Impaziente attesa

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Harry aspettava ormai impazientemente l'arrivo di Draco. Per l'ennesima volta, si sporse dalla finestra, controllando se tra i passanti spiccasse un'improbabile chioma biondo platino. Sorrise lievemente, constatando il termine dell'acquazzone che aveva imperversato per gran parte della giornata, ornando le strade trafficate di stagnanti specchi d'acqua. Un timido sole fece capolino, riscaldando con il proprio fugace passaggio la pelle scoperta del ragazzo.

Non c'era motivo di essere tanto nervosi, si rimproverò Harry, non resistendo però al desiderio di rosicchiarsi le unghie a sangue. Draco era già stato a casa sua: e allora perché questo turbamento profondo all'idea che potesse aggirarsi indisturbato tra le sue cose?

Certo, la casa è il luogo sacro per eccellenza. Il nido verso cui indirizzare il volo della sera, l'attracco sicuro dove rifugiarsi dalla tempesta della quotidianità. Ma era anche il posto in cui ricercare intimità da parte degli amanti, che, spogliandosi impazientemente, lasciano tracce di vestiario spiegazzato in corridoio, prima di correre a letto.

Era questo il problema, comprese Harry con disagio, vergognandosi per l'ennesima volta di quei pensieri sconvenienti. Rinchiudersi in pochi metri quadrati insieme a Draco e limitarsi a pomiciare come adolescenti irrequieti e curiosi incominciava ad essere frustrante. Harry avrebbe voluto di più: non solo dal punto di vista meramente fisico (l'urgenza erotica era insopportabile, ma ancora gestibile), quanto piuttosto in ambito emotivo e sentimentale.

Aveva bisogno di sapere dove fossero diretti, se la loro stravagante e bizzarra relazione li avrebbe condotti a qualcosa di concreto, o se sarebbero rimasti invischiati in un desolante nulla di fatto.
Sarebbe mai stato possibile legittimare la loro relazione, portarla alla luce del sole svelarla sotto gli obiettivi dei fotografi impazziti? Avrebbero mai potuto rendere pubblico quell'amore, destinato altrimenti a logorarsi sotto il fardello della più omertosa segretezza? 

Aveva intenzione di porre quelle domande a Draco, quel pomeriggio. Per questo era agitato, per questo si era rosicchiato le unghie fino alla prima falange, per questo gli tremava impercettibilmente il labbro inferiore.
Perché aveva il terrore di quello che Draco avrebbe potuto dire o pensare di lui, di loro. Temeva la definizione che lui avrebbe potuto dare di quello strano legame che li attraeva l'uno all'altro. Avrebbe potuto essere incredibilmente crudele, come solo lui era capace di fare quando si sentiva messo in trappola.
Draco era sempre stato un maestro, nell'arte del ferire le persone. 
Forse lo avrebbe guardato con disgusto, replicando sdegnato che tra loro non esisteva nulla, minimizzando i loro trascorsi, portando a galla ricordi spiacevoli per entrambi.
Oppure si sarebbe rinchiuso in un silenzio indignato, prima di richiudere la porta dietro di sé, senza tornare mai più. 

Quest'ultimo pensiero gli fece venire la nausea.

Angolo dell'autrice:
Lo so, è breve. Il fatto è che riesco ad esprimermi meglio quando scrivo frammenti, piuttosto che capitoli lunghi. È un mio difetto, che spero di migliorare nel corso del tempo.  :)
Volevo ringraziarvi per tutte le vostre attestazioni di affetto ed interesse nei confronti della mia storia. È emozionante leggere i vostri complimenti e gli inviti a continuare.
Spero di non avervi deluso. A presto ❤️

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