Cara figlia mia,
Ho pensato a lunga a cosa scrivere in questa lettera.
Ho anche pensato che chiederti scusa non sarebbe bastato a rimediare per tutto il male che ti ho fatto... eppure non posso andarmene così, senza almeno chiederti scusa sinceramente.Per tutta la vita ho pensato che il mio matrimonio fosse una maledizione.
La prigione che mi aveva legato le ali e impedito di raggiungere la felicità, vietandomi di volare verso i miei sogni... Ancora penso che sia stato così, ma ho fatto l'errore tremendo di pensare che la colpa fosse anche la tua.Per troppo tempo ho pensavo che tu facessi parte di ciò che mi aveva privato della mia vita e della mia libertà, perciò ho riversato la mia infelicità anche su di te. Non ti ho mai mostrato il mio affetto, non ti ho mai amato come una madre dovrebbe amare la propria figlia, non ti ho mai dimostrato quanto il mio cuore batteva forte per te nonostante io stessa cercavo di negarlo.
Ho represso a lungo tutti i miei sentimenti per te e con il tempo me ne sono dimentica. Ho dimenticato come il respiro mi si era fermato sulla punta delle labbra la prima volta che ti presi in braccio appena nata. Di come l'unico sorriso che nacque spontaneamente sulle mie labbre dopo il mio matriomonio era stato quando notai per la prima volta quel luccichio nei tuoi occhi, quando li hai aperti per la prima volta per guardare curiosa il mondo intorno a te, o quando per prima volta le tue piccole e paffute mani si strinsero intorno alle miei dita.
Ho ignorato tutto ciò facendomi travolgere dalla malinconia di una vita che non avevo scelto, ma mi era stata imposta.
Offuscata da quella malinconia ho fallito di notare le cose belle della mia vita, le cose che sarebbe potute diventare qualcosa di felice se solo fossi stata più forte, più coraggiosa...
Ma mi sono resa conto troppo tardi che ero stata io stessa a negarmi qualsiasi possibilità di essere felice.
Nel mare di agonia nel quale stavo affogando, io stessa mi restringevo dall'afferrare l'unico salvagente che era lì vicino a me pronto a salvarvi dalla mia stessa miseria.E quel salvagente eri tu, figlia mia, sempre pronta a sollevarmi da terra quanto cadevo distrutta dalla vita che dovevo vivere tutti giorni, quando annegavo nelle mie stesse lacrime... eri tu quella che le asciugava e si prendeva cura di me, buffo però tu, figlia mia, ti prendevi cura di tua madre mentre lei non faceva altro che rimpiangersi addosso e cadere in depressione, ancora, ancora e ancora.
Ma quando me ne sono resa conto, ho capito che era troppo tardi. Ho capito che tu non eri più disposta a stare al mio fianco, pronta ad aiutarmi ad ogni mia caduta. Eri stanca, eri stufa di riempirmi del tuo amore quando non non avevi mai ricevuto neanche la minima briciola del mio... come posso biasimarti.
Quando con i miei occhi ho visto come giravi le spalle quando ti chiedevo aiuto, ho capito tutti gli sbagli terribili che avevo commesso nella mia vita e finalmente ho capito che tu non eri uno di loro... ma era troppo tardi.Ho pensato davvero di aver perso finalmente tutto.
Non avevo più il diritto di essere felice, o quantomeno cercare di esserlo.
Perché per tutta la vita non avevo impedito soltanto a me stessa di esserlo, ma anche a te.
Perciò ho provato a vivere la mia triste vita, senza più lamentarmi, senza più piangere, semplicemente cercando di sopravvivere in questo mondo che mi era stato imposto...Poi un giorno ho visto avvicinarsi a me un altro salvagente, proprio quando stavo per affogare stufa di cercare di dimenarmi in acque troppo fredde per il mio corpo, troppo mosse e agitate per la mia mente...
Tua figlia, la mia cara nipotina. Oh, quanto ti assomiglia, riescivo a rivederti in tutti i suoi movimenti ma c'era qualcosa di diverso... lei era felice e tu non lo eri mai stata.
Ma ho visto con i miei occhi come tu, dopo aver dato tutto il tuo amore a me senza mai riceverne un po' in cambio, non eri più in grado di amare. Proprio come me, hai privato di quella piccola gioia dell'amore della propria madre... e la colpa era tutta mia, solamente mia.Sapevo che ormai era troppo tardi rimediare ai miei errori con te, ma forse non era troppo tardi aiutarti a non farli. Ho provato ad amare Yeji con tutta me stessa, come mai ero riuscita a fare prima e ancora di più mi sono resa conto di quanto crudele ero stata nel privartene.
Me ne sono resa quando vedevo la piccolina piangere perché non ti vedeva mai sorriderle, quando rifiutavi i suoi abbracci proprio come avevo fatto io con te... ho capito, ho sentito la tua sofferenza quando ho visto Yeji soffrire perché il suo cuore era pieno di amore per te, eppure più te lo dava, più si sentiva svuotarsi di esso e non c'eri tu pronta a riempire quel vuoto con il tuo di amore.Volevo parlarti davvero e ci ho provato, ricordi? Quante telefonate e messaggi, nessuna risposta, mai. Quanti tentativi dal vivo, ma ben presto ho capito come tu non volevi più avere a che fare niente con me... come potrei biasimarti...
Lo so che sei arrabbiata con me e hai tutte le tue ragione per esserlo, ma ti prego non esserlo anche con Yeji, non le fare quello che io ho fatto a te.
Ho provato a aiutarti dal mio piccolo e scusami per aver influenzato Yeji verso un'inutile ossessione come la danza... come la chiamava tuo padre, mio marito... se mai è stato tale, molto probabilmente no... proprio come io non sono mai stata una moglie per lui..La mia "inutile ossessione" ha rovinato un matrimonio, una famiglia, la tua felicità, lo so... hai tutte le ragioni per pensarla così... e so che la mia sofferenza per essere stata privata della mia più grande passione non giustifica tutte le cose che ho fatto e non ho fatto.
Però per la piccola potrebbe diventare qualcosa di magnifico, non deve per forza essere una condanna. E se non mi credi fermati e guarda per una volta tua figlia, guardala ballare e vedi come riesce a risplendere su quelle note, guardala in tutta la sua bellezza, vedi il suo sorriso quando ascolta la musica e il suo corpo immediatamente cominciare a muoversi a ritmo.
Non rendere la danza ancora un motivo per una vita infelice sia per te che per Yeji. Non fare i miei stessi errori, figlia mia.Io ormai ho cercato di rimediarvi come meglio potevo, ho provato ad aiutarti un po' da dietro le quinte ma adesso tocca a te.
Non è mai troppo tardi per essere felice, non voglio che tu faccia la mia stessa fine, voglio che tu riesca a ritrovare il tuo sorriso, le tue passioni, le tue motivazioni e la tua famiglia. Sembra stupido ma comincia amando chi ti sta accanto e non darlo mai per scontato, mostrargli il tuo amore senza paura, aprirgli il tuo cuore come hai fatto un tempo con me, perché adesso non devi aver più paura di riceverlo indietro completamente vuoto... non più.
Ascoltami, figlia mia, io non lo mai fatto ed eccomi qui.
Non so più cosa fare per essere felice, non ci sono più rimedi per gli sbagli passati, per le occasioni mancate e per la speranza di un futuro migliore... Sono stanca di aspettare, sono stanca di sognare, sono stanca di sperare e sono stanca di soffrire...
Voglio semplicemente ritrovare quella serenità che mi è stata portata via, quella pace che la mia vita mi ha negato e che io stessa ho continuando a negarmi per troppo tempo.So che forse non sentirai la mia mancanza, ma io lo farò e tanto. Soffro nel pensare di non poterti più vedere ma continuerò a sognare di te che sorridi e so che un giorno accadrá.
Avrei voluto dirti queste cose molto tempo fa, ma i nostri dialoghi non sono mai stati facili, eh? Sapevo che in persona non avrei mai avuto il coraggio di dirti tutte queste cose e tu non avresti mai accettato di darmi del tempo per ascoltarmi, perciò questa lettera sarà il modo migliore per dirti finalmente quanto ti amo, figlia mia...
Non l'ho mai detto e non sarà mai abbastanza ripeterlo, perciò lo scrivo su questo foglio così che rimanga per sempre...
Ti amo, con tutto il mio cuore e non smetterò mai di farlo, anche il mio ultimo battito sarà per te.Vivi una vita felice, ti prego, non permettere ai miei errori di privarti della bellissima vita che hai tutto il diritto di vivere.
La tua mamma<3
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DEMONS
FantasiA volte è più semplice uscire di notte e combattere i demoni altrui, piuttosto che restare ad affrontare i propri.