Stop making me feel special

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Le onde scivolavano con grazia sulla sabbia e il sole era calato già da qualche ora. Yeji sedeva in silenzio sulla spiaggia, con i piedi nudi affondati nella sabbia, alle sue spalle la villa della nonna e davanti a lei il mare infinito.

Quell'odore di mare l'aveva completamente avvolta, mentre soffi di vento strusciavano sulla sua pelle, facendola rabbrividire al loro passaggio.

Niente però sembrava realmente importarle in quel momento. Nonostante i suoi occhi osservavano le onde tentare di raggiungerla prima di doversi ritirare, la luna elevarsi nella volta nera e ribrillare sull'acqua che ne cullava il riflesso, la sua mente non faceva che ripensare a quella lettera.

Yeji non si era aspettata di ritrovarsi con quel foglio tra le mani.

Non dopo che lei e Ryujin avevano ballato tutto il pomeriggio sulle note delle vecchie canzoni che la nonna amava tanto.

Non dopo che avevano deciso di riguardare insieme uno dei suoi cartoni preferiti.

Non dopo che si erano addormentate sul divano nel salone, l'una affianco all'altra.

Non dopo che si era risvegliata con quei capelli blu così vicini da esserne travolta dall'odore.

Yeji non pensava che nel cedere semplicemente alla nostalgia di rivedere la vecchia camera della nonna e alla curiosità di scoprire se qualcosa fosse cambiato nel tempo, se la madre avesse cambiato qualcosa, sarebbe andata incontro alle risposte che non aveva mai trovato perché nessuno mai gliele aveva volute dare.

Ancora delle lacrime riposavano tremolanti agli angoli dei suoi occhi, perché non avevano il coraggio di scendere oltre.

Le parole che aveva letto le avevano lasciato nella bocca un sapore amaro. Il cuore le sembrava stringersi sempre di più quando ripensava che, alla fine, lei e la madre fossero più uguali di quanto le piacesse ammettere. Avevano condiviso lo stesso dolore e avevano sofferto per lo stesso motivo.

Eppure nonostante tutto quel dolore, nel petto della castana c'era tanta rabbia e tanta frustrazione, che non riusciva a trovare espressione se non con un "Perché?".

<< Così congelerai dal freddo. >> La rimproverò Ryujin, prima di ricoprirla con qualcosa che capì al primo contatto essere il suo giacchetto.

<< E tu? >> Le chiese la castana, non appena l'altra si sedette al suo fianco e la vide con soltanto una maglia smanicata indosso.

<< Non mi dispiace il freddo. >> E Yeji avrebbe voluto protestare, dirle che non era possibile che non sentisse freddo e ridarle il giacchetto per evitare che morisse di ipotermia. << Davvero, tranquilla, non preoccuparti... mia madre mi diceva sempre che non avevo mai freddo perché ero una testa calda. >> Ma l'esitazione volò via, davanti alla serenità dipinta sul volto della blu e a quel sorriso, nato da quel piccolo e dolce ricordo.

Non c'erano brividi sulla sua pelle chiara, le sue braccia nude non tremavano dal freddo e il suo viso accoglieva a occhi chiusi con piacere le carezze del vento, che le scompigliavano le ciocche blu.

E Yeji strinse di più il giacchetto intorno alle proprie spalle, le dita affondarono nel tessuto soffice per poter sentire ancora meglio il suo calore che l'abbracciava e la faceva sentire al sicuro.

<< Che cosa vuoi farne? >> Le chiese dopo qualche minuto di silenzio Ryujin.

<< Mhm? >>

<< La lettera. >> E Yeji apprezzò che l'altra non aveva ancora aperto gli occhi, perché stranamente la pressione che si era immaginata sarebbe giunta se ne avesse parlato con qualcuno, non si presentò.

DEMONSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora