Capitolo 5

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"Nessuno è inutile in questo mondo se alleggerisce il fardello a qualcun altro".

(C. Dickens)


Rieccomi davanti al numero 30 di Avenue Montaigne.

Non riesco a pensare alla faccia tosta che dovrò mostrare tra pochi istanti!

E come se non bastasse, nella mia testa non fanno che echeggiare le parole di Céline: «Ti assumerò ... se convincerai Dior a farsi rappresentare da questa agenzia».

Quel "se" mi fa venire ancora i brividi.

«Petite, sei sicura di quello che stai facendo? Dovresti rivalutare la cosa, secondo me...» mi sta dicendo Félix con un tono intimorito.

Gentilmente si è offerto di accompagnarmi e dare una mano. Dopotutto se il mio livello di ansia è aumentato a dismisura è anche merito suo: durante il tragitto in auto ho scoperto che Félix è una persona piuttosto ansiosa.

«Non se ne parla. Ho aspettato mesi per ricevere una risposta da Leclerc dopo le centinaia di curriculum che ho inviato, e adesso che ho l'opportunità di entrare a farne parte non mi lascerò intimidire da ... questo!» sbotto, indicando la porta d'ingresso del lussuoso e storico edificio.

Muovo un passo avanti ma mi blocco immediatamente. Guardo Félix e deglutiamo all'unisono.

Siamo terrorizzati, ma dopo un paio di respiri profondi, lui mi esorta ad avanzare premendo con delicatezza sul mio gomito. «Bon, andiamo».

Il piano consiste nel far entrare prima lui (ovvero un viso sconosciuto e simpatico che possa allentare le difese della gelida receptionist) e una volta ottenuta la possibilità di parlare con Pierre ecco che entro in gioco. In realtà non so bene ciò che dirò ma mi inventerò qualcosa, oltre che una profusione di scuse.

«Bonjour!» esclama il mio (forse) futuro collega.

Io mi nascondo dietro di lui, fingendo di guardarmi intorno con l'aria di chi non è mai stata in un posto tanto figo.

La bionda receptionist scambia qualche parola in francese con lui, poi i suoi sottili occhi color cioccolato mi puntano come siluri. «Cosa ci fai qui?»

«Cosa? Parla con me?»

Provo a fare la gnorri ma non attacca.

Lo sapevo che dovevo cambiarmi! Questa giacca e il cappello rosso danno troppo nell'occhio!

Difronte all'occhiata disincantata della bionda mi arrendo: scrollo le spalle e una volta davanti al bancone appoggio i gomiti come una monella.

«Bonjour! Pardonez moi, mais ... si dia il caso che io debba parlare urgentemente con Monsieur Deveraux».

«Mi dispiace Mademoiselle, c'est impossible!»

«Come?»

«Se è impegnato lo aspettiamo. Siamo di Leclerc» aggiunge Félix lanciandole un'occhiata di sfida.

«Davvero? Credevo che Mademoiselle lavorasse per Louis ...!» il tono eloquente non mi piace, ma ha ragione. Qualche ora fa sono entrata a nome di Louis e adesso mi vede lavorare con la concorrenza.

Che disastro!

Annuisco. «Lei ha ragione, signorina ma ... vede, mi hanno licenziata».

«La cosa non mi stupisce. Mi dispiace per lei, ma adesso dovete sgomberare l'ingresso, merci!»

Per un incidente a ParigiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora