7. «Lui non profuma di famiglia.»

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>Taehyung<






Jungkook era più agitato di me e non mi serviva neanche concentrarmi sui suoi feromoni, mi bastava osservare il suo viso, il modo in cui aveva già bevuto tre caffè neri e senza zucchero e la lentezza con la quale si stava preparando, come se non volesse uscire di casa.

Un paio di giorni prima gli avevo detto di voler conoscere Junhyuk e lui si era immediatamente messo sulla difensiva. Era stato difficile convincerlo perché quella sera, nella nostra vasca da bagno e dopo aver fatto l'amore, mi aveva detto di sì solo perché era stanco e non voleva parlarne troppo a lungo. Ero tornato all'attacco il giorno successivo e quello dopo ancora e finalmente lui si era deciso ad organizzare un incontro con quel ragazzino che era comparso dal nulla ma che io non volevo abbandonare.

C'era sicuramente qualcosa di strano nel suo arrivo, lo percepiva il mio lupo, quello di Jungkook, Areum e Jongdae non se la stavano vivendo per niente bene ed io potevo comprendere la sensazione di angoscia che aleggiava nell'aria però mi sembrava impossibile continuare ad evitare l'argomento o far finta di niente. Che Junhyuk fosse stato un amico o un nemico, meglio conoscerlo per anticipare le sue mosse piuttosto che spaventarsi di fronte al peggio che potesse accadere.

E, se avessi dovuto essere del tutto sincero, parte di me si rivedeva in lui. Era giovane, era scappato da un alpha che l'aveva abusato, non poteva contare su una famiglia, non conosceva nessuno, non conosceva le regole del branco dei Full Moon. Ci ero passato anche io molti molti anni prima ed era stato terribile, mi ero sentito solo e abbandonato, fuori luogo e minacciato da tutto e da tutti. Junhyuk aveva solo diciassette anni e aveva dovuto guardare un alpha violentare la madre fino ad ucciderla. Forse il mio era istinto materno o empatia, non lo sapevo con certezza ma semplicemente non potevo lasciare che vivesse tutte quelle emozioni da solo.

«Sei pronto? Possiamo andare?» Chiesi, affacciandomi dalla porta della nostra camera da letto e osservandolo in piedi fermo impalato di fronte allo specchio.

«Non dobbiamo farlo per forza se non vuoi.» Non mi guardò negli occhi mentre lo disse.

«Guk...» Mi avvicinai a lui e gli accarezzai la schiena, cercando il suo sguardo attraverso lo specchio. «Te l'ho chiesto io. Non è niente di tragico.»

«Non mi piace questa situazione.»

«Junhyuk non è un mostro.»

«Potrebbe esserlo, non lo sappiamo con certezza.»

«Jungkook.» Lo costrinsi a voltarsi e mi appesi alle sue spalle, avvicinandomi al suo viso. «Respira, placa il tuo lupo. Jongdae e Areum sono al sicuro insieme a Jimin, Lix e Joshi trascorreranno un meraviglioso pomeriggio insieme a zio Jin e alle loro cuginette e c'è Namjoon con loro a tenerli d'occhio. Io sono con te, alla reggia, circondati da Guardie in ogni dove. Non c'è nessun pericolo o forse credi di non essere in grado di proteggermi?»

«Non è questo. Posso aprire la gola da parte a parte con un artiglio in mezzo secondo a chiunque provi ad avvicinarsi a te.» L'idea mi eccitò e dovetti mordermi il labbro per tenere a bada il mio lupo.

«È solo un thè in compagnia.» Sottolineai per l'ennesima volta.

«Okay, vieni qui.» Mi afferrò per la nuca e mi fece inclinare la testa di lato. Io chiusi gli occhi, dandogli il tacito consenso a fare qualsiasi cosa avesse voglia di fare, ormai lo conoscevo bene.

Jungkook alzò il suo livello di feromoni di tanto, tantissimo, un intenso profumo di lavanda ci avvolse e prima che potessi dire mezza parola, lui premette il naso contro il mio collo e le labbra in corrispondenza del suo marchio. Mi impregnò col suo odore, avvolgendo un braccio intorno alla mia schiena che io inarcai e mi sollevai in punta mentre lui sembrava volesse inglobarmi totalmente. Gemetti quando mi baciò il collo e poi strofinò il naso sulla mia pelle mentre i suoi feromoni mi si appiccicavano addosso, sui vestiti, sui capelli, li sentivo passare attraverso le narici e arrivarmi al cervello. Mi toccò i capelli, intrufolò le dita tra le mie ciocche argentee e poi strinse, quasi tirandomeli ed io mi aggrappai a lui, schiudendo la bocca e mugugnando in assenso. Amavo quel suo lato dominante, amavo quando usava il suo lato da alpha su di me, quando apponeva quella firma su di me. Ero suo, avevo il suo odore addosso e a nessuno poteva passare inosservato.

Our red eyes shine brighter | kooktaeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora