Uccidere l'amore

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Tre anni dopo -

Erano tornati gli incubi. Più subdoli e crudeli di quelli del passato, aspettavano il buio della notte per dilaniarlo dall'interno. 

Draco aveva preso l'abitudine di insonorizzare la camera da letto, prima di coricarsi. Non voleva certo che i suoi genitori ne venissero a conoscenza: lo avrebbero obbligato a frequentare un guaritore... un medico che non era certo Columbine. Ogni volta che pensava alla donna, il suo volto si contraeva in una smorfia di dolore e rimpianto. Automaticamente, si stringeva nelle spalle, come a voler ammortizzare una fitta di dolore improvviso. Era scomparsa nel nulla, proprio nel momento in cui necessitava maggiormente del suo aiuto. Chissà dov'era? Perché se n'era andata, lasciandolo in balia di quel marasma disgustoso di emozioni e sentimenti?  Erano domande senza risposta, lo sapeva.  Non avrebbe mai ricevuto risposte dall'unica persona che aveva vivisezionato la sua mente, i suoi pensieri e segreti più intimi. Era una verità inaccettabile, eppure aveva imparato a conviverci. Così come era riuscito a non soccombere per l'assenza di Harry dalla sua esistenza. Era stata una dura battaglia contro se stesso: d'altronde, come si può chiedere al proprio cuore di uccidere la ragione per cui palpitava ancora? Aveva commesso un vero e proprio suicidio emotivo. Si era macchiato del crimine più grande: uccidere l'amore. O almeno, pensava di esserci riuscito. 

Aveva incominciato ad uscire con una ragazza, Astoria Greengrass. Grandi occhi screziati, piuttosto minuta, lo aveva conquistato con la sua risata spontanea. Con lei si era sorpreso a sorridere, a divertirsi. Per qualche ora si dimenticava del fardello che gli pesava sulle spalle e ritornava ad essere un ventenne come tanti. Ma proprio quando pensava di aver ripreso in mano le redini della propria esistenza, quando la serenità ormai non sembrava più una chimera impossibile da raggiungere, lo aveva rivisto. E allora tutto quello che aveva ricostruito era caduto rovinosamente a terra, in un cumulo di detriti. 

Si erano incontrati sulla scalinata del Ministero della Magia, all'inizio dell'autunno. 

Entrambi un po' più abbronzati, pervasi della nostalgia dei tramonti estivi, immalinconiti dai pomeriggi sempre più corti e lugubri.  Erano rimasti lì impalati, un sorriso incerto a fare tremare  impercettibilmente le labbra schiuse. 

Sei sempre tu?  Si erano domandati in silenzio, gli occhi stanchi intrisi di lacrime antiche. Sì. 

Poi Draco aveva distolto lo sguardo, impaurito per ciò che avrebbe potuto scoprire se solo avesse indugiato un attimo in più.   Aveva sempre avuto paura che Harry entrasse nel suo mondo. Con lui era stato guardingo, misurato, parco di informazioni. E ora, in sua presenza, temeva che potesse sconquassare il mobilio della sua mente, che aveva ordinato con così tanta cura ed attenzione maniacale per poter sopravvivere in sua assenza. 

Eppure, avrebbe tanto voluto fare un passo verso di lui, e poi un altro ed un altro ancora, fino a ritrovarsi tra le sue braccia. Avrebbe tanto voluto affondare il viso tra i capelli scuri, inspirando la fragranza dolce amara di un amore perduto, senza mai essere stato vissuto davvero. Non puoi, sussurrava la sua mente. Fallo, lo punzecchiava la curiosità di sapere quello che sarebbe successo. Probabilmente nulla. Non aveva il coraggio di prendere in mano la situazione, fregarsene dei legami che non gli permettevano di avvicinarsi, quelle stesse relazioni che, in passato, lo avevano obbligato a calibrare le parole, i silenzi, i doppi sensi scherzosi.   

E quindi aveva rinunciato volontariamente alla possibilità di essere felice. 

Aveva voltato le spalle ad Harry e se n'era andato. 

Ancora una volta, aveva tentato di uccidere l'amore. Invano. 


Angolo dell'autrice 

Vi ringrazio per il vostro affetto e , soprattutto, per l'infinita pazienza con cui aspettate gli aggiornamenti. Grazie mille!!!

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