Capitolo 11

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"Ci sono alcuni che sentono la pioggia; altri riescono solo a bagnarsi".

(R. Miller)


Un paio di giorni dopo i tuoni scuotono il nostro piccolo appartamento in Rue Madame.

È domenica e vorrei tanto poter poltrire sotto le coperte, ma oggi c'è il brunch aziendale che Leclerc organizza una volta al mese per permettere ai propri dipendenti di affiatarsi in un'atmosfera rilassata e vivace.

Mi trascino fuori dalla stanza da letto sbadigliando, una volta in soggiorno apro le tende e posto una Ig -Story della pioggia che batte forte sui vetri. Scrivo:

#gobacktobed?

Sbuffando avvio la macchinetta del caffè ma immediatamente un trillo attira la mia attenzione.

Cédric ha commentato la mia storia.

Incredula sgrano gli occhi per assicurarmi che il sonno non mi giochi brutti scherzi.

Oh, mio Dio.

Che faccio? Visualizzo subito o aspetto?

Lancio un'occhiata verso la porta di Lia ma sono soltanto le otto e suppongo che dormirà sino a tardi dopo il sabato alcolico con i suoi colleghi.

Inserisco la capsula di caffè e aspetto che la tazzina si riempia, poi apro il messaggio.

Capisco che tu veda i tuoi colleghi ogni giorno, ma rendere pubblica la tua reticenza non ti rende popolare

Pensierosa aggiungo un cucchiaino di zucchero e lo rigiro nella tazzina. Devo sbrigarmi a scrivere una risposta tagliente ma non riesco a pensare lucidamente.

Inutile negare che a questo gioco sia più bravo lui quindi decido di rispondere tentando di sviare qualsiasi sospetto.

Le domeniche di pioggia a casa dovrebbero essere imposte per legge

Bevo un sorso di caffè e aspetto la risposta che non tarda ad arrivare.

Sei campionessa mondiale di elusione di discorsi scomodi?

Questa volta non rispondo, finisco il caffè e vado dritta sotto la doccia.



Il brunch si svolge in un signorile palazzo di Île Saint-Louis con vista sulla Senna.

Quando arrivo, all'ingresso un garçon prende il mio ombrello insieme al cappotto e mi indica di salire le scale sino al terzo piano.

I palazzi antichi qui non hanno ascensore, e mi maledico un po' per aver scelto degli stivali con un tacco così alto.

Dopo la seconda rampa di scale ho già il fiatone.

Man mano che mi avvicino sento un brusio di voci che si fa sempre più distinto ma la vera sorpresa è trovare Cédric affacciato con indolenza alla balaustra del pianerottolo che gusta un cocktail in solitudine e mi fissa con furbizia.

«Bonjour Mademoiselle!» esclama, salutandomi con allegria.

«Bonjour Monsieur de Monfort!»

«Bel vestito» commenta indicando il vestito grembiule bordeaux con maniche a sbuffo e collo alto anche se io credo che si riferisca di più alla gonna che lascia le gambe piuttosto scoperte. «Merci. Anche lei è molto elegante» rispondo alludendo alla sua camicia blu.

Raddrizza la schiena e viene difronte a me con un sorrisino divertito. «Sei in ritardo».

«Non è facile trovare un taxi a Parigi con questo tempaccio».

Per un incidente a ParigiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora