essere considerato la guardia del corpo della bambina, poteva continuare ad addestrarla in quanto sapeva fino a che punto fosse pronta e dove invece bisognava ancora lavorare. Jungkook doveva restare con lei perché era il padre, perché era stato l'unico in grado di calmarla quando il suo lupo aveva preso il sopravvento. Era l'unico membro della famiglia che le era rimasto e se fosse riuscita a mettersi in contatto con Jongdae, lui doveva essere il primo a saperlo per poter manovrare tutta la sua famiglia. Io e Yoongi avremmo dovuto entrare nella camera in cui Junhyuk aveva tenuto rinchiuso Jungkook per somministrargli la polvere stupefacente e fargli il lavaggio del cervello. Dovevamo cercare più indizi possibili, prove della sua colpevolezza, qualsiasi cosa che ci aiutasse a comprendere quale fosse stato il suo piano fin dall'inizio.

E quindi eccoci lì, sul piano dove solitamente c'erano le stanze di alpha e beta dominanti, piano sul quale io non ero mai salito. C'erano tanti odori, le persone avevano cominciato ad avere paura e proprio per questo motivo io avevo chiesto a Jeonghan di impregnarmi col suo odore prima di salutarci, quello mi avrebbe aiutato a mantenere il controllo e a concentrarmi meglio.

Yoongi invece aveva preso un soppressore perché aveva immaginato che se dentro quella stanza ci fosse stato un qualsiasi residuo della sostanza, lui sicuramente ne avrebbe risentito e non potevamo permettercelo.

Aprimmo la porta, io terrorizzato, lui dubbioso. Ci investì un fortissimo odore acre di agrumi e di qualcos'altro, aveva forse bruciato qualcosa o aveva usato una fiamma per far sciogliere la polvere e per poi poterla mescolare ai liquidi.

«Luna, che fastidio.» Esclamò Yoongi.

«Stai bene?» Chiesi.

«Sì. Il soppressore sta facendo il suo lavoro ma al mio lupo non piace per niente questo odore e questa situazione.»

«Se vuoi puoi aspettarmi qua fuori.» Affermai ma sperai che mi dicesse che non mi avrebbe lasciato da solo. Avevo il terrore di rimanere chiuso dentro quella stanza anche se sapevo fosse vuota.

«No, il nostro Alpha Superiore ha dato ordini precisi.» Si voltò a guardarmi. «Se per te dovesse essere troppo, puoi uscire e prenderti una pausa.» Mi avvisò.

«Hanno rapido mio cugino. Taehyung e zia Nari sono tutto ciò che è rimasto della mia famiglia d'origine ed io farò tutto ciò che è in mio potere per aiutare.» Mi sorrise e annuì.

Entrammo definitivamente dentro quella terribile stanza che era stata di Jungkook prima che suo padre gli facesse costruire una casa tutta per lui, lasciammo la porta spalancata e aprimmo anche la finestra per far girare più aria possibile. Poi ci dividemmo i compiti, Yoongi avrebbe controllato il letto, i comodini e la scrivania, io il bagno e il mobile del vestiario. Avremmo dato una rapida occhiata al balcone come ultima cosa dal momento che quello era all'esterno e Junhyuk non sarebbe stato così stupido da sfruttarlo per il suo piano, chiunque avrebbe potuto vedere o sentire qualcosa di anomalo da lì.

Our red eyes shine brighter | kooktaeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora