For other people's messes...

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Dopo due anni si risvegliò per la prima volta con un sorriso sulle labbra, la mente libera da tutti i pensieri, dopo tanto aveva potuto dormire lontana da incubi...

I suoi occhi rimasero a fissare il soffitto della propria camera, mentre ascoltava il suono del suo respiro calmo riempire quella stanza vuota.
Quasi incredula avvicinò una mano al proprio petto e confermò la realtà, sentendo la pelle alzarsi sotto le proprie dita lentamente e il battito del suo cuore era così forte che lo sentiva nelle proprie orecchie, ma non era trascinato dalla paura costante del mondo, o sprofondato nel silenzioso più totale dai sensi di colpa... batteva semplicemente per mantenerla in vita... no, per farla vivere, come se adesso il pensiero della morte non sembrasse più così vicino, come se avesse trovato un altro motivo per continuare a battere, per continuare a vivere.

<< Unnie! >> La sorella entrò all'improvviso nella sua camera.

<< Yuna? >> Pronunciò il suo nome con un filo di voce, per poi rischiarirsi la gola prima di proseguire. << È successo qualcosa? >>
Chiese preoccupata, dopo aver controllato l'orario e vedendo che la sorella si era alzata prima del solito.

<< Ehm, no, io volevo solo... Ti ho preparato la colazione. >> Disse l'altra, spiazzandola completamente.

<< Ho pensato che sarebbe bello fare colazione insieme ma so che di solito ti svegli prima di me, perciò ho pensato di batterti sul tempo così pote- >>

<< Yuna. >> Interruppe la sorella, alzandosi e avvicinandosi a lei. << Grazie. >> E l'abbracciò.

Seguendola fino alla cucina non riuscì a non ripensare all'ultima volta che avessero fatto colazione insieme, anni prima, quando ancora i loro genitori erano vivi e non c'era nessuna preoccupazione a oscurare le loro vite, nessuna tragedia che le aveva fatte allontanare così tanto.

Perciò non riusciva a nascondere quel sorriso sul suo volto mentre la osservava fare colazione davanti a lei, mentre si era persa in mille chiacchiere. Sorrideva mentre l'ascoltava parlare della scuola, delle sue amiche, o della gara di ballo alla quale avrebbero partecipato a breve; per un secondo ripensò alla bruna, a ciò che le aveva detto il giorno prima, a quel abbraccio, ma si sforzò di non pensarci, quella mattina sarebbe stata solo tra lei e la sorella... o così almeno pensava...

<< Unnie? >> Quando entrambe finirono il proprio pasto, Ryujin si era offerta di lavare i piatti, ma una volta di spalle, con le mani già immerse nell'acqua e nel sapone, la voce della sorella la richiamò.

Le rispose semplicemente con un "mhm?".

<< Che cos'è quella busta in camera tua? >> Ma mai si sarebbe aspettata quella domanda e sperò soltanto che la sorella non avesse notato le sue spalle irrigidirsi.

<< Oh, ehm... solo roba di lavoro, niente di che. >>
Cercò di rispondere vagamente, semplicemente continuando a lavare i piatti, troppo in imbarazzo nel dover affrontare quella conversazione faccia a faccia con la sorella.

<< Sai, ieri ho visto Yeji girare per tutta la scuola con una busta molto simile, che coincidenza... >> Ma la sorella continuava con queste frasi che sembravano voler insinuare qualcosa, qualcosa di troppo vicino alla verità.

<< Che coincidenza. >>

<< E voi saper un'altra incredibile coincidenza? >> Quanto avrebbe voluto risponderle di no, sentendo già soltanto dal tono della voce della bionda, come alle sue spalle si stava parecchio divertendo di quella situazione.

<< Quale? >> Già sapeva che se ne sarebbe pentita amaramente.

<< Il giorno prima Yeji stava indossando una maglietta parecchio, come dire, familiare. >>

DEMONSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora