Epilogo

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"Gli uomini non sono puniti per i loro peccati,

ma dai loro peccati".

( E. Hubbard)


Non sono sicura che il piano di Frank funzioni. Cioè lui e Lia sostengono di essere in una botte di ferro, ma mentre mi siedo al tavolo della sala conferenze della clinica per la quale lavorava mia cugina, un senso di nausea mi invade la bocca.

«Vedrai che andrà tutto bene» sussurra Frank stringendo la mia mano con fare rassicurante. Se non funziona, Lia perderà per sempre l'occasione di riprendersi tutto, non potrà tornare e questo dipende in buona parte da quello che succederà oggi.

Nei giorni successivi alla serata sulla Tour Eiffel, Frank e Lia si sono messi in contatto e lui l'ha aiutata a costruire una strategia che le concedesse di mostrare delle prove.

Si sono concentrati sulla raccolta di mail in cui lei chiedeva pareri e documentazioni a colleghi ed esperti del settore per poi trovare i punti d'incontro con la stesura del progetto di ricerca.

Una volta raccolte le prove, mia cugina è volata a Parigi e insieme a Frank si è diretta dai suoi ex superiori che hanno dato tanta credibilità a quel farabutto.

Alcuni di loro non volevano sentir parlare di complotti, ma quando Frank li ha minacciati di far causa alla clinica e a loro in particolare, si sono convinti.

Il piano consisterebbe nel cogliere Marco sul più bello, farci trovare qui e indurlo a parlare. La mia presenza e quella di Cédric è richiesta per raccontare, qualora fosse necessario, le condizioni in cui si era ridotta dopo essere stata derubata dalla persona di cui si fidava di più.

Lei si siede tra me e Frank mentre i dirigenti prendono posto dall'altro lato del tavolo. Cédric è alla mia destra e ha lo sguardo stranamente stanco.

Ci scambiamo un'occhiata di sbieco ma nessuno dei due pronuncia una sola sillaba.

Non parliamo da settimane.

Ma ogni volta che incontro i suoi occhi ho la sensazione di farci duemila conversazioni. Mi agita la sua presenza, ma non potrei farne a meno. Mai.

Buffo, detto da una che qualche giorno prima ha cenato con un altro uomo che le fa una corte spietata.

Ciononostante, sia Frank che Cédric non hanno nessun tipo di remore l'uno verso l'altro, anzi credo che per ovvi motivi (Céline che ci va a letto e il lavoro di mezzo) provino rispetto reciproco.

La tensione ed il silenzio si tagliano con il coltello, ma nulla è paragonabile al momento in cui Marco entra spedito nella sala per bloccarsi come se avesse visto un fantasma.

«Lia? Cosa ... cosa sta succedendo?» domanda rivolgendosi ai suoi capi.

Il direttore generale si alza e gli indica educatamente una sedia. «Siediti, dobbiamo chiarire qualcosa».

«E lei chi è?» chiede sconcertato rivolgendosi a Frank il quale con un tono da cane rabbioso gli risponde:«Lancaster ti dice nulla?»

Marco scuote la testa in segno negativo.

«Credimi, dopo questo colloquio non dimenticherai questo nome» sbotta fulminandolo con lo sguardo.

Il direttore riprende il suo posto e giungendo le mani sul tavolo si rivolge a Marco. «Quanto ti stiamo pagando per sviluppare il progetto di ricerca del quale ti occupi?»

«Una bella somma».

«E i finanziatori quanti soldi hanno sborsato?»

«Parecchi».

Per un incidente a ParigiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora