The last to die

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Un sorriso era disegnato sulle labbra della blu mentre usciva dalla biblioteca della scuola in quel sorprendente pomeriggio caldo.

<< Done? >> Le chiese Chan appena la vide uscire dal cancello della sua scuola.

<< Yup, possiamo andare. >> Rispose lei soddisfatta.

<< Adesso mi spieghi perché siamo dovuti venire fino a qui? >> Domandò curioso il biondo.

< Te l'ho detto, dovevo fare una cosa. >>

<< Che sarebbe? >> Insistette lui, curioso di sapere perché avessero passato quel pomeriggio alla ricerca di qualcosa solo per poi portarla alla scuola di lei.

<< Fatti gli affari tuoi. >>

<< How dare youu?? Dopo i tre centro commerciali che mi hai costretto a girare per trovare quel "giocattolino" mi ripaghi così? >> Si finse offeso.

<< Esatto e non è un "giocattolino", è un regalo. >>

<< Per chi? >> Oh, la situazione si stava facendo interessante per il biondo.

<< Perché ti interessa tanto? >>

<< E perchè stai evitando di rispondere alla mia domanda? >>

<< Perché, beh, non sono affari tuoi! >>

<< Oooh, it's for that girl, right? The one with brown hair, the one you lik-? >>

<< Shut up! >> La blu lo zittò coprendoli la bocca con la propria mano e guardandosi indietro per la paura che qualcuno li avesse sentiti. << Non m-mi piace, di che diavolo stai parlando! >>

<< Ma non hai negato che fosse per lei. >> Sottolineò lui con un sopracciglio alzato.

<< Oh, sei insopportabile! >> Esclamò lei alzando gli occhi al cielo e girandosi per raggiungere la sua moto.

<< Dove stai andando? >> Le domandò confuso lui dopo che lei salì sul veicolo e si mise il casco.

<< A casa. >>

<< Ma siamo venuti qui con la tua moto, mi devi riaccompagnare a cas- >>

<< Puoi sempre prendere l'autobus, my dear Chan. >>

<< Ma- >>

<< Byee, see you tonight at the bar! >>

Dopo due giri di chiave la porta dell'appartamento si aprì davanti alla blu, accogliendola in quella che non aveva mai considerato davvero la sua casa e subito il naso le se arricciò all'odore forte che la invase.

Sorpresa e leggermente preoccupata entrò nel salone, accolta da un'immagine fin troppo famigliare. Le bottiglie della birra sul tavolino al centro della sala e quelle sparse sul tappeto, che avevano riversato in parte il loro contenuto per terra.

La mano si strinse intorno alle chiavi, schiacciando la freddezza del metallo tra le proprie dita. Lo zio era già tornato? Strano.

Dopo qualche secondo una porta chiusa catturò la sua attenzione e più le se avvicinava più dubbi sorgevano nella sua mente. Perché la porta della sua camera era chiusa? Era piuttosto sicura di averla lasciata aperta quella mattina, lo zio era entrato in camera sua?

A meno di un passo dalla porta in legno, con la mano leggermente appoggiata sulla maniglia, il suono di un singhiozzo silenzioso le fece cadere il cuore in gola.

DEMONSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora