Capitolo 16

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Elena aprì gli occhi.
Era mattina.
Capì di trovarsi nello scantinato solo dopo qualche minuto.
Si alzó dalla sedia a dondolo e guardó fuori la finestra.
Stavano già preparando i pali per l'esecuzione di Jane.
La folla iniziava a formarsi attorno la piazza.. stavano trasportando delle fascine di legno; tutto questo la fece rabbrividire.
Elena giró per la stanza cercando di trovare una via di fuga, ma niente.
Guardó sulle mensole sperando di trovare qualcosa, trovó una scatola impolverata e la aprì.
Trovó dei fogli ingialliti, una piuma colorata e un cacciavite.
Prese il cacciavite pensando di scassinare i cardini della porta.
All'improvviso sentì un rullo di tamburi.. si avvicinó alla piccola finestra e vide delle persone incatenate che urlavano e si dimenavano.
Erano i prigionieri.
Vide jane ormai scheletrica, rasata a zero e con gl'occhi infossati.
Poi scorse una figura vicino a lei.
Era alta, magra e.. era sua madre.
Rimase impietrita.
La vide essere trascinata fra l polveri, era piena di ferite e anche lei senza capelli.
Inizió ad urlare il suo nome, voleva fuggire, andarle incontro, ma non poteva.
Sua madre fu legata ad un palo.
D'un tratto la porta si aprì. Era Jim con un vassoio.
Elena si giró furibonda, gl'occhi arrossati, non era più in sé. Si gettó su di lui e riuscì a conficcargli il giravite nel braccio, poi sul petto.
Corney impazziva dal dolore.
"Mia madre! Devo andare da mia madre"
Finì di spaccargli il cranio e fuggì dalla stanza, salì le scale di corsa, inciampó...riprese a correre.
Aveva le mani insanguinate ma non se ne importava.
Arrivó in piazza ma non riusciva a passare tra la folla.
Spingeva le persone, faceva cadere i bambini.
Si sentì bloccare il braccio, era Tom.
Riuscì a svincolarsi e continuó a correre sentendosi chiamare.
Le persone si allontanarono impaurite.
Sibilla assisteva silenziosamente alla scena, era intrappolata ad uno stupido palo e sapeva che stava per morire.
"Madre, madre"
Elena era quasi arrivata ma delle guardie la bloccarono.
Una vampata di calore la obbligó a girare la faccia.
Le urla della madre si dispersero fra quelle degl'altri prigionieri.
Quando si voltó di nuovo, della madre rimasero solo dei pezzi carbonizzati, pelle che cadeva a brandelli e si intravedevano le ossa.
Rimase paralizzata da quella scena macabra, sentiva il bisogno di correre.
Si liberó dalle guardie e inizió a correre, sentiva delle voci..
Si accavallavano tutte nella sua mente: le urla della madre, il pianto dei bimbi, il frastuono delle persone, le guardie che ordinavano la sua cattura.
Stava per inciampare sul tessuto della sua gonna ma riuscì ad aggrapparsi ad un bambino.
Vide la gente intorno a lei che scappava impaurita, alcuni le lanciavano sassi altri la sputavano.
Tom non riusciva a fermarla, volva proteggerla.
Finalmente uscì dalla città e si inoltró nel fitto bosco.

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