Passo falso

3K 302 82
                                    

"Harry. Dobbiamo parlare. Chi ti ha fatto questo? Devi dirmelo."
Il tono di voce imperioso, l'espressione corrucciata e le mani appoggiate severamente sui fianchi non lasciavano presagire nulla di buono, si disse Harry. Hermione, infatti, lo stava scrutando ad occhi socchiusi, soppesando centimetro dopo centimetro del suo viso tumefatto. Nonostante il piglio solenne dell'amica, Harry non poté nascondere un sorriso: stava diventando sempre più simile alla sua futura suocera, la signora Weasley. Entrambe avevano il potere di farti sentire colpevole di una mancanza che non avevi mai commesso.

Ron, per fortuna, non si era accorto di nulla. Trascorrevano ancora molto tempo insieme e la questione di Ginny non sembrava aver in alcun modo scalfito la loro amicizia. Hermione, invece, aveva immediatamente percepito il cambiamento. Lo osservava di sottecchi , la fronte aggrottata e le labbra imbronciate, alla ricerca di un indizio. Era arrivata persino al punto di aspettarlo nella sua camera, seduta sulla coperta multicolore, rischiando di fargli venire un infarto. Determinata e combattiva, lo aveva messo sotto torchio più volte, senza però riuscire ad ottenere alcuna informazione utile. Per la prima volta in assoluto, dopo aver condiviso praticamente tutto, Harry le teneva volontariamente nascosta una parte della propria esistenza.

Harry socchiuse le labbra, cercando di trovare una scusa convincente. Non voleva parlare di Malfoy, non ancora perlomeno. Che cosa avrebbe potuto dirle? Non era pronto a coinvolgere altre persone, visto che né lui né Draco erano stati capaci di definire quella sottospecie di relazione che li univa. Non c'era amore tra di loro: non nel senso canonico del termine. Non si guardavano languidamente negli occhi, né cinguettavano parole romantiche. Nella maggior parte del tempo, infatti, si limitavano a punzecchiarsi vicendevolmente, incapaci di gestire la tensione che aleggiava su di loro. Harry si era più volte interrogato sul significato di quanto era accaduto quella sera, nel retro del locale londinese. Quel bacio li aveva spiazzati entrambi, era evidente. Erano stati messi di fronte ad una realtà che non riuscivano a comprendere, a capire, a metabolizzare. Per questo, si erano colpiti... picchiare l'altro era equivalso a martoriare una parte di loro che li disgustava. Poi si erano stretti su quel divano sgangherato, e lui aveva percepito una potente ondata di affetto... e amore. Lo amava disperatamente, e altrettanto disperatamente desiderava condividere quella gioia con l'amica di una vita.
"E' stato un ragazzo, Hermione." Esitò, la voce rotta dall'emozione. Hermione sgranò gli occhi, pronta a replicare, ma fu interrotta dalla rivelazione di Harry: "Il ragazzo di cui sono innamorato."


"Finalmente ti sei deciso, Draco!" cinguettò Pansy, distesa supina tra i cuscini del letto a baldacchino del ragazzo. Gli sorrise provocante, sfilandosi con lentezza studiata il reggiseno di pizzo trasparente. Draco, madido di sudore prima ancora di iniziare, la zittì mordendole con ferocia le labbra. Fece quello che bisognava fare in una sorta di trance, senza il minimo coinvolgimento fisico ed emotivo. Per un attimo ebbe paura persino di non riuscire a portare a compimento l'atto, ma poi nella sua testa il corpo voluttuoso e femminile che si stava inarcando sotto di lui acquistò le fattezze di una figura famigliare.

Harry.

IN TREATMENTDove le storie prendono vita. Scoprilo ora