Pierre vi racconta

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 5 Giugno 2022, Milano

<<Maddalena dove hai lasciato lo zaino?>> urlai quasi disperato perchè io e la piccola peste dovevamo passare a prendere Kate che era uscita a fare shopping per portarla a pranzo ed eravamo leggermente in ritardo.

<<E' qui zio!>> disse indicando la mensola dell'appartamento di Kate. Ancora non mi stavo abituando a essere chiamato 'zio' ma immaginai di doverci fare l'abitudine dal momento che avevo intenzione di stare davvero con Katerina e questo comprendeva passare molto tempo con Maddalena, e a me non pesava affatto. Al contrario amavo i bambini e Maddalena mi aveva colpito dal primo minuto. Presi il suo zainetto infilando nelle tasche dei miei jeans il telefono e tirando fuori le chiavi della macchina, le afferrai la manina e ci dirigemmo verso la Porsche Panamera che era stato il mio auto-regalo di compleanno. Una volta sistemata Maddi nei sedili posteriori mi misi al volante e partimmo verso il centro.

<<Zio Pierre?>> mi chiamò la piccola a un certo punto. Eravamo fermi nel traffico ca qualche minuto e la mia testa stava scoppiando per colpa del caldo che stava arrivando in quei giorni a Milano. 

<<Dimmi piccola>>

<<Cosa ti piace di zia Kate?>> quella bambina era un pozzo di domande, alcune delle quali davvero particolari per una bambina di sei anni. Maddalena era curiosa di tutto, faceva domande su tutto e spesso qualcuno si occupava della sua curiosità mettendola a tacere, cosa che odiavo. La curiosità è buona cosa , sopratutto nei bambini.

<<Direi tutto. E' una donna in gamba, sà quello che vuole, mi fa ridere, sa motivare le persone nel modo giusto e le aiuta quando sono in difficoltà. Ha tempo per tutti e se non riesce a soddisfare qualcuno non sarà soddisfatta nemmeno lei. Kate è intelligente ed è sempre sincera con tutti, ed è anche bellissima, hai proprio una zia fantastica Maddi>> Avrei continuato a parlare di Kate per ore, senza sosta, senza dovermi fermare a pensare a cosa significasse per me averla vicino. Mi veniva spontaneo parlare di come mi sentivo con lei perchè il sentimento verso quella giornalista che non sopportavo era vero e stava crescendo notevolmente. Quando la vidi per la prima volta al paddock, quella volta che mi venne addosso , la prima cosa che pensai fu ' Chi cazzo è questa?' lo devo ammettere. La seconda volta invece mi ero fermato a guardarla bene, e la sua bellezza non è una di quelle che spicca, ma è una di quelle naturali che ti colpisce non appena la osservi meglio. Nel tempo avevo capito che l'odio categorico verso i giornalisti era da evitare. Essere un atleta ed odiare i giornalisti va di pari passo al giorno d'oggi, non chiedetemi perchè, è complicato da spiegare. Per farla breve diciamo che molti di loro cercano solo gli scoop, e preferiamo rimanere alla larga dalle vipere, ma Kate tutto era meno che una vipera. Amava il suo lavoro, era il suo stile di vita. Non solo era una giornalista coi fiocchi ma sapeva anche metterti a tuo agio prima di un'intervista, sapeva scrivere e parlare come non avevo mai sentito nessuno farlo prima. Le parole scorrevano dalla sua bocca facilmente come ad un bambino viene semplice sorridere, per lei le domande erano pane quotidiano. Era curiosa di tutto, come sua nipote. Non si stancava mai di imparare e lo avevo capito un giorno qualsiasi a casa sua. Mentre vagavo per il suo salotto avevo trovato un'agendina e non vogliatemene perchè l'ho aperta, ma dentro c'era a caratteri cubitali il titolo 'Domande giornaliere a ex piloti di formula uno' e per ogni data sotto vi era scritto un pilota con la rispettiva domanda. 

3 Agosto 2021
Jules Bianchi "Perchè hai deciso di diventare un pilota e correre in macchina?"

Ricordo quella scritta perchè era la prima domanda che aveva scritto. Non le avevo mai chiesto che tipo di connessione avesse con Jules, perchè dopo la nostra chiaccherata su Anthoine volevo evitare di vederla soffrire ancora parlando di una perdita, o forse io stesso volevo proteggermi dalle mie fragilità. Da quando era entrata a far parte della mia vita mi sentivo meglio mentalmente, emotivamente e anche fisicamente. Mi trasmetteva un energia e una voglia di mettermi alla prova che mai avevo davvero provato nella mia vita, mi riempiva di adrenalina. Era come il mio caffè giornaliero, mi dava la carica di cui avevo bisogno per andare in pista, spegnere il cervello e mettere in moto i sensi.

<<Domenica è il suo compleanno, cosa le regali?>> Merda. Una delle cose più banali ma significative che avevo tralasciato nella nostra frequentazione era il suo compleanno. Domenica? Domenica avevo la gara. Merda.

<<Sicuramente qualcosa che si ricorderà, non so ancora bene cosa>> dissi per rassicurare più me stesso che Maddalena. Non avevo la più pallida idea di cosa regalarle. Aveva tante di quelle passioni che io non avevo nemmeno il tempo di decidere tra quali di queste sarebbe stato collegato il regalo. Formula Uno? Banale. Calcio? Un classico. Libri? Ne aveva troppi. Fiori? E' il suo compleanno non un anniversario. Un cambio per la moto? E' fin troppo scontato. I biglietti per un concerto? Fermo, questa si che è una idea geniale. Mi aveva parlato di un concerto a cui sarebbe voluta andare , quello di un certo Louis Tomlinson se non sbaglio. Avevo appena trovato l'idea per il regalo, ora bisognava effettivamente trovare i biglietti. 


<<Giuro che questo sushi è il più buono che abbia mai mangiato!>> mentre la guardavo pulirsi la bocca con il tovagliolo non potei che lasciarmi sfuggire un sorriso. Era così spontanea, non sforzava nessun sorriso, nessuna parola, era semplicemente se stessa e a me piaceva così com'era. 

<<Te lo avevo detto io! A te piace Maddi?>> chiesi poi alla piccola che annuiva addentando un altro nighiri. Kate si appoggiò sulla mia spalla tenendosi le mani sul ventre mentre borbottava qualcosa sulla maionese piccante.

<<Ti fa male la pancia?>> le chiesi vedendola stringere gli occhi e poi sbuffare. lei scosse la testa ricomponendosi e bevendo un bicchiere d'acqua. Si tirò indietro i capelli e per la prima volta notai un tatuaggio dietro il lobo dell'orecchio. Era un'ancora con una catena intorno. Sulla catena stava appesa una una 'M'. Data la mia scarsa conoscenza dei tatuaggi mi spettavo di non capirlo ma guardando come Kate aiutava sua nipote a mangiare un nighiri scomposto afferrai il concetto. L'ancora rappresentava un luogo sicuro, di serenità con la persona amata, per Kate quella persona era sua nipote. Maddalena era il porto sicuro di cui lei aveva bisogno. Me lo aveva fatto capire diverse volte, per lei Maddalena veniva prima di tutto e di tutti, avrebbe lasciato tutto per lei. Sapevo della passione di Kate per i tatuaggi ma fino ad ora gliene avevo studiati solo due, la scritta lungo la schiena per Anthoine e l'ancora per Maddalena, chissà quali altri tatuaggi avrei scoperto che mi avrebbero regalato un pezzo di Kate da conoscere e conservare nel cuore. Non glielo avevo ancora chiesto per paura, ma ero sicuro che prima o poi lei sarebbe diventata la mia ragazza, perchè avevo intenzione di averla accanto ancora per molto e non avrei rovinato tutto.


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Capitolo intenso ragazz*! Oggi ero ispirata a scrivere nei pensieri di Pierre perchè infondo mi sono sempre chiesta 'Pierre come vede Kate?' anche se sono io stessa a scrivere di loro due. Fatemi sapere cosa ne pensate e se volete altri capitoli così, io per oggi vi saluto, grazie di tutto e alla prossima <3

La sottile linea tra odio e amore || Pierre GaslyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora