Febbraio è iniziato da qualche giorno e qui a Milano fa ancora molto freddo quindi indosso una tuta e uno smanicato. La macchina è puntuale, quando salgo vedo Jhope con lo stesso mio outfit ma tutto colorato. «Buongiorno, dove vogliamo andare? Io avevo pensato un parco, di prima mattina non dovrebbe essere molto frequentato ci mettiamo cappuccio e mascherina e non dovrebbero esserci problemi». Non ero più arrabbiata. Lui era tormentato da qualcosa e io volevo aiutarlo nel mio piccolo. Mi risponde che per lui va bene.
Dopo nemmeno un'ora di corsa vedo Jhope piegarsi in un lato con la mano in un fianco. «Basta Marina, non ce la faccio più, hai deciso di ammazzarmi è la tua vendetta?» Dice sorridendo. Adoro il suo sorriso... quando è silenzioso. «Ma che pappamolla che sei!» Lui mi guarda strano. «Cosa significa?» Giusto a volte dimentico che parlano da poco italiano. «Niente, che sei debole, cioè tutte le ore che passi a ballare e poi un po' di corsa ti uccide?» «Ah, dovrò usarla in sala questa parola, come si dice? Paramola?» Io rido «Pap-pa-mol-la pappamolla!» Lui ripete ma niente e gli esce sempre una parola diversa. «Lascia perdere, arriviamo al chiosco laggiù e prendiamo un caffè e qualcosa da mangiare. Aspetta dobbiamo arrivare prima alla macchina ho i soldi lì». Lui mi guarda offeso. «Non ti farei mai pagare, ho dei soldi in tasca andiamo».
Presa la colazione ci sediamo su una panchina e lui inizia a parlare senza che io chiedessi niente. «Mi dispiace di come mi sono comportato l'altro giorno , devi credermi io non sono così. Purtroppo da tempo ho una relazione che non va bene con una modella. Per via dei nostri impegni è difficile vederci e stare insieme. Quando possiamo dobbiamo nasconderci e non è facile perché è più per colpa mia che sua. Noi abbiamo questo contratto che non possiamo farci vedere in pubblico in intimità con nessuno, lo so che per voi occidentali questa cosa è assurda, ti assicuro che con il tempo è diventata assurda anche per noi. Vediamo gli altri cambiare ma noi restiamo sempre fermi a quella tradizione diciamo così. Tutti noi abbiamo difficoltà ad avere una storia ma questo lo avrai capito tu stessa. Io e Kaile , è così che si chiama abbiamo deciso di avere una relazione aperta, ma a volte capita il litigio e nei giorni che sei arrivata tu in agenzia è capitato un po' spesso, non lo so come sia successo o meglio, lo so, perché sei una donna attraente ai miei occhi ma mai avrei pensato di arrivare a quello che ho fatto, mi sono sentito uno schifo nei tuoi confronti e in quelli di Jin. Ma tranquilla io gli ho spiegato tutto e lui mi ha perdonato». Io lo interrompo. «Io ti ringrazio per esserti aperto con me e accetto le tue scuse, però questa storia di Jin cioè ragazzi dovete finirla di alimentarla. Poi ti voglio dire un'altra cosa. Voi dovete iniziare a pensare anche alla vostra vita, capisco che avete un amore incondizionato per il vostro fandom e capisco anche che senza quello voi non sareste nessuno. Ma loro vi amano, accetteranno tutto di voi finché non c'è nulla di sbagliato. Chi non lo farà non è un vero fan. Ma ne avrete di nuovi. Io vi conosco da poco e devo ancora recuperare tante cose ma capisco perché siete così amati. Fidatevi dei vostri fans e iniziate a vivere la vostra vita come veramente volete. Non dico che deve succedere tutto e subito ma un po' alla volta a piccole dosi». Lui annuisce. «Mi piace quello che dici, mi da speranza che qualcosa possa cambiare. Aggiungo che è quello che sta iniziando a fare Jin Young, tu gli piaci e sono sicuro che lui piace a te quindi il consiglio che hai dato a me perché non lo applichi anche su te stessa?» Non ha torto ma io non riesco ad ammetterlo. «È diverso, per favore io non c'entro niente in questi discorsi. Piuttosto perché non mi racconti ancora cosa farai dopo la pausa di gruppo?»
Lui inizia a parlare dei suoi tanti progetti, è una bomba ad orologeria pronta a scoppiare. Io lo guardo ed è sconvolgente. Perché vedendo alcune performance, lui sul palco si trasforma in un demonio poi lo vedi così con gli occhi sognanti e l'espressione solare e non posso fare a meno di chiedermi quale sia la sua vera personalità. Credo però che sia un po' di tutti e due. Finito il colloquio lo accompagno in agenzia. «Tu non vieni oggi?» Io gli dico che per oggi lavorerò da casa e che ci saremmo visti domani.
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".. Sfondare il muro tra ciò che voglio dire e quello che non posso dire..."
ФанфикNon ho una vera descrizione per questa storia, ho sempre pensato che fosse un delirio di una pazza. Un giorno incoraggiata da alcune amiche ho cominciato a scrivere e poi ho continuato..... Ogni riferimento a fatti o persone è puramente casuale e d...