"L'universo è pieno di solitudini. Sono come degli asteroidi o galassie che vanno in giro per lo spazio, e ogni tanto si incrociano e danno luogo a cose inaspettate e meravigliose".
(F. Caramagna)
Apro gli occhi nella stanza inondata dal sole. Lia si è già alzata e una fitta al petto mi ricorda gli eventi dei giorni passati.
La trovo in cucina che rigira una crêpe.
Lei mi sorride dal profondo dei suoi occhi neri mentre i miei si riempiono di lacrime. Viene subito ad abbracciarmi.
«Ultima colazione in casa nostra, ma non l'ultima in assoluto» dichiara.
Annuisco. «D'accordo chef. Cosa c'è sul menu stamane?» domando, andando verso il tavolo per versarmi del succo di arancia.
«Crêpes, succo e un'ultima sostanziosa chiacchierata delle nostre, prima della mia partenza».
«Come potrei dissentire?»
Abbiamo convinto il proprietario a lasciarci la casa in Rue Madame per altri tre giorni. Lasso di tempo perfetto affinché mia cugina potesse raccogliere tutte le sue cose, oltre che le idee e capire come ricominciare.
Non so come abbia trovato il coraggio di andare sino a Montmartre per recuperare la sua roba, ma l'ha fatto. E adesso i suoi scatoloni sono in viaggio per l'Italia, diretti a casa di sua madre.
«Sei proprio sicura di voler andare via? Puoi stare da me» le ho detto il giorno successivo all'evento Chanel.
«Cugina, Marco mi ha portato via tutto dopo che avevo ricominciato. Non voglio restare in questa città un minuto di più finché anche lui sarà qui».
«Ma quel progetto era nel tuo computer, era un tuo file. Devi denunciarlo! Puoi provare la sua colpevolezza!»
Ha scosso la testa con dolcezza ma senza ammettere repliche. E oggi siamo qui a fare colazione nella nostra prima e ultima casa presa insieme, a Parigi.
«Mi mancherai un sacco, lo sai?» le dico.
Lei si accende una sigaretta e mi fa l'occhiolino. «Non ti sei liberata di me. E promettimi che se quel figlio di puttana si presenta sul tuo cammino tu lo calpesterai».
Stringo forte la sua mano sul tavolo. «Non mi limiterò a calpestarlo, gli passerò sopra con un trattore ... più volte».
Scoppia a ridere. «Sempre brava con le metafore, tu!»
Inarco un sopracciglio. «La vita mi ha insegnato che bisogna sempre ironizzare rendendo bene l'idea».
«Così la gente non saprà mai se fai sul serio o meno e mentre se lo domandano tu puoi stenderli tutti» continua lei con orgoglio. «Sono veramente fiera di te, Ella. Ricordi il tuo primo giorno qui ...? E adesso sei una donna di successo, apprezzata da superiori e colleghi. Non ti arrendere mai! Giuramelo!»
Oggi ho la lacrima facile quindi mi passo una mano sul viso e annuendo stringo la sua sul tavolo. «Nemmeno tu però, non devi mollare! E se volessi tornare, la porta di casa mia sarà sempre aperta per te!»
Adesso anche lei inizia ad avere gli occhi lucidi così ci abbracciamo, in lacrime.
«Un'ultima cosa» mi dice all'aeroporto, quando si scioglie dall'ennesimo abbraccio.
Mi asciugo sbadatamente le guance con la manica del cappotto. «Cosa?»
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Per un incidente a Parigi
ChickLitUna frizzante commedia romantica che parla di sentimenti, amicizia e realizzazione personale; del coraggio di esprimere sé stessi per trovare un posto nel mondo. Dopo una fallimentare convivenza con l'ex fidanzato e la perdita del padre, Ella deci...