Per un incidente a Parigi

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Prologo

"Per tutti i cambiamenti importanti

dobbiamo intraprendere un salto nel buio".

(W. James)


Cosa succede ad una ventinovenne che ha appena terminato gli studi universitari? Sì, lo so. Potreste dirmi che laurearsi a trent'anni sia un bel ritardo ma vi assicuro che ho avuto le mie buone dosi di tragedie greche dalla fine del liceo sino ad oggi.

«Ho ufficialmente una laurea magistrale in Marketing e Comunicazione Digitale con tanto di lode e non potrei essere più che felice!» annuncio ai miei amici mentre gustiamo tutti la nostra fonduta preferita nella birreria di un paesino siciliano di provincia.

« La mia bella Sicilia mi è mancata così tanto nei due anni passati a Milano che il sol pensiero di lasciarla di nuovo mi distrugge il cuore ...» continuo ma Regina aggrotta le sopracciglia e con lei anche Ennio (sono così sincronici loro due! Beh, dopo tredici anni di fidanzamento sarebbe strano il contrario!) «Come sarebbe a dire che devi lasciarla?» domanda la mia amica, strabuzzando gli occhi verdi mentre il suo fidanzato aggiunge con la sua solita nota perentoria: «Sei tornata soltanto due mesi fa, Ella!»

Sospiro scambiando un'occhiata eloquente con Terry: ne abbiamo parlato giusto l'altro ieri e mi ha giurato che avrebbe tenuto la bocca chiusa.

Lei può capirmi bene, si trasferisce a Torino tra un paio di giorni ma soprattutto, quando ha annunciato che lasciava la Sicilia le obiezioni sono state plateali!

Faccio un lungo sospiro e mi decido a parlare. «Dati i risultati ottenuti, il mio professore di Social Media Marketing mi ha indirizzato su due agenzie: una a Milano che mi offre uno stage super pagato ma a tempo determinato e ridotto: soltanto due mesi! Mentre l'altra agenzia si trova a Parigi; mi offrono un periodo di prova per ben sei mesi!»

Faccio una pausa e li scruto, in attesa che qualcuno, saggiamente, mi dica che uno stage non è certo un periodo di prova dal quale potrei anche ottenere un'assunzione in piena regola.

Insomma, la cosa più giusta è Parigi! Lo so io e ne sono consapevoli anche loro; non sto mica parlando con degli stupidi.

Mi sento improvvisamente molto delusa, perché rimangono tutti in silenzio senza spiccicare mezza parola.

« E tu hai scelto ...» deduce Pietro con scarso entusiasmo addentando un nacho colmo di formaggio filante.

«Parigi» è la secca risposta.

Al nostro tavolo si solleva un'orda di proteste, tutte rivolte verso la sottoscritta. Pietro non nasconde l'amarezza sul viso scuro, da tipico siciliano. Credo che ancora sperasse in un'opportunità ma tra noi non c'è mai stata quella scossa elettrica che ti fa venir la voglia di andare oltre.

L'ho sempre visto come un simpatico fratello con cui battibeccare.

«Avevi una chance in Italia e decidi di andare in Francia? Ma dico, sei impazzita?! E tutti quei discorsi sul crescere i propri figli qui, di sistemarti nella tua terra natia?» Regina sembra sconvolta e non riesco a biasimarla: siamo molto legate e durante i due anni a Milano non c'è stata giornata in cui non siamo state partecipi l'una della vita dell'altra..

La sua vita è qui da sempre, da quando ha conosciuto Ennio, per non parlare del fatto che stanno iniziando seriamente a pensare al matrimonio quindi le rivolgo uno sguardo lucido e stringo le mani al petto. «Lo so, lo so: avete ragione e capisco che pensiate che sia diventata matta, soprattutto dopo la disastrosa esperienza di Londra! Comprendo il vostro scetticismo e aver passato l'estate con voi è stata una delle gioie che questi ultimi due anni mi abbiano regalato ...

Ma ho quasi trent'anni, ho finito gli studi e adesso sono pronta per andare lontano e mettermi davvero in gioco!» faccio una breve pausa durante la quale noto l'espressione corrucciata di Ennio. «So che pensate che non appena arriverò a Parigi maledirò la mia scelta, e che i francesi sono ostili e prendono in giro gli italiani, ma ... io voglio farlo davvero! Voglio superare questi sei mesi con coraggio e dedizione, perché ormai sono diventata grande e devo recuperare tutto il tempo perduto».

Terry annuisce, commossa. «La penso come te. È un peccato che tu non sia più a Milano, avremmo potuto vederci molto spesso!» e mi abbraccia.

«Io credo che dopo soltanto una settimana vorrai tornare qui e non esiterai a farlo!» sbotta Pietro, inacidito. Ennio gli scocca una gomitata e mi sorride. «L'amore lo fa parlare in questo modo!» scherza con allegria.

«Non dare peso a quei due, è solo che ci aspettavamo che una volta laureata saresti rimasta », spiega Regina stringendo la mia mano dall'altro lato del tavolo.

«Lo so, ma questa occasione è arrivata adesso e poi non sarò sola. Mia cugina Lia parte con me. Sua madre le ha trovato un posto da fisioterapista in una clinica nella Ville Lumière!»

La mia eccitazione non li contagia (eccetto Terry, s'intende) quindi smetto di parlare di Parigi, dell'entusiasmo che ne deriva e afferro un nacho immergendolo silenziosamente nella fonduta.

Non mi resta che mangiare.

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