La risata squillante di alcune ragazze, là fuori in cortile, penetra nell'ufficio, scocca sul mio fianco come una frusta. Non riesco a distogliere lo sguardo dal vetro della finestra. Che abbiano gettato un'occhiata dentro... Che ridano a causa mia?
– Eccolo qua. – Il professor De Chirico estrae dei fogli A4 da un cassetto della sua scrivania, li appoggia sul ripiano, di fronte a me. Sono uniti tra loro da un colpo di spillatrice, nell'angolo in alto a sinistra. – Mi sono preso la libertà di stamparlo, visto che erano poche pagine. Che dire, Gori? Come inizio sarebbe buono.
Cerco di ritrovare la concentrazione, mi volgo col busto in avanti. – B-bene. – Con la coda dell'occhio colgo la presenza, in alcuni punti ai lati delle pagine, di asterischi e linee tracciate con inchiostro rosso, di appunti scritti con calligrafia sbrigativa.
– Se me lo avesse spedito un paio di settimane fa, ne sarei stato entusiasta, ma... se devo parlare con franchezza... dopo un mese, mi aspettavo più materiale.
Oddio. È passato un mese...? Che giorno era, la prima volta che sono venuto qui al ricevimento? Non riesco a ricordarlo.
– Queste... non sono nemmeno sei cartelle, – continua il professore, – e, per giunta, nella quarta pagina mancano alcuni paragrafi. Vede...? – Solleva due pagine, indica un punto col retro della penna. – Qui. Fa riferimento a questioni dette in precedenza, che però non sono nel testo. Temo lei abbia cancellato delle parti per errore.
– Oh, Cristo. Gianmarco. – Eccolo, il rimprovero della moka. Proviene dallo zaino che ho lasciato appoggiato alla sedia.
Guardo le scritte in Times New Roman su sfondo bianco. Non ho alcun ricordo di cosa parlino i paragrafi che indica De Chirico. Ma prendo per buono ciò che dice. – Oh... S-sì, – cerco di giustificarmi. – T-temo... Temo sia... un...
– Tra l'altro... Scusi se glielo chiedo, Gori, e spero di non risultare invadente, ma ho notato che ha fatto anche molte assenze durante le mie lezioni. – Fa scivolare di pochi millimetri gli occhiali sul dorso del naso, solleva le ciglia, mi guarda dal basso, i gomiti appoggiati sul legno. – Forse ha avuto dei problemi, dei contrattempi...?
Non so cosa rispondere.
– Digli di sì, Gianmarco, – mi suggerisce la moka.
– S-sì, in effetti...
– E che tuo padre ha avuto un brutto incidente automobilistico il mese scorso, che è stato ricoverato in ospedale per tre settimane.
– P-purtroppo... m-mio padre...
– E che sei stato spesso fuori Pisa per questo motivo. Sei stato costretto a fare molte volte avanti e indietro col treno, per le visite, per star vicino a tua madre.
– E, e, e, per questo... ho perso... qu-qu-qualche lezione...
– Oh. Mi dispiace molto. Suo padre, adesso, come sta?
– S-s-sta meglio, g-g-grazie.
– Be', Gori. – De Chirico inarca le sopracciglia e si ritira all'indietro, schiena appoggiata sulla sua sedia girevole. – A fronte di circostanze di questa gravità in famiglia, è comprensibile, per non dire giusto, che gli impegni universitari passino in secondo piano. Tanto più se si tratta di... ricerche extracurriculari, come in questo caso. Mi spiego...?
– S-sì, certo.
– Di tempo per portare a termine l'articolo ce ne sarebbe pure, ma se teme si tratti di un aggravio innecessario nella sua situazione attuale... può anche tirarsi indietro, con serenità.
– Oh, brutta risposta, – borbotta la moka.
– N-no-no, io... ci terrei a p-p-portare a t-t-termine...
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La moka
Mystery / Thriller| WATTYS 2023 SHORTLIST | Come reagireste se, una mattina come tutte le altre, mentre siete in cucina a pensare a cosa prepararvi per colazione, la vostra moka cominciasse a parlare? Salve a tutti. Mi chiamo Gianmarco Gori, sono uno studente fuorise...