Capitolo 5: Logan

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Kate ha qualcosa che mi attira come una calamita. Non so cosa sia, ma non riesco a toglierla dalla mia mente. Mi affascina, mi fa sentire come un ragazzino alla sua prima cotta ed erano anni che non sento le farfalle nello stomaco.

Quando ho visto il suo profilo Facebook, non ero sicuro mi avrebbe risposto, ma vedendo il suo messaggio, sono rimasto sorpreso. Abbiamo passato quasi tutta la notte a chattare ed è come se la conoscessi da sempre. Una sensazione pazzesca che ti lascia senza fiato, e la adoro. E la sua voce… Dio… sarei rimasto ore a parlare con lei stamattina.

"Reed, hai sentito? Abbiamo ricevuto l'ordine di aspettare la Squadra X. Arriveranno qui presto," mi informa Marcus, collega e fratello di armi.

“Cosa sai di loro?" Il nome non mi suona nuovo ma non ricordo se ne ho sentito parlare o ho letto di loro.

"Se ne sente parlare poco. Credo che non si alleano a forze militari o governative. Dicono che siano direttamente assunti dai presidenti stessi, dato che sono un'istituzione privata." Sussurra come se mi stesse confidando un segreto, “saranno i soliti spacconi o peggio mercenari.”

"Dai." Gli do una gomitata. Lo stupido mi sta prendendo in giro.

"Vedrai," dice mentre tutte le reclute prendono posto.

Odio i cambiamenti dell'ultimo minuto. Di solito portano guai, e i guai portano missioni più lunghe.

Guardo l'orologio, controllando ancora una volta l'ora come ho fatto negli ultimi quindici minuti. Siamo in ritardo!

Quando finalmente li vedo arrivare sulla pista di atterraggio, rimango a bocca aperta. Ditemi che non è vero. Tre uomini e una ragazza mozzafiato stanno finalmente salendo sul nostro cargo.

"Signora, signori. Per favore, prendete posto, siamo in ritardo." Dico mentre mi passano accanto. Tre di loro stanno parlando e non mi degnano neanche di uno sguardo.

"Scusate, sono Hewitt," dice, stringendomi la mano uno di loro. "Grazie per il passaggio."

"È un piacere, prendete posto!" dico.

Quando infine il portellone si chiude, iniziamo a muoverci.

Cinque lunghe ore di viaggio ci aspettano. Non vedo l'ora di sapere se Kate è già arrivata a casa. Se solo avessi avuto qualche giorno libero, sarei volato in Italia solo per vederla. Anche se solo per poche ore.

Tiro fuori il cellulare e guardo la sua foto per l’ennesima volta. Peccato che non riesca a vedere il suo viso. Forse non è nemmeno lei in questa foto. Faccio una rapida ricerca su Lens, cercando su Google, ma non compare nulla.

Marcus mi spintona leggermente, indicando la ragazza con i militari. "È carina, eh?"

"Non so, amico, non l'ho ancora vista," mento. La verità è che ha attirato la mia attenzione ancora prima di salire a bordo. Mi domando che ci faccia qui. Sarà una risorsa? Sembra tesa, anzi nervosa. Sta per avere una crisi di nervi per caso? Ci mancava solo questa.

"Beh, è tanta roba," ridacchia. E lo è. I ragazzi indossano la loro divisa da combattimento mentre lei parla con loro e sembra pendano dalle sue labbra. Non so come faccia a camminare con quei tacchi alti, ma le stanno davvero bene. I miei occhi accarezzano le sue gambe fino al suo corpo. Si sta facendo una coda di cavallo, scoprendo il suo collo e il suo viso grazioso.

"Stai sbavando." Sghignazza il coglione.

"Vaffanculo, Marcus," dico, incapace di staccarle gli occhi di dosso. Mi accorgo che non sono l'unico a guardarla e non so perché, ma questo mi fa impazzire.

Take me to Heaven: KateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora