«Oh mio dio, un alieno ha preso possesso del corpo di Del e gli ha fatto il lavaggio del cervello!»
Quella fu la reazione di Vicky alla proposta del ragazzo di trascorrere la giornata al parco divertimenti.
Era mattina inoltrata, e i ragazzi stavano gironzolando per le strade di Lakebury. Griffin non faceva che sbadigliare, segno che si fosse svegliato solo mezz'ora prima e il suo corpo fosse ancora in stato di dormiveglia.
Ciononostante, ci sarebbe voluto molto più di questo per privarlo del suo innato sarcasmo.
«Scusa, Del, puoi ripetere? Mi è sembrato di sentire la parola "divertimento" uscire dalla tua bocca, ma dev'essere stato senz'altro un'allucinazione uditiva.»
«Ah. Ah. Ah. Spiritoso.»
«Io adoro i parchi divertimenti!» esultò Alistair, con grande stupore di nessuno. «Parli di quello vicino al lago, un po' più a nord della stazione?»
«Ora come ora non ho idea di dove sia il nord, ma... sì, immagino sia quello.»
«Oh, io ci andavo sempre da piccolo! Amo quel posto!»
«Questo è un sì, dunque?»
Alistair alzò la mano con uno scatto. «Io ci sto!»
Griffin sorprese tutti alzando la mano a sua volta, senza però riuscire a trattenere un secondo sbadiglio. «Anch'io. Non fate caso alle mie condizioni, giuro che appena prendo il mio caffè mattutino torno come nuovo.»
Vicky era sempre più sconcertata dal loro comportamento così inusuale. «Ma che sta succedendo al mondo?»
«Per quanto mi costi ammetterlo, sono stupita anch'io» si unì Maeve, squadrando Del dall'alto in basso. I suoi colpi di sole erano infine spariti, sostituiti dalla sua caratteristica tinta verde, che s'intonava alla perfezione col suo stile militare. Non che Griffin fosse sorpreso. Maeve e il verde erano una cosa sola. «Credevo avessi molto da fare in questi giorni.»
«Be'...» Del si grattò la base del collo, in imbarazzo, e lanciò ad Alistair una rapida occhiata che nessuno tranne lui e Griffin sembrò cogliere. «Diciamo che ci ho riflettuto, e ho deciso che ci sono altri modi per gestire i miei impegni. Modi più salutari. Farò comunque tutto! Ho persino preparato un programma, guardate!»
Estrasse dalla tasca un foglio ripiegato che si rivelò essere una tabella settimanale con tutti i suoi impegni, organizzati per giorno e ora nelle rispettive colonne, ognuna di un colore ben preciso a seconda del giorno della settimana. C'erano persino dei disegni illustrativi.
Maeve fece un fischio d'approvazione. «Wow. È senz'altro un lavoro diligente.»
«La tabella è opera mia, modestamente», si intromise Griffin. «Visto com'è precisa e ordinata? Non c'è una virgola fuori posto.»
«Oh, ecco cosa stavi facendo ieri notte!» esclamò Alistair. «Mi era sembrato di sentire smanettare sul computer alle due del mattino.»
«Sì, Griffin si è gentilmente offerto di aiutarmi. Se l'avessi fatta io probabilmente sarebbe uscito un pasticcio incomprensibile. Comunque sia, potete vedere che ho organizzato tutti i miei impegni nel corso della settimana in modo da lasciare il mercoledì -ossia oggi- libero. Così potrò godermi la giornata senza sentirmi in colpa.»
Quell'ultima frase sembrò sfuggirgli dalle labbra prima che lui potesse fermarla. Del sussultò e alzò lo sguardo sui suoi amici, improvvisamente a disagio. Probabilmente temeva che l'avrebbero preso in giro, o che avrebbero iniziato a fargli la paternale.
Ma nessuno fece niente del genere. Vicky gli sorrise, uno dei suoi sorrisi dolci e rassicuranti che scacciavano ogni paura, e prima che Del potesse accorgersene si ritrovò stretto nel suo abbraccio.
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La Canzone del Silenzio
Ficção AdolescenteGriffin Lockhart non parla mai. Né, tantomeno, esce mai dal suo piccolo villaggio. Ha trascorso la sua vita a confondersi con lo sfondo: un semplice adolescente solitario amante della musica, che preferisce la compagnia di un bel romanzo di mistero...