Capitolo 63

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4 novembre 1997

"È stato Grindelwald, è lui che ha rubato la bacchetta di Sambuco". Ci informa la Granger mentre posa un libro sul tavolo. "Per questo Voldemort vi ha messo sulle sue tracce".

"E la bacchetta di sambuco sarebbe?" Chiedo, alzando un sopracciglio.

"Solo la bacchetta più potente del mondo, idiota". Weasley aggiunge.

"Avrei dovuto lasciarti a Godric's Hollow".

"Possiamo concentrarci, per favore?" Dice la Granger. "Draco, cosa vuole esattamente Voldemort che tu faccia una volta che lo avrai trovato?"

"Ucciderlo".

"Già, a questo avrei potuto rispondere io per te Hermione". Dice Potter.

Granger gli dà uno schiaffo sulla nuca, che mi ha eccitato moltissimo, e prende posto accanto a me.

"Non puoi ucciderlo Draco".

"Amore, credo che dopo ieri sera ho dimostrato che sono davvero in grado di farlo".

Lei scuote la testa. "No, non è quello che intendevo. Non puoi uccidere Grindelwald perché se lui è il proprietario della bacchetta di Sambuco e tu lo uccidi, allora la sua fedeltà si rivolge a te".

"E se dicessi semplicemente no?" Suggerisco. "Dico alla bacchetta che non sono sua madre e che non voglio avere niente a che fare con lei".

La testa le cade tra le mani mentre fa un respiro profondo. Il tavolo inizia a tremare leggermente mentre la sua gamba inizia a rimbalzare rapidamente, è stressata. Appoggio la mano sulla sua coscia per calmarla e le dico: "Mi dispiace, la smetto con le spiritosaggini. Parlami, Granger". Quando i suoi occhi incontrano di nuovo i miei, le sfioro la guancia con il pollice.

" La bacchetta di Voldemort e quella di Harry hanno in comune una piuma della fenice Fawkes". Comincia lei. "Sa che se volesse battere Harry in duello avrebbe bisogno di qualcosa di molto più potente. Se tu diventassi il proprietario della bacchetta più importante, ti ucciderebbe".

Beh, questa sì che è fortuna. Forse avrei dovuto fare di peggio nel mio lavoro. Devo essere bravissimo in tutto quello che faccio, eh? Non c'è nulla che possa dire o fare per farla sentire meglio in questo momento. I miei ordini sono semplici: localizzare Grindelwald ed eliminarlo. Probabilmente questo è anche un brutto momento per dirle che sarò via per un po', ma non c'è niente da fare.

"Bulgaria?!" Le sue parole sono piene di incredulità.

Annuisco. "Mio padre è arrivato lì stamattina. Sta mettendo tutto in ordine, ma io devo supervisionare tutto il resto".

"Quando partirai? Quanto tempo starai via?"

"Domani e non sono sicuro, forse qualche mese?"

La sua gamba rimbalza di nuovo, si morde le unghie e posso vedere la tensione nei suoi occhi mentre cerca di trattenere le lacrime. Guardo Potter e Weasley e inclino la testa di lato, facendo loro cenno di lasciarci un po' di spazio. Per una volta, mi ascoltano e ci lasciano in pace.

"Granger, guardami". La sua testa si alza, le abbasso la mano dal viso e le sistemo i capelli dietro l'orecchio. "Andrà tutto bene. Forse non potrò venire a trovarti spesso, ma questo non cambia nulla. Ho fatto quel braccialetto per un motivo, ogni volta che avrai bisogno di me verrò sempre, non importa quanto lontano io sia. Qualsiasi cosa ti serva, basta che tu lo dica e sarà tua".

"E se ti fai male? Se Voldemort ti facesse di nuovo del male e tu fossi troppo lontano e io non potessi aiutarti?" La sua voce trema.

"Amore", sorrido, prendendole la mano. "L'unica persona al mondo in grado di farmi veramente del male sei tu. Tutto il resto è semplicemente un inconveniente".

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