PROBLEMI IN PARADISO

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João mi rispose che sarebbe arrivato entro un quarto d'ora e di aspettarlo dentro il ristorante.
Entrai nel locale, che era molto carino, ma non bastò a distogliermi dai miei pensieri.
Non ero arrabbiata con João, ero solo molto preoccupata.
Guardai i miei altri messaggi, erano tutti i miei amici che mi facevano dei complimenti. Pedri aveva aggiunto anche "non so se hai saputo
che il Chelsea gioca contro il Barça a fine mese.
Non vedo l'ora di  stracciarvi"

Una ragazza di 14 anni mi si avvicinò e mi strappò dai miei pensieri.
<<Tania?>> sorrisi alla ragazzina, e lei mi chiese una foto. Disse che aveva appena visto la mia
sfilata della Louis Vuitton.
Quando finii di fare foto con la ragazza (le chiesi
di pubblicarle più tardi, perché altrimenti sarebbero arrivati tutti i paparazzi) vidi João entrare nel ristorante e guardarsi in giro.
Quando mi vide mi venne incontro e mi diede
un bacio <<Ho visto la tua sfilata, amore. Eri bellissima>>
Gli sorrisi.
<<Hai visto la mia intervista?>> mi chiese.
<<Non ho ancora avuto tempo, perdonami>>
João arrossì <<Mi hanno chiesto quante volte abbiamo scopato>>
<<A me hanno chiesto se vogliamo avere figli>> risposi io ridendo.
<<Cos'hai risposto?>>
<<Che col tempo, magari ne avremo volentieri>>
João sorrise, era molto tenero quando faceva quell'espressione.
<<Quanti ne vuoi?>>
<<Due femmine>>
<<No, un maschio e una femmina>>
<<E come chiameresti il maschio?>>
<<Con il nome di una città. Tipo York o Chicago>>
<<Che cosa stupida>> scoppiai a ridere.

Ci fu un attimo di silenzio mentre sfogliavo il
menù.
<<Hai trovato qualcosa?>>
<<No>>

Altro silenzio.
Sapevo che João mi stava osservando e probabilmente era molto nervoso. Nonostante l'apparenza, in realtà João era molto tenero,
era sicuramente il più dolce dei due. A volte era molto serio, ed era lui a prendere il controllo, ma per il resto era un cucciolo con me.

Mandai la mia ordinazione dal tablet sul tavolo e João fece lo stesso.
<<Dai, ora dimmi cosa c'è che non va>> disse il ragazzo.
Alzai le spalle senza guardarlo.
<<Ti conosco, Tany. Lo so che c'è qualcosa che
non va>>
Sospirai <<È vero che la tua ex si vuole rimettere con te?>>
<<Si ma è un storia molto complicata>> Alzai lo sguardo verso João, e non riuscii a decifrare la sua espressione <<Vedi, lei mi ha tradito parecchie
volte con altri calciatori che poi guadagnano
anche meno di me. Si, effettivamente credo
che lei stesse con me solo per i soldi. Lei è una modella, ma non è come te che sei praticamente l'icona di un brand.Lei non è nulla di speciale>>
<<E ora ti ha riscritto?>>
João annuì.
<<Senti, ciò che ti chiedono gli intervistatori sono domande fatte apposta per creare drammi e avere più visibilità. Sai che puoi fidarti di me>>
Abbassai lo sguardo. Avevo sbagliato a sospettare di lui.

Ci vennero serviti i piatti e io mangiai in silenzio. Era la prima volta che non parlavamo a cena.

João mi lasciò il mio spazio, sapevo che stava aspettando che io dicessi qualcosa.

<<Quindi stasera dormi da me?>> gli chiesi.
Lui sorrise <<Non aspettavo altro>>

Quella sera stavamo guardando un film del mio letto, o meglio io stavo guardando, perché João
si era addormentato con il viso sulla mia pancia
e il braccio avvolto intorno alla mia vita.
Entrambi indossavamo i nostri pigiami matchati che avevo costretto João a comprare.

Ad un tratto squillò il mio telefono.
João brontolò qualcosa.
<<È mio fratello>> gli dissi.
<<Ciao dimmi>>
<<Tania, so che avrei dovuto dirtelo prima, ma Mateo è in ospedale>>
Spalancai la bocca.
<<Georgina in questo momento è a casa con gli altri bambini, e io sono qui con lui anche se sta dormendo?>>
<<Ma cosa gli è successo? quando?>>
<<Erano già due giorni che aveva spesso mal di testa, stamattina è collassato e quindi abbiamo dovuto portarlo subito in pronto soccorso>>
<<Cos'hanno detto i dottori?>>
<<Domani gli faranno un esame. Volevo avvertirti, però non fare cazzate. Noi a casa stiamo bene, Georgina e Junior si prendono cura di Eva e
Alana. Stai lì tranquilla a Madrid>>
<<Sisi>> brontolai.
<<João è con te?>>
<<Si>> risposi confusa.
<<Me lo passi?>>
Passai il telefono a João e misi la faccia nel cuscino.
Ero molto preoccupata per Mateo, chissà cosa poteva avere. Era così piccolo.
<<Ok ho capito tutto, Cristiano. Buonanotte>>
João riattaccò la chiamata e mi diede il telefono.
<<Starà bene, Tania. Non serve che ti preoccupi
così tanto>>

Il giorno dopo mi trovai un messaggio.
Georgina❤️👸🏻
Tesoro, Mateo sta peggiorando. Questa notte è stato operato d'emergenza.

João era già sveglio, sentivo l'acqua della doccia nel bagno.
<<João!>> bussai alla porta più volte.
La doccia si spense. <<Cosa succede 'more?>>
<<Mateo è peggiorato. Io me ne torno a Lisbona>>
Ci fu un gran fracasso nel bagno, poi João aprì
la porta con i capelli bagnati e un asciugamano legato in vita. <<Tania! Non dire cazzate>>
Rimasi per un po' a guardarlo, a metà affascinata da lui e a metà molto preoccupata.
<<Domani io ho una partita e tu dovrai venire a
fare da medico. Non puoi tirarci bidone>>
<<E davvero questo ciò che importa?>> chiesi mentre mi venivano gli occhi lucidi.
<<No Tania. Ma poi, anche se torni a Lisbona
cosa pensi di fare? Non puoi mica curare tu
Mateo!>>
Sospirai <<Darei supporto alla mia famiglia>>
<<No. Daresti il doppio delle preoccupazioni a tutti>>
Mi strofinai gli occhi per non piangere<<Cosa
posso fare?>>
<<Tu mi servi qui, Tany>> disse João addolcendo
la voce.
Rimasi in silenzio a guardarlo, finché mi decisi ad andare in camera a vestirmi.

Il giorno dopo arrivammo puntalissimi alla partita, visto che il Chelsea giocava in casa.
Avevo appena ritinto i capelli di castano (in
realtà i miei capelli erano biondi) nonostante
João avesse cercato di convincermi a non farlo, perché lui adorava i miei capelli al naturale.

Ad ogni modo, mentre entravamo nella parte
dello stadio che è riservata ai calciatori ecc. incontrammo la squadra avversaria (Real Madrid).
Passai a testa alta tra i ragazzi della squadra,
finché qualcuno urlò <<Ronaldo!>>
Mi voltai guardando i ragazzi, e tutti mi stavano guardando. Uno in particolare, con i capelli neri e di carnagione scura, sembrava fissarmi insistentemente <<Sei single, Ronaldo? Perché
una scopatina con te la farei volentieri>> mi disse.
Mason, Kantè, João e Mudryk si fecero avanti.
<<Ma che problema hai?>> esclamò Mason.
Rimasi in silenzio prendendo la mano di João.
Il ragazzo mi guardò e sospirò <<Dai, andiamo via.>> disse ai suoi compagni, che lo seguirono svogliati.
Lasciai i miei amici nello spogliatoio mentre io
mi dirigevo direttamente in campo, le tribune
erano già piene.
L'allenatore mi salutò mentre io mi guardavo in giro nervosamente, piuttosto scossa dal com-
mento di quel ragazzo. Insomma, ma che
problema aveva?

Dopo 15 minuti tutte e due le squadre salirono
in campo e la partita cominciò.
João segnò al 37°, e per trionfare venne a darmi
un bacio sulle labbra.
Vidi il ragazzo del real Madrid andare verso di
lui e dirgli qualcosa. La reazione di João fu così veloce che quasi non la vidi: In mezzo secondo l'altro calciatore si trovò per terra, e João gli
tirò un altro calcio per poi allontanarsi.
L'arbitro diede cartellino rosso mentre io correvo
in mezzo al campo con la mia valigietta.
Il naso del ragazzo era rotto, e probabilmente anche la gamba aveva qualcosa che non andava.
João mi passò accanto per andare in panchina <<Da oggi vedi di stare al tuo posto>> disse al ragazzo mentre io lo fulminavo con lo sguardo.
<<Ma quello è il tuo ragazzo?>> mi chiese il mio assistente mentre fasciava la gamba del ragazzo.
Io annuii. <<Cazzo, è geloso poco eh>>


ATTENZIONE: NON HO ASSOLUTAMENTE NULLA CONTRO IL RM, INFATTI IL CALCIATORE CHE HO DESCRITTO NON ESISTE, È SOLO CHE NON VOLEVO INCOLPARE CALCIATORI A CASO

STA VOLTA LE STORIE SONO DI JOÃO 🦋🤭🤭

STA VOLTA LE STORIE SONO DI JOÃO 🦋🤭🤭

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A Portuguese dream/ João FèlixDove le storie prendono vita. Scoprilo ora