Capitolo 10: Logan

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Vorrei urlare. Prendere a pugni questo muro fino a sanguinare anche io. È stata ferita e cazzo fa più male di qualunque altra cosa.

"Reed, vai a riposarti," la voce di Max mi distrae mentre cammino nervosamente avanti e indietro lungo la sala d’aspetto, "la aspetterò io qui, non preoccuparti."

"Non se ne parla,” mi passo la mano tra i capelli mentre cerco di calmarmi, “È tutta colpa mia."

"Non è colpa tua. È solo un graffio.” Sorride mentre scuote la testa. Cazzo ha da ridere? “Kate ne ha passato di peggio." Aggiunge mentre si alza in piedi un po' barcollante.

"Ero lì, Max, io ero con lei!” Sbotto, mentre mi punto il dito contro, “era mio compito proteggerla, e ho fallito." Cazzo, è stato un millesimo di secondo. Bastava che fossi io un passo avanti a lei e tutto questo non sarebbe successo. Per lui sarà un graffio ma è comunque una cicatrice che potevo evitare.

"Hewitt ha ragione,“ lui zoppica fino a raggiungermi, e mi da una pacca sulla spalla, “Ti sei innamorato di mia sorella, eh?"

"Ha fatto colpo fin dal primo giorno.” Ammetto. Non so come sia stato possibile ma Kate mi è entrata sotto pelle. Andare piano con lei sembra impossibile e ho paura. Paura che tutto questo la possa spaventare e possa allontanarsi da me. “Credi nell'amore a prima vista? Perché fino a quando non l'ho vista, io no."

"Perché Kate è unica, Logan," prende posto sulla sedia di fronte a me e mi scruta. Starà studiando come farmi fuori? “e testarda. Ma si merita il mondo.”

Mi appoggio an muro mentre chiudo gli occhi, "Mi spaventa quanto in fretta mi sto innamorando di lei."

"Perché?” Chiede Max, “Non credi nell'amore?"

"Ci credevo,” prima della stronza della mia ex. Prima che lei distruggesse tutto quello che ho sempre desiderato, “e mi sono detto che nessuna donna avrebbe mai avuto il mio cuore. Mia figlia e mio lavoro erano tutto il mio mondo, fino a quando è arrivata Kate."

"E adesso?"

Guardo fuori dalla finestra, davanti ai miei occhi il caos della base sparisce mentre inizio, dopo anni, a intravedere un futuro non più grigio. “Adesso voglio solo avere una vita felice, ma non sono sicuro di essere abbastanza per lei." Certo è che farò di tutto per essere alla sua altezza.

"Non posso dirti io cosa fare, Logan. Kate è l'unico famigliare che ho.” Il luccichio nei suoi occhi riflette quanto le vuole bene, “Sai, quel matrimonio la stava consumando ma io non potevo farglielo notare. Doveva capirlo da sola. Fare i suoi sbagli. Mi sembra diversa adesso, e il modo in cui ti guarda anche se cerca di essere discreta mi fa sorridere." dice, prima di alzarsi, “Trattala bene e andremo d’accordo.” Annuisce prima di lasciarmi da solo con i miei pensieri e il sottile avvertimento che alleggia nell'aria.

Cammino avanti e indietro, aspettando che Kate si faccia vedere. Il sole fa luce nella stanza, e guardo i bei colori che si muovono sulle pareti, pensando ai miei sentimenti. Non posso fingere di non tenerci a lei. Mi sono detto di prendermela comoda, di lasciare che le cose accadano al loro ritmo senza forzature, ma il mio cuore ha deciso di fare di testa sua e ora sono io a sentirmi confuso perché so che Max ha ragione. Mi sono innamorato di Kate.

Quando Kate apre la porta e entra nella stanza, rimango a bocca aperta. È stupenda. Si è tolta la giacca e la sua canottiera mostra più di quanto avrei voluto vedere. I miei occhi si posano sulla sua benda e si stringe il cuore ricordandomi perché siamo qui. "Ehi piccola, come ti senti?"

"Sto bene," dice, abbracciandomi, “un po’ stanca.”

Il paradiso e la calma mi avvolgono in un secondo. "Mi dispiace tanto, Kate." Le sussurro baciandole la testa.

"Logan, non è colpa tua. Sapevo di essere stata colpita. È solo una graffio, niente di cui preoccuparsi."

"Certo che mi preoccupo, Kate," dico accarezzandole la schiena. "Ero io quello che avrebbe dovuto proteggerti."

"E l'hai fatto. Hai fatto un lavoro straordinario là fuori," dice, guardandomi negli occhi. Il cuore batte così forte da farmi male, abbasso la testa e la bacio. "Dai, usciamo di qui." Mormora mentre annuisco e la accompagno fuori.

Entriamo nella sala riunioni. Può sembrare sciocco, ma prima non riuscivo a concentrarmi su questa stanza. È come se la vedessi per la prima volta: la vernice bianca la rende ancora più luminosa, o forse è solo la luce. Alcuni computer sono stati preparati per loro, ma ho notato che preferiscono usare i loro dispositivi. Credo sia perché si tratta di una missione top secret. Ci sono mappe appese ovunque, alcune sono recenti e immagino che siano quelle aggiornate. I ragazzi ridono e litigano su qualcosa che infastidisce Hewitt, a giudicare dalla sua postura arrabbiata.

"Ehi, ragazzi, vi sono mancata?" chiede con fare teatrale Kate mentre va verso di loro.

"Finalmente, Kate. Come stai?" chiede Hewitt, abbracciandola.

"Adesso bene." risponde lei.

"La relazione è pronta. Quando ti va, dovresti leggerla e firmarla." Roberts le consegna la cartella. Lei la prende e la mette sul tavolo. "Posso farlo domani. Il dottore dice che ho bisogno di qualche giorno di riposo." Le sue parole sembrano una lama che penetra nel cuore. Qualche giorno? Quindi il graffio può aver fatto infezione? "Dov'è l'idiota?" chiede, cercando Max. "Oh, eccoti qui. Come ti senti?"

"Sto bene, Kate, grazie per avermi salvato il culo." Si avvicina alla sua custodia. "Vedo che le hai padroneggiate perfettamente."

"Sì, e mi devi una spiegazione. In che cazzo di guaio ti sei cacciato? Dove sono le targhette?"

Max li tira fuori e li consegna a Kate. "Lo farò, ma non oggi."

"Ottimo, ora vado a riposarmi. Tienilo d’occhio," dice a Hewitt.

"Sì, signora," risponde scherzosamente.

Take me to Heaven: KateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora