Capitolo 5

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Entro nell'appartamento ancora con l'adrenalina a mille. Mi sbatto la porta alle spalle e mollo lo zaino sul tavolo da pranzo, il cappotto sullo schienale di una sedia.

– Ottimo, sei di ritorno. – La moka già m'incalza appena attraverso il disimpegno e passo davanti alla porta della cucina. – Allora ti illustro quello che dovrai fare oggi. – La sua voce è come un ronzio lontano; me ne sto affacciato all'uscio della mia stanza, piegato in avanti nel tentativo di sfilarmi le scarpe senza slacciare le stringhe. Dove diavolo è l'altra ciabatta? Sono tre giorni che è dispersa. – Innanzitutto devi prepararti il pranzo, visto che sono le due passate. Poi, mentre aspetti che la pasta sia cotta, prendi il copridivano, il coprimaterasso, il lenzuolo, le federe dei cuscini, nei fai un bel mucchio e lo infili in lavatrice...

Fanculo la pantofola. – Moka! – urlo. – L'ho fatto! Ho parlato con De Chirico!

– In questo modo, il bucato sarà pronto da stendere quando tu avrai finito di mangiare. Dopodiché procederai con la tovaglia, gli asciugamani e i canovacci. Per quanto riguarda lo scendiletto, i tappetini del bagno e della cucina... Be', per quelli farai un'altra lavatrice domani mattina, visto che non avrai lezione fino alle tre del pomeriggio. Le presine da cucina vanno ricomprate, invece. Sono irrecuperabili. 

 – Moka...? – Mi aggrappo allo stipite della cucina. – Hai capito quello che ho detto...?

– Sì, ho capito. Lo stendino è appoggiato dietro la porta di camera di Lidia. È arrivato il momento che tu ne faccia uso, Gianmarco. La coperta del tuo letto, invece, la porterai in lavanderia più tardi. È troppo ingombrante per la lavatrice che abbiamo qui. 

– Aspetta. – Corrugo lo sguardo. – Ma se oggi metto a lavare le lenzuola e la coperta... poi con cosa dormo, stanotte?

– Appunto. Ti sembra normale non avere nemmeno un cambio per il letto e non poter mettere niente a lavare?

Ci penso. – Be' finora me la sono cavata anche senza...

– E dopo essere passato in lavanderia, siccome sarai già fuori, fai anche un salto nel negozio di accessori per la casa che io ti indicherò e acquisterai un cambio di lenzuola, delle nuove presine e un guanto da forno. Come coperta, stanotte utilizzerai una di quelle che sta sul ripiano in alto dell'armadio del disimpegno.

Mi volto all'indietro. – C'è una coperta lì dentro?! – Mi butto sui pannelli in compensato.

– Ce ne sono tre. Sono della padrona di casa. Le ha lasciate lì per voi.

– Sul serio?! – Spalanco le ante, getto lo sguardo in alto, sull'ultimo ripiano. Eccole là: tre coperte invernali, avvolte nel nylon. – Ma tu pensa!

– Tu non apri mai i cassetti, vero? Non ti è mai passato per la testa che come vi erano state lasciate pentole, stoviglie e posate, potevano esserci anche altri oggetti di prima necessità, qui in giro? Comunque, stasera, prima di andare a dormire, porterai giù l'organico. E così, anche questo problema sarà risolto. Adesso, forza! Metti l'acqua sul fuoco e inizia a raccogliere le cose che ti ho detto.

Richiudo l'armadio, pensoso. Resto un po' imbambolato, a fissare di fronte a me. Poi mi avvio a passo stanco verso il lavello e afferro la pentola lasciata ad asciugare sul bordo del piano di scolo. – Non capisco perché ci tieni tanto che io faccia queste cose, comunque, – borbotto fra i denti.

– Tu vuoi che io ti aiuti con l'articolo, vero?

Un fremito mi percorre la schiena. Ruoto piano la testa in direzione della moka, appoggiata sul fornello. Non avevo preso in considerazione l'eventualità che, una volta preso l'impegno con De Chirico, la moka avrebbe anche potuto tirarsi indietro. Lo sto realizzando adesso per la prima volta.

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