Un nuovo amico

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Columbine Willowitch non aveva dubbi: Draco Malfoy sapeva essere veramente crudele. E stronzo, aggiunse mentalmente, prima di autocensurarsi: non era bene pensare cose del genere di un paziente. Neppure se corrispondeva palesemente alla verità.
Quella domanda che gli aveva posto, apparentemente in modo innocente, in realtà celava un desiderio sconfinato di metterla all'angolo, di farla sentire a disagio. Era una sorta di vendetta per ciò che gli aveva fatto subire nel corso delle ultimi sconvolgenti sedute.
Ma quella domanda, posta in quel preciso momento della sua esistenza, l'aveva ferita.
"Lei è ... innamorata?" Era riuscita a non cadere nella trappola del ragazzo, imbastendo una frase ad effetto poco credibile. Sì, sono innamorata Draco. Perdutamente. Ogni fibra del mio corpo è pervasa dal desiderio di lui. E non lo avrò mai. Questa sarebbe stata la risposta corretta. Si asciugò una lacrima furtiva, soffocando un singhiozzo. Poi, prese dalla tasca un flaconcino di plastica rosa, colmo di pillole. Se ne ficcò due in bocca, quasi fossero caramelle, inghiottendole senza acqua. Si sentì immediatamente meglio: per un pò l'avrebbero anestetizzata, assopendo il tumulto interiore che si stava consumando dentro di lei.

Draco Malfoy era entusiasta. Non appena era entrato nel Serraglio Stregato, aveva passato in rassegna con occhio critico tutte le gabbie, alla ricerca dell'animale perfetto per lui. C'erano instancabili topi ballerini, gufi dall'elegante piumaggio, serpenti dei più disparati colori. Si era lasciato tentare da un'iguana di due metri e mezzo, affascinato dalla sua espressione di totale incuranza nei confronti del caotico mondo che la circondava.
Ma poi, quando ormai si stava rassegnando, la sua attenzione era stata catturata da un esserino dallo sguardo intelligente, che sembrava fissarlo da dietro le sbarre del suo recinto.
Era stato amore a prima vista.

"E quello che cosa sarebbe?" la voce di Lucius Malfoy lasciava trapelare una nota di indignazione stupefatta.
"Un furetto, padre. Non è meraviglioso?" L'animale si era appoggiato maestosamente sulla spalla di Malfoy e da quella posizione sembrava voler dominare l'ambiente circostante.
"Esigo una spiegazione sul perchè questo ... coso si trovi qui, in casa nostra!"
"Innanzitutto non è un coso. Ha un nome, si chiama Malferret e... "
Lucius lo guardò oltraggiato, portandosi una mano alla bocca, prima di esclamare con voce strozzata: "Non solo hai dato un nome a quell'essere, ma sei riuscito anche a sceglierne uno che ridicolizza il nostro casato! E' inaccettabile, Draco!" Poi, rivolgendo uno sguardo esasperato alla moglie le chiese:"Narcissa! Tu non hai niente da dire?"

Narcissa dovette nascondere un sorrisetto, la scena era particolarmente esilarante. Pensò che a Lucius sarebbe venuto un collasso da un momento all'altro, visto che aveva incominciato a boccheggiare come un pesce.
Ammiccando leggermente al figlio, esordì con voce pacata: "Sono sicura che abbia una valida motivazione se ha portato questa creaturina qui. Non è vero, Draco?"
"E' stata un'idea di Columbine Willowitch. Ritiene che io abbia bisogno di responsabilizzarmi e di possedere qualcosa che dipenda totalmente ed esclusivamente da me" si giustificò il ragazzo, stringendosi nelle spalle ossute con fare innocente.
Pronunciare quel nome, nella sua famiglia, equivaleva ad un sicuro lasciapassare. Immediatamente, Lucius allargò le braccia, bofonchiando sconfitto: "Beh... se lo dice la guaritrice... se ti fa piacere..."
"Grazie!" Draco sorrise raggiante all'indirizzo dei suoi genitori, che - per la prima volta, dopo moltissimo tempo, videro i lineamenti affilati dell'adorato figlio illuminarsi per la gioia.

Columbine Willowitch non volle credere ai suoi occhi: Draco Malfoy, quel giorno, si era presentato in compagnia di un animaletto. Un furetto, per la precisione.

"Spero che non le dispiaccia se ho portato lui ma ... ormai viviamo praticamente in simbiosi"
"Non c'è problema, Draco. Sono rimasta solo un pò interdetta ... un furetto è un animale insolito, non credi?"
"Oh, credo di fornirle una spiegazione a questa mia scelta, se è questo che desidera. Sono pronto a farle vedere un altro ricordo, se me lo permette"
Lanciò uno sguardo colpevole verso il punto in cui troneggiava il vecchio pensatoio, ora sostituito da uno più moderno. "Mi spiace... per quello che è successo la scorsa volta" lo disse in un sussurro, però sembrava sinceramente dispiaciuto. Non erano scuse di circostanza, e questo venne apprezzato dalla Guaritrice.
"Ma certo! Posa pure sulla poltrona il tuo nuovo amico e poi, quando sei pronto, possiamo iniziare"

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