26°capitolo:

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Sono alla fermata del pullman, sto tornando a Bologna. È ora di riprendere la mia vita. Sistemo la valigia e vado a prendere posto, l'autista me lo concede dopo aver controllato il mio biglietto. 

Intravedo il mio riflesso nel vetro del pullman, faccio impressione. Sono dimagrita troppo in un solo mese. Per fortuna mi sono truccata ed ho disegnato una serie di onde morbide ai miei capelli, altrimenti avrei spaventato gli altri passeggeri. I jeans, modello slim, mi stanno quasi stile rapper così prima di uscire li ho sostituiti con un paio di leggins. Il pullman parte ed acquista quasi subito un po' di velocità. Strada asfaltata, larga, libera ed a senso unico. 

Dopo qualche secondo comincio a sentire una voce, come se qualcuno mi stesse chiamando. Mi alzo, mi dirigo ai posti infondo. Quelli a 5. C'è Gianluca che corre a perdifiato dietro al pullman. 

Come può essere qui?!, perché mi cerca?. Era a Bologna, era insieme ad un'altra. Mi precipito dall'autista e lo imploro di fermarsi. Notando, dallo specchietto, la corsa folle del Ginoble acconsente. Rallenta ed accosta. 

<< 5 minuti >> 

Annuisco, lo ringrazio e scendo velocemente così da correre incontro a Gianluca. 

<< Azz >>

<< Giangi >>

Ci fermiamo quando raggiungiamo una distanza di 20 centimetri. 

<< so tutto, ho risolto >>

<< cosa?, come sai tutto?, come hai risolto? >>

<< tu l'hai detto a mio fratello ma essendo una cosa grave lui si è confidato con papà e lui è corso a Bologna per risolvere tutto. Danese si è scusato con me. Ha ammesso che è solo per colpa sua che mi hai mollato, ti sei messa da parte per amore. Poi ha aggiunto che voleva far leva sulle tue intenzioni per portarti a letto >>

<< che cosa?, che schifo >> dichiaro. 

<< l'ho picchiato. Non gli permetterò mai di mettere le mani sul corpo della mia fidanzata >> 

Sorrido imbarazzata. 

<< no aspetta, lo hai picchiato?, quello ora ti sostituisce. Gian. Vai a scusarti >>

<< no, o mio padre lo denuncia per averti ricattata >>

Ispiro profondamente. 

<< perché non mi hai detto tutto subito? >>

 << per non essere la causa e la colpevole della fine del tuo sogno >>

Mi stringe forte, quanto mi sono mancati i suoi abbracci spacca costole. Ne necessitavo come un assetato nel deserto. 

<< saliamo o l'autista ci lascia qui >> lo invito. Annuisce e mi segue. È senza biglietto. Allunga 20 euro all'autista che gli consegna un voucher che equivale ad un biglietto. Ci avviamo ai posti infondo, sfilando nel corridoio del pullman ricoperti dagli applausi degli altri passeggeri. Ringraziamo imbarazzati e ci rifugiamo nell'angolo destro dei posti a 5. 

Si sfila la felpa nera con cappuccio. È accaldato, per colpa della felpa. 

<< mamma mia, non ho fatto in tempo ad arrivare a Montepagano che tu stavi ripartendo >>

<< beh Ginoble, ti conveniva aspettarmi a Bologna >>

<< sentila, volevo fare un gesto romantico e tu mi prendi anche in giro >>

<< lo sai che scherzavo >> 

<< sì? >>

Annuisco. 

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