Maybe you think you that can hideI can smell your scent for milesJust like animals, animals, like animals(Maroon 5 - Animals)
Draco entrò nello studio ed immediatamente percepì qualcosa di diverso dal solito. Chiuse per un attimo le palpebre, annusando l'aria profondamente. Le narici si dilatarono, cercando di cogliere quell'essenza così inspiegabilmente famigliare, ma invano.
Qualcuno era stato lì.
Decise di lasciar perdere, seppur pervaso da un senso di frustrazione inenarrabile.Quel giorno, Columbine sfoggiava un paio di enormi orecchini turchesi - en pendant con i suoi occhi, constatò caustico Draco -, che tintinnavano ad ogni suo movimento del capo.
"Come va?" gli chiese premurosamente.
"Ho litigato con mio padre, questa mattina" disse Draco, con voce monocolore. Anticipò le domande di Columbine: "Non volevo venire oggi"
"Mi vuoi dire perchè?" Draco trovava irritante quel tono affettuoso e materno della donna: non si meritava tutta quella comprensione, quell'attenzione da parte sua.
"Perchè..." il ragazzo si bloccò per un attimo, indeciso per un attimo se continuare o meno. Si sarebbe offesa? Si sarebbe arrabbiata? Lo avrebbe cacciato di lì? Decise di rischiare. Da quando si faceva degli scrupoli per rispetto degli altri?
"Perchè fa schifo venire qui, ecco perchè! Perchè odio questo posto, odio chiacchierare con lei. Lei, che se ne sta lì seduta sul suo trono come se fosse un dio sceso in terra, a giudicare tutto ciò che faccio e ciò che dico! Sono stufo!"Si alzò violentemente dalla poltrona in cui si era agitato fino a quel momento, incominciando a camminare come un animale in gabbia per lo studio. Columbine Willowitch, da dietro le lenti dei suoi leziosi occhiali, lo guardava terribilmente interessata, quasi come se si trovasse di fronte ad uno spettacolo particolarmente coinvolgente.
"...Stufo di lei! Dei miei genitori! Della mia stupida esistenza!" Il ragazzo stava progressivamente alzando il tono di voce. "Ma soprattutto ... stanco di dover rivangare nel mio passato. Basta! Non ne posso più! Voglio solo dimenticare, non continuare a ricordare i miei errori. Guardi, guardi che cosa mi ha portato a fare l'ultima seduta!"
Alzò la manica della camicia con una certa urgenza. L'avanbraccio, sede del marchio, era percorso da una serie di graffi.
Columbine, per la prima volta, parve reagire - con una certa soddisfazione di Draco. "Oh caro, perchè?"
"Perchè? Perchè? Perchè lo voglio cancellare, voglio che sparisca dalla mia pelle ma non ci riesco, non ci riesco a mandarlo via... Ho già provato qualsiasi incantesimo, pozione o cura. Semplicemente, non si può far niente per cancellarlo. Me ne stavo incominciando a fare una ragione, ma poi è arrivata lei con le sue stronzate sulla necessità di elaborare il passato. Ed è tornato tutto a galla. E' solo colpa sua, signorina Willowitch. Spero che ne sia soddisfatta."La Willowitch provò a farlo calmare, ragionare, riflettere ma invano. Draco era fuori di sè. Talmente sconvolto da urlare "Io lo ODIO questo stupido coso!" , riferendosi al Pensatoio, prima di darvi una violenta manata facendolo cadere a terra.
Il sordo rumore dello strumento che si infrangeva in mille pezzi sul pavimento sembrò far ritornare in sè il ragazzo. Ansante e congestionato in volto, Draco si rese finalmente conto di ciò che era accaduto. Si mise immediatamente in ginocchio, provando a ricomporre con le mani l'oggetto, ormai irrimediabilmente perduto.
"Non importa Draco, stai tranquillo. Era tempo che lo cambiassi, comunque... L'importante è che questo sfogo ti sia servito a farti sentire meglio. E' giusto buttare fuori ciò che di negativo ristagna in noi, non permettendoci di vivere serenamente. So che non ti piace venire qui Draco. Praticamente nessuno dei miei pazienti ne è entusiasta. A chi piacerebbe confrontarsi con il proprio passato ed i propri rimpianti in continuazione? Però serve, te lo posso assicurare. Sbaglio, o in una delle ultime sedute mi avevi detto di fare molti meno incubi?"
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IN TREATMENT
Fanfiction"Draco" lo chiamò sorridendogli. "Sì, Madre" rispose automaticamente lui, rivolgendole uno sguardo interrogativo. "Penso che sia arrivato il momento di parlare del tuo piccolo ... disturbo notturno" Il diciottenne si irrigidì immediatamente, mentre...