Take me to Heaven: Kate

Capitolo 1 Kate

Sentire il suono della notifica di un messaggio anche quando sto dormendo dovrebbe essere illegale! Nonostante provi a ignorarlo, lo so che è lì e che aspetta solo me. Lentamente apro un occhio, stendo il braccio verso il comodino e sblocco lo schermo. Vedendo il messaggio di testo di Alec, ringhio.

Alec: Sii in ufficio alle otto del mattino.

Cazzo! Niente buongiorno o ciao; è un ordine e significa che sono nei guai.

Figurati.

Mi stiracchio e dondolo le gambe fuori dal letto prima di alzarmi. Trascinando i piedi verso il bagno, cerco mentalmente di prepararmi anche se sono ancora esausta. La luce del bagno mi acceca mentre la accendo e guardandomi allo specchio mi prende un colpo vedendo la faccia pallida e le occhiaie. Anche uno zombie è più guardabile. Ma cosa voglio pretendere? Siamo atterrati solo cinque ore fa e non sono riuscita a prendere sonno subito. Spero che un doppio espresso mi aiuti ad essere la persona più gentile sulla Terra oppure mi appiccico un cartello con scritto iena sulla schiena così in ufficio si tengono alla larga. Non che mi interessi delle opinioni altrui altrimenti non avrei fatto il mio lavoro.

Davanti alla porta dell'ufficio del mio capo, mi fermo e cerco di scuotere la strana sensazione che provo. Alec è anche il mio migliore amico del liceo - un gran coglione che ha sempre adorato farmi incazzare e stuzzicarmi fin da quando eravamo adolescenti, solo per il gusto di avere ragione, anche se non l'ha mai.

Tra noi c'è sempre stata una competizione. Chi prendeva i voti più alti, chi otteneva il punteggio migliore, chi si è diplomato per primo? E così, a sedici anni, ci siamo diplomati. Visto che le nostre famiglie fanno parte dell'esercito da generazioni, ci è stato concesso di arruolarci insieme. Questa decisione non è stata ben accolta da molti, poiché le regole sono state piegate a nostro favore. Tuttavia, alla fine si sono ricreduti quando si sono resi conto di quanto ci abbiano sottoposto a dure prove. Non eravamo solo figli dei privilegiati, ma i primi ad essere messi alla prova.

La nostra esperienza nell'esercito è stata un'opportunità per dimostrare il nostro valore e superare le aspettative. Essendo cresciuti in famiglie militari, siamo stati educati alla disciplina, all'addestramento rigoroso e all'impegno. Tuttavia, ciò non ci ha garantito un trattamento privilegiato o favoritismi. Al contrario, ci hanno tenuti sotto costante osservazione per dimostrare che meritavamo di far parte delle forze armate.

Abbiamo affrontato addestramenti estenuanti e abbiamo dimostrato la nostra determinazione nel superarli. Non c'era spazio per l'indolenza o l'auto-compiacimento. Abbiamo dovuto dimostrare la nostra forza fisica, la nostra resistenza mentale e la nostra abilità di adattarci rapidamente alle situazioni in continua evoluzione.

Ora, mentre rifletto sulla nostra esperienza, posso dire con orgoglio che siamo riusciti a dimostrare a tutti che non eravamo solo raccomandati, ma persone capaci di affrontare le sfide con coraggio e dedizione. La nostra determinazione e il nostro impegno ci hanno portato a superare ogni ostacolo lungo il percorso.

Nonostante le difficoltà, non ho rimpianti riguardo alla nostra scelta di arruolarci nell'esercito. Siamo cresciuti come individui e abbiamo appreso importanti lezioni di vita lungo il cammino. Siamo stati testimoni del valore della lealtà, della disciplina e della solidarietà tra compagni d'armi.

Quattro anni dopo, sono tornata a casa con nove missioni completate e una reputazione da cazzuta perché non riuscivo a stare zitta, mettendomi così nei guai più di quanto avrei voluto. Alcuni lo apprezzavano però, ed è per questo che immagino io sia ancora qui. Alec ha continuato per altri due anni. Ovviamente, ambiva ad una carriera, ma io non volevo davvero essere comandata da qualcuno che non capisce che là fuori niente è facile. Quando Alec mi ha chiamata esponendo il suo pazzo progetto, io sono stata la prima a buttarmi senza pensarci.