"Draco, come mai mi sembri così turbato? C'è qualcosa di cui mi vuoi forse parlare?"Columbine Willowitch, avvolta in un leziosissimo abito turchese, che la faceva sembrare vagamente una bambola di porcellana, gli pose la domanda non appena mise piede nel suo studio.Era passata una settimana dalla prima seduta, sette giorni durante i quali Draco non aveva fatto altro che cercare di dimenticare ciò che aveva vissuto a livello onirico. Aveva dovuto reprimere più volte pensieri sconvenienti, per esempio su quanto bello e piacevole fosse stato congiungere le proprie labbra a quelle di Potter, anche solo per un istante. Aveva persino invitato una emozionatissima Pansy Parkinson a fare una passeggiata insieme a lui, attraverso i suoi sterminati possedimenti, nella vana speranza di dimostrare a se stesso che lui era attratto dalle donne. Il tentativo si era dimostrato un fallimento, finendo esattamente come tutte le altre volte: la ragazza che cercava di sedurlo insistentemente e lui che si ritraeva, terrorizzato, di fronte a quelle avances. Per l'ennesima volta, non era stato in grado di lasciarsi andare con una persona di sesso femminile. Semplicemente, per quanto doloroso fosse ammetterlo, non era interessato al corpo sinuoso di Pansy, non avvertiva alcun desiderio, alcuna scintilla stando accanto a lei.
Per questo era ancora vergine.
Ovviamente, era il suo più grande segreto. Se ne vergognava moltissimo, vista e considerata la sua veneranda età. Tutti i suoi coetanei avevano avuto un grande numero di esperienze, vere o presunte, di cui si erano profusamente vantati durante i tempi di Hogwarts. Draco ricordava con un certo nervosismo ed irritazione le discussioni maschili negli spogliatoi dopo gli allenamenti di Quidditch o nei dormitori maschili della sua Casa. Tra cameratismo, rozzi commenti e consigli sussurrati a mezza voce, Malfoy si era sempre sentito così inadeguato. E sbagliato.Gli sarebbe bastato schioccare le dita per riempire il suo letto, e lo sapeva bene. Non era forse il ragazzo più bello che si fosse mai visto a scuola, ma a detta delle ragazze era estremamente affascinante. La piega crudele delle labbra sottili, lo sguardo magnetico, il fisico longilineo messo in evidenza da abiti di ottima fattura, la raffinatezza connaturata nei suoi gesti erano causa di numerosi sospiri femminili. Il classico fascino del "bello e dannato", del "tenebroso" o più semplicemente dello "stronzo incallito" avevano mietuto un grande numero di vittime, durante la sua adolescenza. Il fatto che non avesse dimostrato mai particolare interesse per nessuna delle giovani studentesse, eccezion fatta per Pansy (con la quale aveva sperimentato qualche bacio trascurabile e facilmente dimenticabile), aveva fatto sì che si creasse una sorta di alone mistico intorno a lui. Draco Malfoy, ai loro occhi, era quindi diventato un'intoccabile divinità. Un mito. Un esempio estremo di virilità. Se solo avessero saputo...
Draco si riscosse da questi e mille altri pensieri, non appena la Guaritrice gli rivolse amichevolmente la parola. Nonostante il tono pacato, la preoccupazione nei suoi confronti sembrava essere genuina. Il ragazzo, nonostante un dilaniante bisogno di sfogarsi, scrollò le spalle con fare indifferente. "No, sto bene"La Willowitch lo osservò ancora per qualche istante, soffermandosi sulla pelle sudata della fronte di Draco e sul movimento frenetico ed involontario della sua gamba. Anche Malfoy si rese conto di non aver ingannato la dottoressa neppure per un secondo, eppure fortunatamente non fece domande. Si schiarì la voce: "La scorsa volta mi hai fatto vedere un ricordo a tua scelta. Durante questa seduta, invece, ti chiedo di mostrarmi il momento in cui sei diventato un seguace di ..." prese un respiro profondo, prima di pronunciare "Voldemort". Draco inghiottì più volte, quasi strozzandosi con la propria saliva. Si torse le mani, orribilmente pervaso da un terrore cieco. Quasi si accartocciò su se stesso, portandosi istintivamente le gambe al petto, in una sorta di riflesso infantile. Avvertì bruciare in corrispondenza del Marchio Nero, esattamente come tutte le volte che qualcuno faceva riferimento a ... Lui. Incominciò a scuotere la testa, come un bambino in preda ai capricci. Le lacrime gli scorrevano copiose sulle guance esangui, per poi rotolare sul colletto della camicia. Draco era diventato il ritratto della paura e del terrore."Un attacco di panico in piena regola, Draco" . La Willowitch si alzò dalla sua sedia e gli porse un flacone di pillole verdi ed un bicchiere d'acqua che aveva appena appellato. Rovesciando gran parte del contenuto, a causa del tremore, il ragazzo prese la pastiglia. Ben presto, il tremore ed il pianto lasciarono spazio alla lucidità. "Comprendi perchè ho bisogno di quel ricordo, Draco? Non puoi farti condizionare la tua esistenza da qualcuno che non esiste più. Hai permesso a ... Tu Sai Chi di manipolarti e soggiogarti in vita, non permettergli di farlo anche da morto. Se n'è andato, capisci? Dissolto, volatilizzato, distrutto. Non può più farti del male. E' finita. Lascia che ti aiuti a superare questo dolore... "Draco, ancora madido di sudore e non ancora pienamente in sè, decise di fidarsi. Le consegnò quel terribile frammento e si lasciò condurre verso il Pensatoio.
Quella mattina di giugno era sferzata da un'aria insolitamente gelida. Draco vide se stesso rabbrividire, stringendosi nel mantello di stoffa pregiata.Provò ad inalare più ossigeno possibile, pensando - con rassegnazione - che molto probabilmente sarebbe stata l'ultima passeggiata nel giardino del Manor.Si guardò intorno con bramosia, quasi come a voler scattare delle foto con gli occhi, leggermente lucidi.Per una frazione di secondo, gli sembrò persino di rivedere correre tra quei giardini il bambino che era stato.Chiuse gli occhi, cercando di tenere a bada il terrore crescente. Presto sarebbe finita. Chissà se morire sarebbe stato doloroso?Quasi trasalì quando sentì Narcissa posargli una mano sulla spalla. Sebbene cercasse di infondergli fiducia con un incerto sorriso, era evidente il suo nervosismo. Le labbra esangui le tremavano, il volto era ancora più pallido del solito.Abbracciò il figlio, sussurrandogli parole di incoraggiamento : "Andrà tutto bene Draco... Il Signore Oscuro è magnanimo ... Devi avere fiducia..."Draco cercò di lasciarsi cullare da quelle frasi, facendo persino finta di credervi.Dopo un'ultima, straziante stretta - assomigliante ad un'inquietante addio - Narcissa prese la mano del figlio, accompagnandolo verso il salone principale della dimora.Il futuro carnefice di Draco era seduto su di una sedia riccamente intarsiata. Sul cuscino ai suoi piedi era acciambellato un enorme serpente, terrificante rivisitazione del concetto di "animale domestico". La voce sinuosa di Voldemort lo colpì con violenza: "Mio caro ragazzo ... Mio caro ragazzo, prego. Siediti accanto a me" Draco, ormai visibilmente tremante, lanciò uno sguardo confuso a sua madre, che sembrava atterrita tanto quanto lui. Gli altri Mangiamorte guardavano la scena con pigra indolenza, segretamente grati di non essere loro l'oggetto dell'attenzione del loro Signore.Il sedicenne, titubante, fece come gli aveva ordinato Voldemort, sedendosi accanto a lui.
E poi accadde. La sua testa venne improvvisamente invasa dal mostro alla sua destra. Poteva quasi fisicamente sentirlo mentre strisciava e sgusciava tra i suoi pensieri ed i suoi ricordi più intimi e privati. Provò automaticamente ad opporsi, ma il suo Padrone non sembrò neppure accorgersene, continuando a destreggiarsi con abilità tra i meandri della sua mente. Era un'esperienza estremamente mortificante vedere i propri desideri e le proprie sensazioni quasi stuprate.Voldemort aveva ridacchiato senza allegria quando, tra i vari ricordi, ne aveva ripescato uno particolarmente imbarazzante: lui e Pansy Parkinson in procinto di... Draco sarebbe voluto sprofondare.Ma si era fatto mortalmente serio quando si era reso conto che Harry Potter era pressoché onnipresente nella testa di Draco. Il primissimo incontro nel negozio di abbigliamento... La stretta di mano rifiutata ... Un turbinio di sensazioni: acredine, fastidio, ammirazione, odio in tutte le sue sfumature ... Potter al Torneo TreMaghi ... Il Prescelto trionfante dopo aver vinto una boccetta di Felix Felicis... Potter a lezione, Potter in compagnia dei suoi rivoltanti amichetti, Potter su un manico di scopa ...Voldemort fu piacevolmente stupito nel constatare che il giovane Malfoy provasse qualcosa di molto simile all'attrazione nei confronti di Potter. Forse lui non era ancora consapevole, ma era evidente che alla fine tutta la tensione accumulata negli anni precedenti, sarebbe sfociata in un sentimento più complesso.Quello stupido ed inconcludente ragazzino avrebbe potuto essergli utile ... Avrebbe concesso una seconda possibilità a quella famiglia, nonostante il disgustoso fallimento di Lucius.Harry Potter doveva morire. E Draco Malfoy lo avrebbe condotto da lui, gli avrebbe permesso di conoscere i segreti più intimi del suo acerrimo nemico, le debolezze, i segreti... Smise di frugare fra gli sciocchi pensieri del ragazzino, il cui volto era contratto in una smorfia di sofferenza. Non appena Voldemort terminò annoiato il suo giro di perlustrazione, Malfoy sospirò sollevato. Era stato terribile, semplicemente orribile.Non sapeva che di lì a poco non solo il Signore Oscuro avrebbe avuto una via di accesso privilegiata non solo alla sua mente, ma anche alla sua stessa esistenza.I suoi più nefasti presentimenti stavano per avverarsi: Draco se ne rese conto nel momento in cui Voldemort gli prese con forza inaspettata il braccio sinistro e senza tante cerimonie lo marchiò, servendosi della bacchetta. In quei momenti, Draco aveva davvero pensato di morire. Era come se le viscere stessero andando a fuoco, eppure aveva deciso di non mostrare patimento. Non un singhiozzò uscì dalla sua bocca, neppure quando l'aria incominciò ad essere impregnata di un rivoltante odore di carne bruciata. Non sorrise quando Narcissa gli si avvicinò, il volto rischiarato dal sollievo. Non ricambiò gli sguardi di compatimento e scherno degli altri sostenitori del Signore Oscuro.Si richiuse in se stesso, in preda alla disperazione più nera. Era fatta. Era diventato un Mangiamorte.
Il più giovane seguace di Voldemort di tutti i tempi.
La sua innocenza era stata brutalmente deflorata.
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IN TREATMENT
Fanfiction"Draco" lo chiamò sorridendogli. "Sì, Madre" rispose automaticamente lui, rivolgendole uno sguardo interrogativo. "Penso che sia arrivato il momento di parlare del tuo piccolo ... disturbo notturno" Il diciottenne si irrigidì immediatamente, mentre...