tornare in pista

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"Sembra passata un'eternità da quando ho messo piede nel paddock, ma indovina? Sono passati solo 24 giorni" era passata una settimana dal mio incontro con i piloti a casa mia e ora vagavo per il paddock di Imola con un cappuccino carico di caffeina nella mano che avrebbe dovuto tenermi sveglia dal momento che il mio treno era arrivato in ritardo e non riuscivo a trovare l'albergo tanto da andare a dormire alle tre di notte ,alle otto mi trovavo già al lavoro. Correre in Italia mi riempiva di gioia, vedere le tribune infestate di rosso e i tifosi erano la cosa più bella per una che come me tifa Ferrari da quando è venuta al mondo.

"Ti vedo un po' agitata stamattina, è successo qualcosa di cui dovrei essere a conoscenza?" sorseggiando caffeina a volontà mi voltai verso Carlos e alzai un sopracciglio. Nelle ultime settimane la mia vita era notevolmente migliorata e stava cominciando a prendere la piega che aspettavo da mesi, io controllavo quello che facevo non Luca, non le mie ansie, solo io e i miei buoni propositi legati al mio lavoro.

"Sarà perchè ho dormito poco, sto bene. Sul serio, mi sento felice" carlos mi regalò un sorriso caloroso e io ricambiai prima di girare la testa verso il box dell'Alpha Tauri e vedere Pierre e Yuki intenti a giocare a calcio in maniera abbastanza imbarazzante. Sorrisi quando Gasly si girò e mi regalò un piccolo sorriso.

"Adesso siete amici o cosa?"

"Chi?" Carlos mi spintonò facendomi perdere per un attimo l'equilibrio sui tacchi. 

"Come chi scusa , tu e Pierre?" bevvi un altro sorso lasciando che il silenzio calasse per un po'. Amici? Non avrei definito il rapporto con Pierre amicizia. L'amicizia era quella che avevo con lo spagnolo a fianco a me e col monegasco suo compagno, l'amicizia storica con Mick,quella con Lando e Daniel, Yuki,George ma lui? Non era uno sconosciuto, non era un amico, ma non lo odiavo nemmeno più così tanto, era una situazione indefinibile a parole ma io sapevo che era una via di mezzo tra l'amicizia e l'odio. "Terra chiama Kate! Ci sei o ti serve un altro di quelli?" chiese Sainz indicando il mio cappuccino.

"Siamo così" alzai le spalle e lo vidi alzare gli occhi al cielo. Buttai il bicchiere vuoto al primo bidone che incontrai e Carlos fece lo stesso.

"Cosa caspita vuol dire 'così'?" e la verità era che non lo sapevo nemmeno io con certezza, Pierre era stato una sorpresa per me in queste ultime settimane e il pensiero di non tenere le distanze da lui mi annebbiava la mente.

"Facciamo che quando lo scopro te lo dico?" Sigillammo il patto con una stretta di mano solenne e professionale per poi separarci e dirigerci verso i nostri rispettivi e doverosi lavori. trascinando i piedi arrivai nel mio ufficio che si trovava in un edificio dietro i box delle scuderie. Sedendomi alla mia scrivania presi in mano il programma della settimana e frugai nella borsa in cerca del mio Snickers. 

"Mercoledì 24: mattina --> libero , pomeriggio 18.00 --> intervista tripla (Gasly,Leclerc,Hamilton), sera 20.00 --> Alpha Tauri" in questo programma c'era troppo prezzemolo Gasly per i miei gusti, non che non mi andasse bene ora però il destino sembrava spingermi nelle grazie del francese ma non ci tenevo particolarmente. Pierre Gasly era un ragazzo affascinante che tutte avrebbero voluto avere al proprio fianco anche per un secondo ma dopo quello che era successo a casa mia e l'amore che mia nipote aveva dimostrato per lui mi sentivo in imbarazzo a stare con lui. I commenti di Madda avevano influito su questo mio cambiamento? Probabilmente ne erano stati l'origine. Ma il mio lavoro veniva prima di tutto, anche di quello che provavo in quel momento, anche dei miei problemi con un certo pilota francese. Quella mattina mi sarei poi dedicata a tutte le domande che avrei fatto ai piloti quel pomeriggio e la cosa spaventosa era che per Pierre avevo stilato il doppio di domande rispetto a quelle che avrei voluto fare a Lewis e Charles. Strappai il foglio e lo buttai nel cestino obbligandomi a scriverne una alla volta per ogni pilota ma non avevo la lucidità di farlo e così con le mani nei capelli cominciai a chiedermi perchè il mio lavoro cominciava a dimostrarsi più difficile del previsto.

La sottile linea tra odio e amore || Pierre GaslyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora