A Portuguese dream/ João Fèlix

WORLD CUP!!!

In quel mattino piovigginoso, classico dell'autunno, mi stavo imbarcando in aereo per andare in Marocco, la sede della prima partita della coppa del mondo per il Portogallo, insieme a Georgina e i suoi bambini.
Sfortunatamente , i calciatori erano imbarcati su un altro aereo, diciamo
che il nostro era privato.

Io e Junior eravamo emozionatissimi, volevamo che il Portogallo vincesse a
tutti i costi e Junior non vedeva l'ora di poter scendere in campo un giorno. Non faceva altro che studiare tutti i giocatori e i loro movimenti.
In effetti sarebbe stato bellissimo, visto che questa era l'ultima World Cup di Cristiano, vedere Junior e João giocare insieme.

Quel pomeriggio arrivammo allo stadio, mi sedetti accanto a Junior con Mateo in braccio, nei nostri posti riservati in prima fila.
Ci avevano già paparazzati tantissime volte perònon mi aspettavo diversamente, perciò mi limitai a cercare di essere fotogenica
(non lo sono per nulla di solito)
Il Portogallo fece la sua entrata in campo,
e vidi subito João guardare verso le prime tribune per cercare il mio sguardo.
No, il ragazzo non aveva assolutamente dimenticato la promessa che gli avevo fatto.
Avevo sperato che non se ne dimenticasse.
La cosa mi eccitava da morire, e lui proba-
bilmente pensava la stessa cosa.
Negli ultimi giorni era stato molto agitato,
si era allenato senza sosta, soprattutto nei tiri di testa. Non capivo perché, ma ero comunque stata a guardarlo mentre si allenava.

Il Marocco scese in campo, Tania sorridi, ti stanno filmando mi dissi, cercando di non dare a vedere l'odio nei confronti della squadra avversaria. Noi portoghesi siamo super competitivi, okay?
La prima persona che vidi fu subito il portiere Bonou, dal vivo ancora più alto di quando è in TV, assurdo, sembra molto agile nonostante sia il doppio di me, riuscirà a proteggere metà porta senza nemmeno lanciarsi.
Anche gli altri giocatori sembrano molto forti, ad esempio quel ragazzo alto che si chiama Hakimi.
I giocatori portoghesi non sembravano preoccupati, gli lanciai un'occhiata e notai sembravano avere tutti molta fiducia e molta energia. Avevo avuto modo di conoscerli e sapevo che la maggior parte dei calciatori erano persone positive anche fuori dagli schermi.

La partita iniziò, e se siete stati ad una partita, soprattutto quelle dei mondiali, sapete che dopo 20 minuti ero già quasi senza voce. Cristiano segnò il primo goal
al 30' minuto, e tutti i tifosi Portoghesi si alzarono in estasi ad acclamare, Junior affianco a me stava impazzendo totalmente, Georgina minacciò di farlo sedare come
un gattino da sterilizzare.

Fine primo tempo.

João durante la pausa mi vide nelle tribune, d'altronde in prima fila non era difficile notarmi, e mi fece l'occhiolino.
Ragazzo determinato, il mio.
Inizio secondo tempo.
La partita ricominciò male, il Marocco segnò dopo circa 10 minuti dall'inizio del 2°.
Diciamo che mi sono un po' abbattuta, non volevo arrivare ai rigori perché Bonou non era facile da solpassare, anche se secondo me João poteva farcela. Avevo tantissima fiducia in lui.
60°
70°
80°
...
85°
Junior era in piedi e stava facendo il tifo più che poteva, aveva iniziato un coro inisieme agli altri Portoghesi a cui non avevo preso parte.
Sembravo essere l'unica ad essere terribil-
mente scoraggiata.
In più, ero molto concentrata sulla figura
di João. Mi sembrava strano, da come lo guardava l'arbitro, che non avesse nessuna strategia in serbo.
Le mie idee non tardarono ad essere nel giusto.
Il mio ragazzo prese palla, e la passò subito ad un suo compagno, quasi alla cieca, e
corse verso la porta. Un difensore gli lanciò un occhiata insospettita e decise di rimanere nei suoi paraggi.
Effettivamente non mi sembrava una strategia troppo sensata. Ma mai dire mai,
il verdetto non era ancora arrivato.
La palla passò a Cristiano che era in centro campo. Guardai l'orologio. 87°. non ce la faremo mai, cos'hanno in testa?
<<Tania! Cos'è quella faccia? Non è mica finita 10 a 0 la partita>> mi rimproverò Junior prendendomi per mano e facendomi alzare.
Poi, Cristiano calciò la palla (Junior urlò
una bestemmia) che arrivo precisamente a João, che con un salto la prese di testa e la fece arrivare ai suoi piedi.
Venne subito accerchiato dai difensori marocchini, e allora lui alzò la palla con
il ginocchio, e con una testata la fece arrivare... dritta in porta.
Per un pelo Bonou non la prese, ma non è facile parare i tiri di testa.
Rimasi a guardare João, sorridendo, applaudendo in estasi e urlando con la voce che mi era rimasta. (Junior ormai era andato di testa completamente)
Sapevo che era un po' una sua specialità, tirare di testa, ma vederlo fare goal di testa
negli ultimi due minuti lasciò spiazzati
tutti, il suo allenatore compreso. Tutto il mondo del calcio.
La partita finì ovviamente con la vittoria del Portogallo.
Finalmente mi concessi di alzarmi per festeggiare insieme a Junior.
Anche Georgina era in estasi, e tutti i bambini.
<<Direi che usciremo a cena a festeggiare!>> disse lei <<Ovviamente tu e João siete invitati>>
Le sorrisi per ringraziarla.

Lo stadio iniziò piano piano a svuotarsi,
ci assalirono i paparazzi ma noi ce ne andammo velocemente, diretti agli spogliatoi in cui erano autorizzati solo
quelli con il pass.

Attesi João fuori dal suo spogliatoio, nel frattempo guardai un po' le storie di tutti su Instagram, e ne feci tantissime anche io.
Vincere i mondiali sarebbe stato molto difficile, ma non impossibile.
Mentre mi perdevo nei miei pensieri, João uscì dallo spogliatoio e mi si fiondò addosso.
Mi prese tra le braccia e mi fece volteggiare come se avesse già vinto i mondiali.
<<Sei stato fantastico!>> gli dissi felicissima.
<<E anche la tua promessa sarà fantastica>> mi rispose lui dandomi un bacio sulla punta del naso.
<<Dobbiamo andare a cena con la mia famiglia>> sentenziai con un sorrisetto.
João roteò gli occhi e sorrise <<Certo, il cibo è molto importante e ci caricherà per il resto della serata. Mangeremo con la tua famiglia volentieri>> Mentre lo diceva, Cristiano uscì dallo spogliatoio, anche se non diede segno di aver sentito, o capito, ciò a cui si riferiva.

Quella sera indossai un vestito blu lungo,
e mi preparai bene perché ovviamente avevamo i paparazzi pure fuori dall'hotel. Davvero, dovrebbe essere illegale quella gente.
João indossava uno smoking blu notte abbinato al mio besito.
Mentre uscivamo dall'hotel un paparazzo
si piazzò davanti a me <<Tania, cosa ci dici della vittoria del Portogallo?>> mi chiese
con la telecamera puntata.
Mi passò il microfono e mi trovai costretta
a rispondere <<Sono felicissima>> annunciai <<Soprattutto del goal di João. Ho sempre creduto in lui, è la mia luna tra tutte le stelle, e sono fiera di lui e tutti i suoi traguardi>>
João mi osservava poco distante, con gli occhi luminosi.
Sorrisi ai paparazzi e andai verso João, che mi prese per mano e mi portò nella nostra macchina.
Chiusi la portiera e mi allacciai la cintura, aspettando che João avviasse il motore.
<<Partiamo? Se no arriviamo tardi>> dissi.
Lui rimase silenzioso, guardando davanti a lui, lo sguardo pensieroso.
<<Amore?>>
João si girò verso di me e mi prese le mani <<Ti amo tanto>> mi disse.
Io sorrisi <<Anche io>>
Fece scorrere le mani fino al mio viso e iniziò a baciarmi.
<<Dai... dobbiamo andare>> cercai di distrarlo, mentre lui mi slacciava la cintura
e mi baciava il collo.
<<Non possono aspettare? Sono così impazienti nella tua famiglia?>> rispose lui.
<<Non possiamo farlo in una macchina>> gli dissi mentre continuava ad avvingarsi contro di me
<<Si invece. Andiamo nei sedili posteriori>>

heyy, prendo questo mini spazio sotto il capitolo per dirvi che voglio creare un elenco di lettura sponsor (lo trovate sul
mio profilo)

e dopo sponsorizzerò tutte le storie a parte in un capitolo, perciò se avete delle  storie scritte da voi che vi piacciono particolarmente non esitate a scrivermelo
in un commentino qua sotto, così nell'ultimo capitolo posso sponsorizzarvi<3
ciaoo❤️