8.2 ... only danger

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THOMAS

Dopo qualche mezz'ora entriamo al negozio di tatuaggi, una ragazza dai capelli blu ci accoglie, sorridendo cordialmente dietro al bancone per ricevere i clienti. «E chi l'avrebbe mai detto che sareste tornati.?» la sua attenzione é rivolta su Noah, che lo sta spogliando con gli occhi, poi si sofferma su Ryan che la guarda impassibile e su Adam che le fa un sorrisetto.

«Tranquilla, non siamo qui per vedere te.» Adam si prende gioco di lei facendole l'occhiolino.

Noah si schiarisce la gola portando la conversazione su di lui. «C'é Aaron.?» la ragazza pare offesa che cercano in tutti i modi di ignorarla. «Si oggi dovrebbe essere il suo turno, ma-»

Una voce fredda e distaccata la interrompe, «Okay, chiamalo gli dobbiamo parlare.» esordisce Ryan.

«Sul serio vi comportate così? Dopo tutto quello che abbiamo passato?» le sue retine si fanno più lucidi, confuso osservo quei 3 che se ne fottono della sua reazione.

«Ma che sta succedendo.?» sussurro ad Amelia.

«Se non lo sai tu, lo devo sapere io.?"» alza un sopracciglio fulminandomi con lo sguardo.

«Simpatica».

Senza che me ne accorgo rimangono tutti in silenzio, la tensione in questo momento é alta che basta che qualcuno dica qualcosa e potrebbe rovinare tutto.

Cosa nascondendo quei 3?

La ragazza dopo qualche minuto sembra essersi ripresa da uno stato di trance, visto che era rimasta lì a fissarli senza spiccare nessuna parola.

«Se non le dispiace, il mio amico - mi indica amelia- vorrebbe farsi un tatuaggio, quindi se é ancora viva e vegeta potrebbe chiamare il suo collega.?» la ragazza dai capelli blu posa il suo sguardo su Amelia, incenerendola con lo sguardo. Schiude la bocca per dire qualcosa ma Noah la interrompe bruscamente.

«Non c'é lo fare ripetere, Samantha

Oh ma quindi ha un nome.

Dopo svariate occhiatacce si decide a chiamare quel Aaron che immagino sia il tatuatore, mentirei se dicessi che sono tranquillo mi sto letteralmente cagando addosso, ma non lo do a vedere per dare questa soddisfazione ad Adam. «Il ragazzo deve prima firmare qualcosa, e darmi i suoi documenti.» giuro su Dio che non riesco più a sopportare la sua voce.

Avevo dimenticato i miei documenti a casa.

Menomale che Noah aveva dei agganci e me ne aveva fatto procurare uno falso.

Mi faccio dare il documento da Noah, mentre leggo il nome che c'é scritto.

Che cazzo.

Afferro il braccio di Noah facendolo girare verso di me. «Che cazzo di nome é Gary Jeff.

«È un nome falso che ti aspettavi, Thomas Shelby?»

«Mi prendi per il culo?» lo guardo sperando che da un momento all'altro mi dica che sta scherzando, ma quel fottuto stronzo rimane serio mettendo le mani dentro la tasca dei suoi pantaloni.
«No.»

Stay with meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora