Capitolo 53

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25 luglio 1997

Weasley mi fissa da quando sono arrivato. Se ne sta lì seduto in un angolo con le braccia incrociate, mentre nella sua testa si immagina diversi modi per uccidermi.

"C'è qualcosa che vorresti dire, Weaslebee?"

Lui salta subito in piedi, arricciando le labbra: "Voglio che tu stia lontano da Hermione".

"Sei suo padre?" Chiedo.

"No".

"Sua madre?"

"Ovviamente no".

"Allora non hai l'autorità per dichiarare queste cose". Gli dico, riportando la mia attenzione sulla copia odierna della Gazzetta del Profeta.

"Non la meriti Malfoy".

Sollevando un sopracciglio, torno a guardarlo. "E tu invece sì?" Mi viene da scherzare. Piego ordinatamente il giornale, lo metto accanto a me sul divano e mi alzo. Non è basso come Potter, ma devo comunque abbassare la testa per incontrare il suo sguardo. "In quale mondo pensi che la Granger possa mai mancare di rispetto a se stessa al punto da vederti come qualcosa di diverso da uno sfortunato errore? L'unico motivo per cui sei nella sua vita è che tu e Potter eravate un pacchetto completo".

Tutto il suo viso è ora della stessa tonalità dei suoi capelli, ma non risponde.

"Non sei una persona che possiede molto intelletto, ma anche in quella tua testa vuota sai che se fosse stata costretta a scegliere tra te e Potter avrebbe scelto il secondo. Non riusciresti mai a renderla felice, Weasley. Anzi, la cosa migliore che potresti fare per lei è smettere di esistere. Sei più che altro un peso".

Weasley assomiglia molto a un bambino grande quando è arrabbiato, mi aspetto che cominci a blaterare come uno di loro, ma non lo fa. Per una volta sostiene la sua rabbia con un'azione fisica, brandendo il pugno verso il mio viso.

Afferrando il suo polso, lo ritraggo e gli afferro la gola con la mano libera. "Sembra che abbia colpito un punto piuttosto sensibile". Sorrido. "Ascoltami bene Weasley, anche se una delle tue tante ipotesi di uccidermi dovesse in qualche modo avverarsi, non avresti comunque alcuna possibilità con lei. Se ti vedo anche solo guardare la Granger in un modo che non sia platonico, ti sgozzo".

"Vai all'inferno Malfoy!" Riesce a secernere abbastanza saliva da sputarmi in faccia. Perché diavolo queste teste di cazzo continuano a ricorrere ai loro fluidi corporei come strategia di combattimento?

Lo sollevo per il collo e sbatto il suo corpo a terra. Estraggo il coltello dalla fondina della coscia e ne schiaccio la punta al centro dell'addome.

"Non mi uccideresti". Dice con troppa sicurezza.

"Perché tutti continuano a dirlo?" Mi schernisco, irritato dalla falsa accusa. "Ti ucciderei di sicuro e non perderei un secondo di sonno per questo".

"Hermione non ti perdonerebbe mai".

"Io sostengo che mi ringrazierebbe... alla fine. Si sarebbe resa conto che era meglio così".

La mia mano si spinge in avanti, con la lama che sta per rompere la superficie della sua pelle, quando sento un paio di mani che mi strattonano le braccia.

"Cosa diavolo credi di fare, Malfoy?" Potter mi rimprovera.

"Rendere il mondo un posto migliore".

Weasley emette un lamento acuto mentre io sfondo un altro strato di pelle e Potter continua il suo pietoso tentativo di tirarmi via. I suoi sforzi sono equivalenti a quelli di chi prende a pugni un muro di mattoni e si aspetta di fare un'ammaccatura.

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