Capitolo 6: Kate

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Aleppo ci accoglie con tutto il suo calore. Ignoro la sensazione di soffocamento mentre respiro l'aria calda. Non sono sicura di cosa Max stesse facendo qui, ma sicuramente niente di buono. Il patto è sempre stato niente segreti. Abbiamo sempre condiviso tutto, persino le missioni censurate e top-secret, perché dobbiamo sapere sempre dove trovarci reciprocamente.

Quando Alec mi ha mandato le coordinate con l’ordine di lanciarci col paracadute, ho pensato stesse scherzando, ma una volta toccata terra ho capito perché ci ha dato quell'ordine. Nessun veicolo può raggiungere questa zona e possiamo sicuramente cancellarla dalla nostra mappa. Max non è qui. La strana sensazione di essere osservati mi fa venire la pelle d’oca, eppure qui non c’è nessuno.

Dopo ore, finalmente usciamo dalla città, o meglio dire quel poco che ne resta e come promesso, due soldati armati ci aspettano accanto a un JLTV.

"Finalmente, pensavo vi avessero già sparato." Scherza uno di loro scocciato. Mi mordo la lingua per non ribattere. Ho i nervi a fior di pelle e potrei dire cose delle quale potrei pentirmene. Non che debba dare spiegazioni a nessuno.

"Carino," taglia corto Hewitt, irritato.

"Muoviamoci, abbiamo davanti tanta strada," dice l’altro quando saliamo in macchina.

La guerra ha distrutto così tanto del paesaggio intorno a noi che sembra di viaggiare in mezzo al deserto, eppure questa parte una volta era il cuore pulsante di un mercato ricco e rinomato. Vicino a quelle che furono le mura della città adesso si ergono gli elmetti appesi come trofei, e il mio cuore piange per tutte le perdite subite. Sono stata qui prima e ho avuto le stesse sensazioni di inquietudine e pesantezza.

Arriviamo alla base dopo quello che sembra un'eternità, e finalmente scendo dal veicolo più scomodo sul quale io sia mai salita. Prontamente siamo accolti dal Colonnello Hastings e altri due sottufficiali.

"Maggiore Miller, benvenuto. Abbiamo preparato le vostre stanze con tutte le attrezzature richieste." Il colonnello saluta Hewitt, scambiandolo per me.

Hewitt si fa da parte. "Deve esserci un errore, signore," si rivolge a me. "Le presento il Maggiore Katherine Miller."

"Buonasera, signore. Grazie per l’ospitalità” dico frettolosamente tagliando corto. Non ho tempo per le presentazioni e sicuramente loro come noi non sono contenti di averci tra i piedi. “Per favore, ci mostri le nostre camere," Sono esausta e non avendo tutto ciò di cui ho bisogno per trovare Max, mi infastidisce ancora di più. Il tempo scorre e io non posso fare altro che aspettare pur sapendo che Max di tempo ne ha poco.

"Mi scusi..."

"Miller o Katherine, poco importa come mi chiama  Spero di non rimanere qui a lungo," lo interrompo.

"Bene, Miller, allora andiamo." Sì sposta di lato indicandomi la via.

Mentre Hewitt e i ragazzi vanno a controllare che i nostri bagagli siano qui, io mi dirigo direttamente nella sala riunioni. Non voglio perdere altro tempo e ho bisogno di una visuale accurata delle zone circostanti.

Come richiesto, la mappa aggiornata è disposta su un grande tavolo al centro della stanza. Estraggo tutti i dati che ho preparato sull'aereo e inizio a scrivere tutte le mie informazioni sulla mappa. Avere gli occhi addosso non è una cosa nuova ma adesso mi da sui nervi. Quando Hewitt mi raggiunge cerca di attirare l'attenzione del colonnello quando qualcun altro viene a chiamarlo e se ne va.

Take me to Heaven: KateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora