Capitolo 11

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La mattina seguente l'omicidio, non ci volle molto per i giornalisti spargere la notizia per tutto il paese.
Guardando il telegiornale, Taylor non aveva mai smesso di piangere e il pensiero che la sera prima si fosse divertita con gli amici mentre Luis aveva perso la vita, la distruggeva dentro.
Sam non si staccò un attimo dall'amica abbracciandola forte a sé mentre i fratelli, serrando la mandibola e i pugni, rimasero in piedi dietro al divano ad ascoltare la cronaca.

-Il corpo è stato rinvenuto senza vita tra le sei e le sette di sera, dai lividi trovati sul collo della vittima la polizia conferma l'ipotesi di un omicidio- diceva il giornalista -non si è ancora a conoscenza delle motivazioni dell'assassino per aver compiuto un simile gesto. Le forze dell'ordine esclude l'idea di rapina poiché tutti gli effetti personali di Luis Worker non sono stati toccati-

Taylor aveva gli occhi gonfi e rossi, sia quelli che la gola gli cominciavano a fare male compresa la testa per il troppo pianto; Sam, vicina a lei, le accarezzava la testa mentre il viso della castana era premuto sul suo petto.
Ryder e Xavier, oltre la rabbia, non avevano mostrato alcun tipo di sentimento. Loro sapevano. Lo avevano capito.
Il biondo pensò al messaggio del giorno prima non capendo il perché dover uccidere un ragazzo che non c'entrava niente con loro, non aveva senso tutto ciò e questo lo rendeva ancora più irrequieto.
Ryder si allontanò dal salotto e si recò nel giardino del retro della casa; per poterlo raggiungere, bastava passare per una porta finestra posta sulla sinistra del corridoio, vicino la camera dei due ragazzi.
Senza fiatare, Xavier lo raggiunse con con furia.

-Devi dirmi qualcosa per caso? O vuoi ancora tenere la bocca chiusa, Ryder?-

-Abbassa la voce altrimenti Taylor e Samantha potrebbero sentirti!-
Digrignò il biondo.

-Cos'è successo ieri in aeroporto? Ti sei comportato in modo strano, ma non ho voluto chiederti nulla. Adesso parla però!-

Ryder prese il suo telefono e lo lanciò in mano al fratello il quale lo prese al volo. Seguendo ciò che il biondo gli aveva detto, aprì la sezione dei messaggi e il cuore gli saltò di un battito dopo aver letto lo stesso messaggio.

-Kendall ti ha scritto e tu non mi hai detto niente! Ma sei matto!-

-Ti ho detto di abbassare la voce!-
Ryder strappò il telefono dalle mani del moro.

Xavier si passò le mani tra i capelli e diede le spalle al fratello: -A questo punto non ci sono dubbi... È opera di Colin-

Ryder strinse i pugni guardando l'erba sotto alle sue scarpe non volendo accettare niente di quello che gli stava venendo detto.

-Dobbiamo andarcene o la prossima vittima potrebbe essere Taylor-

Ryder annuì senza ribattere.
Sam, dal salotto, si era accorta del comportamento sospetto dei due fratelli , tuttavia la sua priorità in quell'istante era Taylor e non l'avrebbe lasciata neanche un secondo da sola in un momento come quello.

-Se fosse uscito con noi, se solo lo avessi invitato ieri...- singhiozzò la riccia -tutto questo non sarebbe successo-

-Tay... Non devi incolparti, non è di certo a causa tua che Luis ha perso la vita-

-Non l'ha persa, gliel'hanno tolta!-

Sam chiuse gli occhi e sospirò maledicendosi non non riuscire a calmare l'amica, ma come mai avrebbe potuto farlo dopo una simile notizia?

-Poi per cosa?- continuò Taylor - lo hanno ucciso per niente! -

***

Il giorno dopo si tennero i funerali del giovane Luis, il sole brillava in cielo stonando con l'aria grigia della celebrazione; erano molte le persone a partecipare a quel tremendo rito, tanti conoscenti e non pronti a dare il proprio sostegno ai due genitori i quali persero il loro unico figlio.
L'Officiante, con una voce quasi impassibile, celebrava il suo ennesimo funerale mentre Taylor non riusciva a togliere gli occhi dalla bara mogano colma di fiori che era situata sotto "l'altare" della funeral home; il sorriso che aveva Luis nella foto presente, scelta dai genitori, spezzava ancor di più il cuore di chi gli voleva bene. Persino per i due gemelli sembrò di perdere una persona a loro cara e dedicarono con tutto il cuore le loro preghiere per donare la pace all'anima del ragazzo defunto; Ryder e Xavier accompagnarono Taylor al funerale, Sam ovviamente si trovava con loro.
Il moro fissava intensamente la foto e per un attimo la sua mente sostituì il volto di Luis con quello dell'amico perso dieci anni prima, scosse la testa per cancellare quei ricordi orribili e fece per voler uscire dalla sala, ma Ryder lo afferrò per il polso senza distogliere l'attenzione dalle parole dall'Officiante.

Durante la celebrazione funebre, in una vecchia struttura abbandonata situata a nord-ovest di Portland, il ragazzo dai lunghi capelli color pece, raccolti in una semplice coda bassa, era affacciato all'antica finestra mentre osservava un punto non preciso dell'enorme distesa di terreno nel quale si trovava insieme alla sua famiglia.
Il posto era un vecchio edificio amministrativo del 1913 chiamato Gasco Building il quale fungeva come base operativa per Colin e il suo branco.

-Kendall! Dove sei? Fratellone rispondi!-

Sentendo la tenera voce della sorella minore, il giovane si staccò dalla finestra voltandosi verso la bimba dal caschetto rosso. Il viso bianco e lentigginoso sorrise al fratello regalandogli uno dei pochi momenti di felicità.

-Come mai così di fretta, Trudi?-
Chiese il fratello maggiore prendendo la sorellina in braccio.

Trudi era l'ultima di quattro figli, l'unica femmina della dinastia dei Zervas, l'unica che non conobbe mai il fratello più grande: Hunter.
Nacque poco dopo l'omicidio di quest'ultimo, nessuno le raccontava mai niente di Hunter se non Kendall. Alla bambina piaceva passare tanto tempo con lui, era l'unico che le dedicasse le giuste attenzioni che servono ad una bambina della sua età.

-Papà ha detto che ti deve parlare e mi ha detto di correre da te-

Senza proferire parola, Kendall sospirò e posizionando meglio la sorellina per poterla tenere più comodamente in braccio, si diresse verso la stanza dove il padre usava come sala delle riunioni quando doveva fare delle comunicazioni al suo branco.
Arrivati alla rampa di scale, Kendall mise a terra Trudi e scesero i gradini tenendosi per mano. Fecero tre rampe di scale prima di imboccare nel piano dove si trovava Colin e Trudi aveva captato da tempo l'agitazione del fratello il quale aumentava quando si avvicinava sempre più alla meta. La bambina decise di non fare domande, con il tempo aveva capito che domande poteva fare e quali no nonostante la sua giovanissima età.
Kendall, tuttavia, cercava di nascondere al meglio le sue emozioni cercando di apparire forte alla sorellina e facendola capire che non doveva avere timore di nulla con lui vicino.
Arrivati alla porta, Kendall posò un ginocchio a terra per poter essere alla stessa altezza di Trudi.

-Adesso io e papà dobbiamo parlare di cose da grandi, okay? Se mi prometti che resterai vicino alla mamma finché non finiamo di parlare, ti porto a prendere un bel gelato e andiamo al parco giochi. Va bene?-

La piccola saltò di gioia buttandosi sul fratello regalandogli un forte abbraccio, di risposta Kendall sorrise e le diede un bacio tra i capelli prima di alzarsi.

-Adesso vai da mamma e dopo andiamo a divertirci-

Il giovane scompigliò dolcemente i capelli della sorellina la quale gli regalò un ultimo sorriso prima di dargli le spalle e correre via dalla madre. Kendall guardò il caschetto rosso allontanarsi e prese un respiro profondo prima di superare il varco che lo avrebbe portato al suo incubo.

I miei coinquilini sono vampiri Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora